UNA LIEVE BREZZA

INTRODUZIONE

Anita è una ragazza di 23 anni che frequenta l’università nella facoltà di scienze letterarie. Appartiene ad una famiglia benestante la quale nell’educazione della figlia si era sempre preoccupata di farla crescere con i migliori insegnamenti e con un comportamento esemplare e proprio di tutti i componenti della famiglia. Pertanto lei era di carattere molto buono era studiosa e colta.
Anche le amicizie con le quali aveva trascorso felicemente fanciullezza e gioventù era sempre stata delle migliori. Nello studio, aveva scelto in base alle proprie caratteristiche  di apprendimento ottenendo quindi e sempre risultati buoni.

Il suo carattere sereno era sempre disposto verso le certe qualità morali e l’entusiasmo per impegnarla nel migliorie dei modi prediligendo cultura, l’arte ed anche lo sport.
In definitiva si può affermare che siamo in presenza di una bella ragazza piena di ottimi propositi e completa in tutto quello che può definirsi buono quando ci si riferisce in genere ad una persona vista nel suo insieme.

LA DECISIONE IMBARAZZANTE

Nel periodo in cui si svolge questo racconto  Anita è caratterizzata da un grande impegno nello studio, ciononostante la sua mente viaggia spesso nella fantasia di incontrare un compagno del quale lei vede le migliori qualità che si possano immaginare.

Era portata in continuazione a percepire vivamente un amore di quelli splendidi che la avrebbe presa in tutto il suo insieme spingendola ad impegnare tutta  sé stessa per soddisfare questo grande amore idealmente corrisposto da quell’ideale partner immaginifico.

Con queste fantasie che occupavano piacevolmente la sua fantasia, il tempo passava inesorabile senza che lei avesse nemmeno intravisto qualche personaggio maschile che assomigliasse anche lontanamente a quanto figurava nel suo cervello.

Questo stato di cose, incominciava a preoccuparla tanto da farla improvvisamente arrivare ad una soluzione uscita dalla sua intelligenza fervida che la incitava verso la necessità di non poter più restare inerme a lasciar passare quegli anni preziosi nel nulla  ma che invece era quello il momento per darsi da fare in qualche modo a scuotere  il suo andamento di vita e, sempre in quel modo, che la sua intelligenza le avrebbe sicuramente suggerito.

Nel riflettere a fondo le venne in mente l’esistenza organizzazioni  alberghiere che avevano istituito una attività forse utile anche per lei. Allo scopo lei provvide subito a svolgere delle informazioni e riuscendo ad avere dettagli particolari su quel servizio che si chiamava ” Primo appuntamento”. Si trattava di una società di ricerca, di predisposizione di un appuntamento e di una cena nel ristorante arrivando a costituire delle coppie che trascorrevano un paio d’ore che consentivano una prima conoscenza con la possibilità di costituire la premessa per un incontro anche durevole.
Avuta la descrizione delle modalità del servizio si sentì delusa giudicando l’intera operazione come una modalità svolta prescindendo totalmente dalle implicazioni che riguardavano l’accoppiamento di due persone ed in particolare tutto ciò che riguarda il sentimento, la moralità, il le garanzie di correttezza e cioè tutti gli approfondimenti che avrebbero dovuto basarsi sulla psichiatria, sulla presenza di controlli specifici ecc. ecc. In altri termite nella mente di Anita si trattava di una semplice operazione economica organizzata da un ristorante che aveva trovato il modo di aumentare ila propria clientela. Nonostante tutto questo lei si sentì spinta da un qualcosa che chiedeva al suo intimo di aprirsi verso una vita diversa da quella seguita fino a quei giorni.
Infatti, di punto in bianco lei prese , completamente alla cieca, la decisione di eseguire tutte le disposizioni precisate dal ristorante presentandogli domanda di partecipare a tale primo incontro e spiegando preliminarmente le caratteristiche  che avrebbe dovuto possedere l’eventuale  compagno di una serata al ristorante.

L’ISCRIZIONE AL PRIMO APPUNTAMENTO

Anita non aveva agito senza aver a lungo riflettuto. Nella sua mente aveva tracciato un percorso su cui non si sarebbe potuto transigere. Innanzitutto lei avrebbe precisato molti particolari della persona da scoprire, e senza i quali lei non avrebbe nemmeno partecipato alla cena.

Alla fine di tanti ripensamenti, presentata la domanda, dal ristorante ebbe la richiesta di inviare una sua foto ed inoltre la descrizione delle caratteristiche della persona da lei auspicate. Una volta in possesso di questi elementi, loro avrebbero provveduto alla ricerca a di quella persona esaminando bene i contenuti dei loro archivi e l’elenco delle persone che avevano in tempi diversificati presentato domande analoghe alla sua. Il tutto avrebbe richiesto almeno 15 giorni, trascorsi i quali si sarebbero fatti vivi precisando la loro proposta che lei era libera di accettare o meno come pure di richiedere delle modifiche.

Da quel giorno Anita ebbe davanti a sè una quindicina di giorni di ripensamento alternando dubbi e sicurezze.

LE IPOTESI IMMAGINATE

Durante quel tempo di attesa la mente di Anita vagava in mille direzioni.
La prima visione che le apparve è stata quella poetica, romantica fino allo stremo e quindi la più improbabile. In sostanza in quel primo incontro della durata massima di qualche ora, lei sognava di incontrare l’amore quello duraturo , addirittura eterno e che le sarebbe miracolosamente apparso improvvisamente davanti agli occhi. Per l’occasione al ristorante si sarebbe presentato con tutte le caratteristiche per farla innamorare a prima vista. Nella sua convinzione il primo incontro non poteva essere che quello.
In seguito la sua fantasia si corresse giudicando obbiettivamente che sarebbe già stata una grande cosa se l’occasione fosse consistita nell’incontro con un ragazzo che corrispondesse a quello dei suoi sogni e cioè interessante non tanto nel suo aspetto estetico quanto invece nel modo di ragionare, nella cultura di base che , essendo molto impattante, doveva essere sostanziale nella conoscenza generale di tutte le varie ramificazione del sapere umano e che vanno dalla letteratura ed a tutte le materie della scuola obbligatoria per legge ed in più la possibilità di essere completata con altri studi. Importante anche lo sport e l’arte cui Anita teneva molto. Se il nuovo amico avesse avuto queste caratteristiche lei sarebbe stata veramente contenta. Soprattutto però lei pensava necessario un carattere simile al suo e cioè con molta sensibilità e correttezza di comportamento. Alla fin fine doveva trattarsi di una persona buona.


Ma le soluzioni variegate che la preoccupavano erano quelle dell’incaponirsi con qualcuno che invece fosse molto lontano da tutte le sue aspirazioni nel qual caso Anita riteneva che tutto fosse negatività. Ciò le sarebbe stato chiaro subito, fin dalla prima frase scambiata, perché lei era convinta di possedere la qualità necessaria per riconoscere nell’immediato ed a fondo l’animo del nuovo amico. La preoccupava soltanto il il dubbio di non riuscire a sostenere quelle eventuali negatività nemmeno per il breve periodo della cena e al riguardo, lei era totalmente convinta che la cosa da fare fosse quella di troncare immediatamente ogni rapporto non solo relativamente al consumo della cena ma anche all’interruzione decisiva delle discussioni in atto escludendo in maniera assoluta anche quelle future.
Subito dopo però il senso di quest’ultima soluzione veniva corretto considerandolo troppo truce e quindi venne aggiunta una quinta soluzione più tranquillizzante ed in base alla quale lei si sentiva in obbligo di non essere precipitosa nel giudicare tutto quello che sarebbe accaduto ritenendo più opportuno adottare la prudenza di cogliere comunque e di buon grado tutto quello che sarebbe avvenuto magari considerandolo tutt’altro che definitivo ma soltanto suscettibile di cambiamenti che si sarebbero avvicendati più tardi forse in occasione di contatti ulteriori che potevano essere di tipo telefonico oppure tramite mail o qualche incontro personale per bere in compagnia un caffè.

Fatte queste ipotesi, dopo averle viste e aggiornate mille volte aggiungendo dei particolari, Anita pensava di aver elencato quelle che secondo lei erano tutti i possibili avvenimenti che sarebbero capitati in quel primo incontro.

L’INCONTRO

Come dice il proverbio il tempo passò inesorabilmente e Anita si presentò puntualmente al ristorante che si trovava in una città non molto lontana da casa sua e lì trovo il nuovo conoscente che era già arrivato . Fatti convenevoli di presentazione al banco del caffè la coppia si trovò seduta frontalmente al tavolo del ristorante dove ambedue avevano modo di guardarsi direttamente negli occhi.
Anita, che era senz’altro una bella ragazza, poté subito constatare che Marco, questo il suo nome, era un giovane di bella presenza vestito in modo appropriato e quindi la prima impressione risultò reciprocamente buona. A quel punto lei si chiedeva quali delle cinque sue ipotesi sarebbe stata quella corrispondente alle sue ponderate ipotesi ma quello che successe nella realtà ne fu lontanissimo. Infatti il ragazzo chiese di poter esordire spiegando di essere molto contento dell’esperimento che stava iniziando ma che doveva segnalare una sua deficienza che avrebbe potuto compromettere ogni cosa . Egli infatti si dichiarò molto timido e che senza dubbio avrebbe denunciato difficoltà proprio per questo difetto che, in occasioni particolari come quella in corso, si sarebbe trovato in difficoltà nel discutere su argomenti delicati. Anita sostenne che il difetto, ammettendo per assurdo che fosse realistico, non poteva provocare alcuna modifica e che lei avrebbe fatto di tutto per non metterlo in difficoltà essendo sua volta una ragazza semplice e che si sarebbe ripromessa di dargli tutte le possibilità per trovarsi a suo perfetto agio, cosa che, a suo modo di vedere , non avrebbe compromesso proprio nulla. Fatta questo doppia introduzione i due personaggi continuarono a discorrere in maniera del tutto normale e che si può definire di piena consuetudine tra esseri anch’essi pienamente normali. La cena durò in totale un paio d’ore durante le quali furono toccati argomenti vari e che si possono definire di corretta e piacevole tipologia.

LA FINE DELLA CENA

Al momento del commiato sarebbe stato di prammatica scambiarsi un giudizio finale che risultò un pò difficoltoso. Lo iniziò Anita dicendosi molto soddisfatta della conoscenza fatta e ripetendo più volte di sentirsi imbarazzata perché totalmente inesperta in rapporti di una speciale natura come era quella provata tra due perfetti sconosciuti ai quali lei si sarebbe presentata come una vera impreparata . Prima di tutto lei era dubbiosa sull’opportunità reale di partecipare ad una così particolare modalità di conoscenza come quella che stavano trascorrendo dubitando addirittura se non fosse stato più opportuno rinunciarvi lasciando al tempo di favorire altre decisioni completamente diverse da una cenetta della durata di solo un paio di ore. Marco le rispose dichiarando che aveva avuto la medesima idea. Precisò però di essere rimasto molto soddisfatto dell’incontro senza sapere se e cosa fare per poter continuare quel flebile rapporto che ora esisteva tra loro due.

CONCLUSIONE

Nell’accomiatarsi Marco aggiunse una richiesta presentata con le anticipate scuse per il suo ardire. Allora Anita arrivò a pensare che stava per accadere un fatto che avrebbe fatto finire tutto seduta stante. Non fu così. Marco con frasi sempre rispettose ebbe l’ardire di chiedere una cosa precisa e cioè, invece di tornar a casa di furia, propose semplicemente di fare due passi in città magari fermandosi ad un bar per bere una camomilla che avrebbe contribuito favorevolmente al sonno successivo.
Anita si senti molto confortata per la discrezione usata da Marco ed accettò di buon grado la proposta purché non molto prolungata in quanto aveva piacere di tornare presto a casa. Tutto l’insieme fu gradito soprattutto a Marco che in dettaglio confessò che era la prima volta in vita sua che stava percependo l’assenza della sua abitudinaria timidezza ed il merito lo dava tutto a lei che aveva usato il modo giusto in tutto e per tutto. Seduti al bar parlarono dei loro programmi di studio. Anita gli precisò che frequentava il primo anno di università nel campo che le piaceva tanto ed era quello della letteratura. Il ragazzo dovette confessarle che erano sorti problemi economici famigliari in quanto il padre , titolare di una falegnameria dove si costruivano mobili artigianalmente ma che si trattava di un’attività praticamente non più esistente per il cambiamento radicale che la società intera aveva subito sia nel gusto de utilizzazione del mobilio e sia nella tecnica costruttiva oggi molto diversa da quella tradizionale di suo padre. A causa di questo fatto egli aveva dovuto rinunciare all’università al cui riguardo non vedeva che un seguito assai incerto. Egli era stato due interi periodi estivi a Londra ed aveva lavorato come pizzaiolo essendo in anteprima specializzato in tale settore. Ebbene al momento attuale aveva deciso di tentare di tornare a Londra avendo già preso contatto con la pizzeria inglese ed essendo in corso la raccolta di tutti i punti necessari perché l’Inghilterra dopo il brexit accettasse l’ingresso di lavoratori esteri. Se le cose continuavano nella strada già impostata egli si sarebbe trasferito li e quindi anche tutte le sue amicizie italiane avrebbero subìto notevoli cambiamenti. Questo fatto aveva costituito una delle ragioni per cui egli aveva affrettato la conoscenza di una ragazza tramite il ristorante del “primo incontro”. Il suo programma che costituiva una difficile premessa di vita, consisteva nel laurearsi in lingue a Londra dopodiché avrebbe cercato in lavoro quale dipendente di una delle grandi aziende turistiche italiane che organizzano viaggi in tutto il mondo , cosa che egli amava profondamente. Oltre a questo nei suoi fantomatici programmi sussisterebbe anche la passione di scrivere ed in questo senso tutti i viaggi lo avrebbero aiutato nel fornirgli degli spunti. Egli chiese scusa ad Anita di tutto questo racconto che, vincendo la sua timidezza, le aveva fatto per renderla edotta di cos’era quel ragazzo che si trovava li davanti a lei.
Anita restò stupita ed attonita e non sapeva cosa dire. Marco la tranquillizzò interamente dicendole che la loro conoscenza era solo una brezza di vento che era passata sopra la loro testa, brezza talmente lieve da non avere alcun seguito lasciando ambedue le menti completamente libere in tutti i sensi. Certamente, le disse, se dovessi veramente partire presto per Londra, come spero, sarei molto contento di avere impostato questo primo incontro mangereccio dal quale non avrei potuto sperare tanto piacere e garantendo che resterà per sempre nella mia mente come un avvenimento molto importante per me. Anita si dimostrò commossa e gli disse che, comunque andassero le cose nemmeno lei avrebbe dimenticato il suo primo incontro sul quale, al momento di prendere la decisione iniziale, era stata molto pessimista.