UNA AZIENDA AGRICOLA CONTESA

INTRODUZIONE

La nostra storia inizia nel primo dopoguerra anni 40. In una azienda agricola di un paese di media montagna vive una famiglia di contadini composta dai due vecchi genitori a da due figli che hanno raggiuntato da poco la maggiore età la quale, siccome siamo nel primo dopoguerra anni 40, è pari a 21 anni. In questa situazione di piena tradizione locale il sogno dei genitori contempla i due figli che d’amore e d’accordo continuano nella conduzione dell’azienda agricola che produce cereali, molta frutta varia e soprattutto granturco e vino . La stalla con la sua dozzina di mucche da latte e vitelli fornisce anch’essa quello che agli occhi dei vecchi genitori è buon reddito.

LA SITUAZIONE REALE

La situazione effettiva è però molto differente rispetto il desiderio dei genitori. Nel mentre il Giovanni è un appassionato agricoltore, l’altro, Angelo, il più giovane è tutt’altra indole. Svolge il lavoro di muratore alle dipendenze di una piccola impresa edilizia locale ma soprattutto si diverte molto con i suoi coetanei paesani con i quali passa lunghe serate di allegre compagnie nei paesi vicini dove hanno l’occasione di conoscere ragazze esuberanti ad anch’esse di compagna.

IL GIOCO DELLA MORRA

Ad Angelo si deve attribuire anche il piccolo-grande vizio di giocare d’azzardo con quegli amici e soprattutto di praticare assiduamente un gioco, chiamato la morra, che sarebbe addirittura vietato dalla legge per le frequenti discussioni che esso provoca tra i giocatori arrivando spesso alla rissa. Il motivo è dovuto alla difficoltà di verificare con sicurezza le vincite, che, come detto, consistono spesso in cospicue somme di denaro. Una partita alla morra può durare intere ore durante le quali due giocatori battono sulla grezza tovaglia del tavolo una sequela di rumorosi pugni esponendo non certo casualmente, un numero continuamente vario di dita la cui somma definisce vincitore colui che, un attimo prima di batter il pugno, la aveva dichiarata nel suo esatto ammontare.

Mentre il gioco va avanti i ritmi aumentano rapidamente e non è facile mantenere la concentrazione. Il giocatore, in piccolissime frazioni di secondo, deve essere capace di ragionare in due sensi: analizzare e prevedere il gioco dell’avversario e contemporaneamente evitare di giocare i numeri che si aspetta l’avversario; per fare ciò egli deve possedere un’ottima capacità di concentrazione, osservazione ed una notevole velocità di ragionamento. Chi ha riflessi rapidissimi e grande destrezza può barare modificando il proprio numero di dita stese, così da volgere a proprio vantaggio la situazione determinata dal numero di dita che una frazione di secondo prima è stato chiaramente e definitivamente mostrato dall’avversario.

Chi assiste alle partite sente un susseguirsi velocissimo di numeri, sei, sette uno, zero, due ecc. ecc. ma la constatazione del vero vincitore delle velocissime mosse appare sempre difficoltosa.

L’EMIGRAZIONE DI GIOVANNI

Questa passione o meglio questo vizio di Angelo preoccupata molto il vecchio padre per cui quando quesiti annuncia di aver l’occasione di andare a fare il muratore in Svizzera si dimostra molto contento per due motivi. Prima di tutto il gioco della morra è assolutamente vietato in Svizzera ed in secondo luogo risulta in paese che Angelo ha litigato con diversi concorrenti della morra per alcune grosse somme di denaro attribuite erroneamente ad un non vincente proprio a causa della difficoltà di verifica dell’effettivo risultato di cui si è detto.

Angelo di fatto parte per la Svizzera e diventa in quella nazione ed in poco tempo una persona matura e più seria nel comportamento cambiando completamente modo di vita. Si appassiona all’edilizia svizzera molto ben condotta e diventa un bravo muratore, ricercato e ben pagato. Oltre a questo il rinnovato Angelo spedisce regolarmente il denaro guadagnato dedotte le spese ed invitando suo padre ad impegnarlo nell’ampliamento dell’azienda agricola, cosa che il padre regolarmente esegue acquistando dei terreni adiacenti a quelli già suoi e comunicando ad Angelo via via l’aumentata importanza della attività la cui lavorazione era molto produttivamente affidata a Giovanni con l’ausilio di aiutanti stagionali e all’impiego di moderne macchine affittate per la esecuzione dell’aratura e della raccolta dei frutti della coltivazione. Durante l’inverno, quando i lavori edili in Svizzera ed anche quelli agricoli nella azienda famigliare non hanno grandi impegni in programma, Angelo torna a casa e si compiace dell’aumentata importanza dell’azienda agricola del padre senza sollevare nessuna obbiezione al fatto che la aumentata proprietà resta sempre intestata al capofamiglia e cioè al vecchio padre.

IL PROGETTO DI TRASFORMAZIONE DELL’AZIENDA AGRICOLA IN INDUSTRIA

Passano gli anni e Angelo sta pensando di fare ritorno definitivo a casa quando una grossa società propone al padre di acquistare tutta l’azienda perché avrebbe in programma di lottizzare un’area molto grande che comprende anche tutta l’azienda agricola di cui si parla. Angelo fa immediatamente un viaggio in Italia in tempo per discutere della cosa con i famigliari e soprattutto con i tecnici della società che gli mostrano dei meravigliosi disegni dai quali appare l’area completamente realizzata con nuove strade e piazzali, con capannoni industriali ed uffici il tutto in un assieme armonico e funzionale che agli occhi di Angelo come una soluzione veramente bella. Alla immediata predisposizione di Angelo si contrappone il parere della parte rimanente della famiglia : i genitori e Giovanni al solo pensiero di distruggere quell’azienda frutto di anni ed anni di lavoro, piange il cuore e diventa inutile l’ammonizione di Angelo quando afferma che buona parte di quell’azienda era dovuta al suo lavoro ed al denaro da egli stesso immesso nella famiglia per acquistare dei nuovi terreni. In base a questo Angelo si sentiva anche nel pieno diritto di sostenere la sua posizione tutta a favore della grande lottizzazione di cui egli magnificava gli aspetti positivi che aveva constatato dai progetti ammirati e soprattutto inerenti la grossa cifra offerta per la vendita.

Al contrario il dispiacere del padre, già molto vecchio e malandato, per quella che egli afferma essere la distruzione del suo lavoro, diventa una ossessione così grande dal farlo ammalare gravemente e addirittura portare a morte.

Risulta chiaro che a questo punto la soluzione della grande lottizzazione viene a mancare ed Angelo decide di tornare definitivamente a casa per vedere come risolvere la situazione che per lui non poteva che prendere una unica via e cioè quella di cedere l’intera azienda per consentire la promettente nuova destinazione urbanistica del territorio. Secondo Angelo anche il fratello Giovanni che tanto lavoro aveva svolto per l’azienda agricola e per assistere i vecchi genitori, avrebbe potuto trovare una sistemazione in una delle aziende che sarebbero sorte proprio nel loro territorio.

Questo proposito però continua a trovate una grande opposizione nel fratello il quale non si sente di di abbandonare i suoi campi tanto amati da egli medesimo ed anche dai suoi genitori appena mancati.

Alla base dei dissidi sussistevano ragioni molto profonde. Innanzitutto Angelo continuava a far notare come la vendita di tutto avrebbe semplificato enormemente le cose perché il notevole ricavato in denaro avrebbe consentito ai due fratelli di sistemarsi nella migliore delle maniere restando liberi ognuno di fare tutto ciò che meglio gli avesse aggradato. Invece Giovanni rimase fermo nel suo proposito e non restò altro che comunicare ufficialmente alla Società che la vendita non avrebbe in nessun modo avuto esito.

IL PERICOLO DI ESPROPRIO FORZOSO DEI TERRENI

A questo punto la Società cambiò completamente atteggiamento e riuniti i due fratelli comunicò loro che, dopo aver tentato in tutte le maniere, tra cui risaltava la cospicua offerta nel prezzo di acquisto, ora, avendo i venditori sorpassato ogni limite di normale trattativa, non restava altro fa fare che usare le maniere forti. ln effetti la Società ,avrebbe iniziato la procedura classica per far riconoscere come lavori urgenti ed indifferibili quelli di creazione della nuova area industriale diventata necessaria per il paese e, una volta giunti a quel riconoscimento, avrebbero potuto espropriare l’azienda agricola offrendo un pagamento molto inferiore rispetto all’offerta già fatta in quanto coincidente solo all’ammontare degli espropri eseguiti legalmente.

A causa di questa mancata soluzione Angelo non riusciva a vincere la rabbia che lo coglieva in continuazione nel constatare che alla fin fine era colpa sua di non essere riuscito a convincere prima suo padre che ne era addirittura morto e poi suo fratello che preferiva continuare una vita da contadini a tutte le belle ed economicamente vantaggiose novità che gli sarebbero derivate dalla operazione di cui si parla

LA MANCATA DIVISIONE PATRIMONIALE DELL’AZIENDA

Alla fine, provato e riprovato mille volte a convincere il fratello senza riuscirci mai, non restò niente altro che provvedere alla divisione in due parti della proprietà e questo suscitò una serie di spiacevoli dissidi in quanto Angelo sosteneva di essere di fatto già proprietario di gran parte del terreno che era stato comperato con il denaro da lui guadagnato in Svizzera mentre dall’altra parte Giovani sosteneva di aver lavorato molto più di lui in casa che il fratello in Svizzera . A questo riguardo a suo tempo Angelo gli aveva riferito più volte che nei giorni di festa passati in Svizzera gli restava il tempo ed il modo di recarsi a ballare assieme ai suoi colleghi italiani e questo fatto lo portava a paragonare la vita del fratello passata in Svizzera con la sua al paese dove il tempo libero che restava alla festa a sua completa disposizione era soltanto quello di accompagnare alla messa i suoi genitori in quanto anche nei giorni di festa c’era sempre tanto lavoro da svolgere a casa. Tutto questo lo aveva convinto che tutti due i fratelli avevano contribuito alla conservazione ed all’aumento dell’azienda in maniera paritaria e sia lavorando bene in Svizzera e sia faticando tutte le giornate a casa nell’azienda e pertanto, qualunque pretesto avanzasse Angelo, la sostanza esistente doveva essere esattamente divisa a metà tra di loro due : in pratica poteva esistere un unico modo per dividere la sostanza paterna e cioè in due parti di pari valore economico.

Le trattative per la divisione dei beni fecero nascere dei gravi dissidi che finirono per creare dei dissapori tra i due fratelli, così profondi da non poter essere mai più cancellati dalla mente di ambedue.

Si deve constatare che tutto ciò che stava succedendo tra fratelli in occasione della divisione dei beni è molto frequente nella realtà delle famiglie anche se patriarcali. L’aspetto veramente incredibile anche se frequentissimo è la constatazione che le ragioni del dissidio tra le parti è praticamente inesistente in quanto ognuna di esse è nel vero. Ad esempio nel caso di Angelo era ben vero che molti terreni erano stati comperati con il denaro che egli inviava dall’estero, nello stesso tempo era verità anche quello che sosteneva Giovanni cioè che l’aver speso tutta la sua vita lavorativa nell’azienda agricola e per assistere i vecchi genitori rappresentava sicuramente un impegno altrettanto importante di quello del fratello. Se si esamina poi il comportamento del padre era anch’egli nel vero quando ha aumentato la consistenza dell’azienda familiare con il denaro che un componente della sua famiglia cioè Angelo gli rimetteva dalla Svizzera dove lo aveva guadagnato col suo lavoro ed inoltre aveva colto nel segno quando aveva intestato tutta la proprietà a se stesso. In definitiva tutte le discussioni, i dissidi anche feroci che accadono in queste divisioni patrimoniali se si esaminano a fondo sono completamente immotivati eppure sono frequentissimi. Nel caso qui raccontato ed anche nella realtà accade spesso che deve essere un estraneo a far ragionare i fratelli proprio perché ognuno di loro è convinto di essersi comportato equamente come in sostanza è nella realtà. Quello che manca è la pazienza di considerare tutte le verità di tutti i componenti della famiglia nessuno escluso. Vedremo che anche nel caso qui raccontato sarà un perito a a raggiungere quell’accordo tanto difficile da comporre direttamente dagli interessati

L’unica soluzione in cui trovarono accordo era quello di rinviare sine die la divisione dei beni.

LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA CASA PER ANGELO IRTA DI PROBLEMI

Angelo da parte sua decise di farsi una casa per metter su famiglia al paese. I due fratelli sottoscrissero un impegno in base al quale il terreno dove egli costruiva la casa, nella successiva divisione dei beni sarebbe stato assegnato a lui. Subito dopo Angelo cominciò i lavori.

Fatto ed approvato il progetto della nuova casetta nella quale Angelo avrebbe abitato assieme alla sua compagna, cominciarono gli scavi delle fondazione quando successe un episodio molto strano. Durante la notte qualcuno alzò sui cardini il cancello di accesso e lo appoggio di lato. A questo punto bisogna pensare che in quegli anni una scena come quella, stando alla tradizione locale, era ritenuta la minaccia di qualcosa di spiacevole che colui che ha spostato il cancello intendeva fare. Questa usanza era ben nota ad Angelo tanto è vero che quando, a distanza di pochi giorni si ritrovò con una parte dello scavo di fondazione appena fatto a mano che era stato notte tempo ricoperto per un lungo tratto dalla stessa terra prima posta a lato della trincea di scavo, subito disse: io avevo intuito che mi sarebbe accaduto qualcosa di brutto. Non sapendo a chi attribuire quel dispetto Angelo rifece lo scavo e continuò nei lavori come se niente fosse accaduto.

A distanza di un mesetto i lavori erano al punto di costruzione dei pilastri di sostegno del solaio del primo piano quando la notte si ritrovò nuovamente il cancello spostato il ché per Angelo significava l’arrivo di nuovi guai. Il lavoro appena compiuto era stato allora il getto del calcestruzzo entro le casseforme dei pilastri del piano terra. Ebbene nella notte uno dei pilastri ricevette una spinta talmente forte da inclinare il pilastro appena gettato rendendolo quindi inservibile e imponendole la completa demolizione prima che fosse completata la presa del cemento. Per dare una spinta così forte uno sconosciuto aveva per forza usato in mezzo meccanico probabilmente un trattore di quelli normalmente usati dai contadini nei lavori di campagna.

I danni del tipo indicato aumentarono di numero diventando in totale quattro azioni, sempre precedute dallo spostamento del cancello ma per le due seguenti volte consistenti in piccole demolizioni di casseforme in legno già predisposte e pronte per il getto del calcestruzzo.

LA VENDITA DELL’AZIENDA APPARE INEVITABILE

Angelo vedeva in questi attacchi preannunciati un nuovo motivo determinante per ottenere il benestare di Giovanni alla vendita dell’azienda e questa volta disse al fratello che questo era un limite insuperabile. Egli dopo aver tanto lavorato non poteva nemmeno avere una casetta per la sua famiglia creando un problema che sarebbe stato superato semplicemente cedendo l’azienda alla società. Tornò quindi alla carica con suo fratello dicendogli: vedi Giovanni non posso nemmeno costruirmi la casa questo è un motivo in più per concordare la vendita e poi con il denaro avuto ci sistemiamo tutti due con una moderna casa e terreno da coltivare. Purtroppo nemmeno queste sopravvenute motivazioni riuscirono a smuovere Giovanni che restò sempre dello stesso parere senza offrire nemmeno un filo di speranza. .

A questo punto Angelo si trovò nella condizione di prendere la decisione di sospendere del tutto i avori di costruzione della casa e non riprenderli prima di aver scoperto l’autore di quei misfatti essendo convinto che si sarebbero ripetuti ancora.

A rigore di logica la prima cosa fare avrebbe dovuto essere una sua denuncia alla locale stazione dei carabinieri ma al momento di farla Angelo si sovvenne che molti anni prima egli, in paese, aveva avuto non pochi problemi mai risolti con i compagni con i quali aveva scommesso somme rilevanti di denaro per il gioco della morra e ad un certo punto si convinse che i danni subiti altro non erano se non di una vendetta di coloro che quel denaro lo avevano perduto con la convinzione nettamente contraria di averlo invece vinto. Ora non poteva nemmeno accennare si carabinieri un sospetto del genere.

Sussisteva un’altra conclusione totalmente contraria in base alla quale poteva invece trattarsi di delinquenti pagati dalla società che avrebbe costruito la zona Industriale se i suoi famigliari avessero venduto l’azienda agricola. In tale ipotesi poteva trattarsi semplicemente di un vile mezzo per tentare di boicottare la costruzione della nuova casa onde indurre i due fratelli alla ragione. Però, pensandoci bene, Angelo fini per convincersi che questa motivazione contraddiceva in pieno i preavvisi dati con le operazioni di spostamento del cancello che senza dubbio non potevano che essere opera degli ex amici del gioco della morra che erano gli unici conoscitori della motivazione tradizionale e vera di un gesto del genere che assolutamente non era un mezzo noto al di fuori delle convinzioni paesane e pertanto ignoto ai componenti la società di lottizzazione che erano autentici estranei.

In senso assoluto ciò che più di tutto turbò i sonni di Angelo era l’eventualità che fosse stato suo fratello Giovanni con il quale aveva a lungo litigato in corso del l’accordo della divisione a boicottarlo in quel modo.

L’INTERVENTO DELL’INVESTIGATORE ARTEMISIO

Per venire a capo dei molti dubbi atroci. AngeLo pensò che l’unica decisione da prendere era l’incarico ad un valido tecnico di esaminare tutta la questione nella sua interezza a partire dalla vendita alla Società di costruzione della nuova area industriale ed in questo caso il tecnico avrebbe valutato se era questa una soluzione economicamente vantaggiosa e giusta esaminandola da molti altri punti di vista che vanno da quello ambientale, alla distruzione di una azienda agricola diventata ormai uno dei pochi esempi validi di sopravvissuta agricoltura ed al beneficio effettivo che sarebbe derivato ai due fratelli dalla grossa somma di denaro offerta dalla Società edilizia.

Un’altra questione da risolvere era lo scoprire l’autore dei danni apportati alla costruzione della casetta di Giovanni, danni eccezionalmente preceduti da un ammonimento tradizionale come quello dello spostamento del cancello di accesso alla proprietà.

L’incarico venne dato ad Artemisio un investigatore molto noto non solo per aver risolto i numerosi casi di delinquenza accaduti in tante parti d’Italia ma bravo anche nella definizione di disaccordi economici del tipo di quelli esistenti tra i due fratelli.

Artemisio assunse l’incarico ed esperì lunghe ricerche durate oltre sei mesi e che terminarono con una dettagliata relazione contenente tutte le stime economiche fatte e le decisioni che il tecnico si sentiva di consigliare ai due fratelli e riassumibili nei seguenti punti.

1) La assegnazione individuale dei beni posseduti in comunione ed ereditati dal padre avrebbe dovuto assolutamente basarsi sulla costituzione di due assegni di valore uguale di cui la stima definiva l’entità in denaro al tempo dell’incarico

2) Veniva ampiamente documentato che la vendita dell’intera azienda agricola alla Società che avrebbe costruito la nuova zona industriale del paese presentava un notevole beneficio economico ai due fratelli dovuto alla elevata offerta presentata dalla Società medesima. Il risultato, nettamente positivo in termini puramente economici ,veniva sottoposto d una severa condizione di cui al seguente punto n. 5

3) I danni fatti alla costruzione della casa di Giovanni non erano da attribuirsi affatto al comportamento di Angelo nella sua gioventù ed in particolare alle scommesse del gioco d’azzardo chiamato morra . Tutto questo risaliva a molti anni addietro già dimenticati da tutti i protagonisti e soprattutto essendo scaduti da molti anni i termini di prescrizione entro i quali chiunque lamentasse dei crediti non può più pretenderli appunto per scadenza dei termini utili per farlo. Il perito conclude definendo la questione di poco conto e qui di del tutto trascurabile

4) La Società non può assolutamente essere autorizzata ad espropriare le aree private perché non si tratta di opere urgenti ed indifferibili come potrebbe essere ad esempio un ponte, una strada pubblica o un acquedotto. La zona industriale costruita da una Società privata non può essere ritenuta opera urgente ed indifferibile.

5) Un fattore definito dal perito come determinante era la constatazione del del grande valore ambientale ed anche famigliare presentato da un’azienda agricola modello come quella effettivamente esistente. L’importanza di questo aspetto stravolgeva tutte le ragioni espresse ai punti precedenti per concludere che non era affatto consigliabile prevederne la distruzione sia pure di fronte ai benefici economici elencati ma, al contrario, proseguire con lavoro personale oppure affidandolo a terze persone ma comunque abbandonata l’idea della nuova zona industriale, mantenere ad ogni costo viva l’azienda agricola

6) La conclusione finale verteva sul consiglio che Atemisio da tecnico estimatore dava ai due fratelli era quello di completare i versamenti dei contributi INPS onde poter andare in pensione e vivere in un’azienda cosi bella. il perito definiva anche gli anni di lavoro che ognuno dei due fratelli avrebbe dovuto compiere facendo in definitiva rilevare che, trattandosi di un periodo lavorativo esiguo in considerazione dei molti anni di versamenti effettivi già fatti, questa era senza dubbio la decisione da prendere.

LA NUOVA VITA DEI DUE FRATELLI

Da quel momento si può dire che per i due fratelli inizio veramente una nuova vita. Letta e considerata la perizia definitiva di Artemisio dovettero convenire sulla giustezza delle conclusione portate dal perito..

Mancando definitivamente, per le giuste considerazioni di Artemisio, la opportunità di vendita dell’intera azienda, Angelo riprese i suoi lavori e fini la casa dove andò ad abitare mettendo su famiglia.

Iniziata una vita con un accordo pieno da veri fratelli. Ambedue ebbero modo di constatare la bellezza di una vita in quella azienda modello conservata in quella posizione meravigliosa senza alcuna modifica fatta eccezione per i lavori di manutenzione e di aggiornamento dei sevizi come il riscaldamento invernale, servizi igienici moderni e funzionali . Angelo ebbe due figli che lo zio Giovanni amò dal primo giorno e godette la felicità di contribuire da vero zio amato alla loro crescita da tutti i punti di vista e contribuendo a far amare a tutti giovani ed adulti i mille pregi della a vita di campagna .

Tra di loro i due fratelli si vollero un bene vero rinforzato dal ringraziamento che Angelo non finiva mai di porgere al fratello e nel suo immaginario anche ad Artemisio per aver salvato un bene grande come quell’angolo di natura che era l’azienda agricola dei loro antenati. Ambedue nel loro intimo godevano nel pensare quanto felici sarebbero stati i genitori se ancora vivi ma che lo stesso dall’alto immaginavano la felicità dei genitori per quel rifiorire di pace e di serenità che erano susseguiti ad anni di dissidi di discussioni nel mentre la vera soluzione era quella più semplice che ambedue avevano a portata di mano: non annullare un bene quando lo si possiede già.

LA CONCLUSIONE FINALE

La costruzione della grande zona industriale non ebbe mai luogo in quanto non fu affatto provata la urgenza ed indifferibilità nella sua costruzione. Al contrario si sollevarono delle ferree opposizioni di molti paesani che vedevano nella nuova zona industriale la distruzione del panorama del paese.

La vita continuò a lungo indisturbata in quella campagna splendida . Angelo con sua moglie ed i bimbi venuti presto alla luce cominciarono ad apprezzare il vivere in quella campagna magica mentre spesso Angelo ripensava a Giovanni ed a quanto si è battuto perché quel paradiso non fosse distrutto dall’avanzante progresso. I rapporti, tra i fratelli finirono per diventare sempre più affiatati e Giovanni fece da ammirevole zio dei figli che la giovane moglie di Angelo gli donò.

Un giorno Angelo, completamente riconoscendo nel fratello i suoi veri meriti ed un carattere veramente ottimi, lo chiamò in disparte per fargli una confidenza che, gli disse, da tento tempo aveva in mente.

Incominciò prima di tutto ringraziando, come non aveva mai fatto, il fratello non solo per aver a lungo lavorato per mantenere l’azienda, e per l’assistenza prestata ai vecchi genitori, ma anche per essersi strenuamente battuto a far restare immutata a quella zona del paese la sua caratteristica principale che era una bellezza travolgente ed una salubrità eccezionale di cui ora ambedue potevano godere.

Di seguito gli disse testualmente:

Sai Angelo voglio chiarirti un mistero che tu pensavi insolubile e che nemmeno il grande Artemisio era riuscito a capire a fondo limitandosi solo a definirlo un gesto di poco conto . Ebbene quella persona che aveva per quattro volte danneggiato la mia casa quando era in costruzione anticipandone l’arrivo con il tradizionale ammonimento di spostamento del cancello di accesso alla proprietà, non erano affatto gli antichi giocatori della morra come si era sospettato allora, né erano dei delinquenti incaricati e pagati dai personaggi importanti che pur di poter realizzare la nuova zona industriale si temeva fossero i reali esecutori dei danni . Pensa Giovanni , gli disse infine, che colui che ha danneggiato la mia casa per scongiurarti a vendere l’azienda ero proprio io, tuo fratello. Ed ora sono qui a denunciarti il mio misfatto ritenendolo un fatto moralmente grave ed a chiedertene perdono. Sbagliando sonoramente a avrei fatto qualunque cosa, che ora so sbagliatissima, pur di dare il via alla nuova zona industriale e solo adesso capisco il mio grande errore e l’infamia di quanto ho fatto chiedendotene ora umilmente scusa.

Da quel giorno in poi i rapporti tra i due fratelli diventarono ancora migliori .