TANGENTOPOLI

INTRODUZIONE

Giovanni M. un geometra pratico di grandi cantieri edili, per trovare una nuova occupazione sta consultando giornali e visitando alcune imprese quando viene a sapere che sta per essere tenuta l’asta di affidamento in concessione di un importante salto idraulico con concessione ed eserciziario per un lungo periodo di anni di un intero impianto idroelettrico composto da diga di ritenuta, galleria di derivazione dell’acqua ed infine centrale di produzione dell’energia elettrica, tutto da costruire ex novo. Si tratta di un appalto di notevole mole in cui sono invitate le più grandi imprese e società di esercizio di impianti di produzione elettrica. L’asta è aperta al pubblico e quindi Giovanni partecipa al suo svolgimento ed all’esame dettagliato dei concorrenti. Lo svolgimento del provvedimento d’asta è molto interessante per Giovanni perché vengono presentate ampie documentazioni delle valide esperienze fatte da società che concorrono essendo tutte già concessionarie di importanti servizi di produzione e distribuzione i corrente elettrica in Italia ed all’estero. La cosa che risulta strana agli occhi di Giovanni è il fatto che risulta vincente una società tra quelle meno note in Italia, quasi una esordiente in campo elettrico.
Il geometra rimane colpito da questo fatto anche perché nel periodo che si sta attraversando risultano molto diffuse notizie non ancora accertate a fondo ma in base nelle quali si fanno sempre più frequenti accenni di gravi tentativi di corruzione di funzionari scoperti proprio durante attività di affidamento di importanti opere del tipo di quelle in argomento.

ASSUNZIONE AL LAVORO

Giovanni, senza tener conto di dicerie o di strani comportamenti di cui non sussistono certezze ma solo sospetti, fa domanda alla Società vincente l’asta alla quale aveva assistito per essere assunto in qualità di geometra avente molta esperienza nella tenuta di contabilità di lavori in grandi cantieri. La sua domanda viene accettata ed egli dopo un colloquio diretto viene assunto regolarmente ed addetto immediatamente a studiare i progetti delle grandi opere che compongono l’impianto idroelettrico in questione.

I PRIMI ACCENNI DI TANGENTOPOLI

Passano, in fretta giorni , settimane e mesi e Giovanni è il responsabile della contabilità del cantiere avendo due collaboratori giovani geometri.
Come già detto nel periodo in questione la stampa risulta molto impegnata nel descrivere dettagliatamente presunte gravi mancanze nella esecuzione di appalti di opere edilizie pubbliche con frequenti cause penali intentate a personaggi di diversa tipologia sia di direzione lavori sia di esecutori degli stessi.
Tutto questo brusio di irregolarità vere o false mettono sull’allarme Giovanni tanto che, nella sua qualità di responsabile della contabilizzazione delle grandi opere del cantiere dove lavora, decide di porre la massima attenzione onde evitare di essere, magari erroneamente, implicato in questioni del tipo di quelle di cui si discute molto. Allo scopo, oltre a curare al massimo la correttezza e l’esattezza delle contabilizzazioni che sta redigendo man mano che procedono i lavori, egli decide di adottare una regola che consiste nel confrontare tutte le quantità contabilizzate con quelle del computo metrico di previsione facente parte del progetto appaltato. In altre parole di tutte le opere che vengono realizzate esattamente secondo i disegni di progetto egli si impegna a riscontrare una equivalenza almeno sommaria tra quantità previste in origine e quelle realmente contabilizzate essendo evidente che se le opere sono esattamente quello di progetto deve esistere una equivalenza nelle quantità reali di lavoro e quelle di preventivo. Il concetto è senza dubbio valido per le opere certe come ad esempio le parti in calcestruzzo, i ferri di armatura dei cementi armati, le quantità di scavo in roccia e via discorrendo. Esiste invece un tipologia di lavoro i cui volumi sono in partenza completamente incerti.

IL DIAFRAMMA DI IMPERMEABILIZZAZIONE

Occorre a questo punto precisare un dettaglio costruttivo molto importante riguardante le dighe di ritenuta e pertanto anche la diga che sta costruendo l’impresa.
Quel dettaglio costruttivo consiste nel fatto che lo sbarramento artificiale di una vallata, come quello in argomento, non è semplicemente costituito da una specie di grande muraglione che chiude tutta la vallata da una sponda all’altra . Se i lavori fossero limitati a questa sola struttura non sarebbe affatto garantita la tenuta idraulica dell’intero sbarramento artificiale in quanto sussiste la possibilità che l’acqua del costruendo bacino possa continuare ad affluire verso valle passando ai fianchi e attraverso il fondo dello sbarramento in quanto la roccia sia del fondo che delle fiancate è sempre attraversata da piccole e grandi fessurazioni, chiamate faglie, attraverso le quali appunto l’acqua potrebbe defluirei verso valle compromettendo la tenuta idraulica della diga. Per evitare quel pericolo ogni sbarramento artificiale come quello in costruzione deve proseguire anche al di sotto e nei fianchi della montagna tramite un diaframma di tenuta realizzato con profonde perforazioni della roccia ed iniettando in esse cemento sciolto in acqua in grandi quantità ed esattamente quelle atte a chiudere ogni faglia fino a garantire la tenuta di tutto lo sbarramenti nelle sue due parti fondamentali che sono dapprima lo sbarramento vero e proprio in cemento armato che chiude la vallata e che resta visibile ed in secondo luogo il diaframma di impermeabilizzazione che ne costituisce un vero e proprio proseguimento nel sottosuolo e quindi invisibile.
Ora, se risulta chiara la possibilità di definire esattamente il quantitativo di calcestruzzo necessario per costituire il muraglione visibile, non è cosi per quello invisibile costituente il diaframma sotterraneo la cui consistenza dipende dalla presenza o meno delle faglie da sigillare poiché l’iniezione in pressione di cemento e acqua fino a rifiuto é molto grande in presenza di più faglie ma del tutto trascurabile negli altri casi. Ora, se risulta chiara la possibilità di definire esattamente il quantitativo di calcestruzzo necessario per costituire il muraglione visibile, non è cosi per quello invisibile costituente il diaframma sotterraneo la cui consistenza dipende dalla presenza o meno delle faglie da sigillare poiché l’iniezione di cemento e acqua fino a rifiuto è molto grande in presenza di più faglie e del tutto trascurabile negli altri casi. In ogni caso si tratta di quantitativi variabili ed assolutamente imprevedibili a priori.
L’incertezza che ne deriva pone un grande dubbio a Giovanni il quale ritiene che sia messa in dubbio la sua contabilità senza un criterio alternativo di controllo. La necessità di sentirsi sicuro gli fa assumere anche in questo caso un doppio controllo e cioè la contabilizzazione che viene effettuata rilevando man mano i quantitativi immessi nei fori ed in secondo luogo egli si fa consegnare, dai camionisti che portano in cantiere il cemento per le iniezioni, le bollette con il peso di ogni viaggio di cemento effettuato.

I MASSI PRESENTI NELLA GHIAIA

La situazione di Giovanni dovrebbe a questo punto essere del tutto sicura senonché negli scavi in ghiaia del fondo diga vengono ritrovati degli enormi massi che richiedono l’uso delle mine per demolirli ed asportarli. Anche questi risultano essere quantitativi non previsti nel progetto originario e quindi suscettibili di contestazioni. Giovanni trova anche in questo caso il modo per avere una conferma e vi provvede mediante lo scatto di fotografie che documentano tutti i trovanti contabilizzati-.

LA FORMAZIONE ED IL CONTROLLO DELL’INVASO

I lavori vanno avanti fino al termine della diga ed ha inizio la formazione dell’invaso ottenuta con la chiusura della galleria che, per tutta la durata dei lavori in diga, aveva deviato le acqua al di fuori del cantiere permettendo di lavorarvi completamente all’asciutto.
Rimesso nel bacino il flusso d’acqua del torrente, il lago comincia a crescere e per verificare eventuali perdite l’acqua accumulata viene colorata di un colore verde intenso tramite mescolanza con la fluorescina, un colorante non dannoso per l’ambiente.
Vengono poi effettusti dei sopraluoghi nelle zone poste a valle della diga dove purtroppo in un piccolo rio della riva destra della valle scorre dell’acqua colorata di verde. Viene allora deciso di ampliare il diaframma con nuove perforazioni e iniezioni di rilevanti quantitativi di cemento.
Giovanni contabilizza Il nuovo lavoro con la consueta requisizione delle bollette di trasporto.
A questo punto si può affermare che tutti i lavori sono finiti, Giovanni è completamente tranquillo sicuro di avere la contabilità finale corretta e verificata e quindi si potrebbe dar inizio alla messa in servizio della centrale ed alla produzione di energia elettrica. Da precisare che la correttezza di Giovanni discende dalla sua profonda onestà che gli impedisce di commettere scientemente qualsiasi abuso. La sua morale profonda costituisce la base di comportamento in tutte le azioni sia piccole che grandi. Questo è per Giovanni un elemento importante: poter guardare indietro in tutto il passato della propria vita e non poter scorgere mancanze morali di comportamento, di sfruttamento poco lecito della situazione. Egli esige da sé stesso una correttezza spinta agli estremi di fattibilità : questo è il suo impegno fondamentale.

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TANGENTOPOLI

Inizia a farsi notare quel fenomeno corruttivo chiamato tangentopoli oppure mani pulite.

È accaduto che dalle approfondite indagini svolte un po’ dovunque si siano scoperte numerose infrazioni della legge con corruzione di funzionari pubblici operate da imprenditori o industriali scorretti che comprano letteralmente alcuni funzionari
A quel punto della nostra storia scoppia uno scandalo generale che và sotto il nome di mani pulite. La Società di Giovanni vuole essere sicura della regolarità degli atti relativi all’impianto idroelettrico appena costruito ed avvia un controllo della contabilità per garantirsi che anche nel suo ambiente sussistano illeciti nei quali, ovviamente, il colpevole sarebbe proprio Giovanni.
A questo punto egli si sente offeso della mancata fiducia dimostrata nei suoi confronti dalla Società e lo manifesta apertamente.

GIOVANNI PASSA ALLA CATEGORIA DI DIREZIONE

La società fa controllare da uno studio di avvocati tutta la documentazione e soprattutto la contabilità dalla quale risulta non solo che non ci sono errori ma addirittura vi figurano quegli accuratissimi controlli supplementari di cui si è detto e fatti da Giovanni per accertarne a sua volta la correttezza.

Le ottime modalità e la grande cura usata da Giovannj nella stesura dell’intera contabilità di tutta la grande mole di opere costituenti l’impianto idroelettrico a partire dalla diga continuando con la lunga galleria di derivazione che si sviluppava per tre chilometri con percorso da diga per arrivare a fino alla centrale e per caggiungere all’elenco la centrale stessa che era un grande e complesso edificio sotterraneo, colpirono profondamente e favorevolmente la direzione della Società. Fece grande impressione la esecuzione delle verifiche eseguite da Giovanni con un doppio controllo di tutte le grandi quantità di lavoro contabilizzate così acuratamente da ritenersi obbligati a dimostrsre la loro siddisfazione premiandolo con una promozione. Appariva chiara l’importanza del lavoro di Giovanni ritenuta non solo meritevole per la straordinaria iniziativa di conduzione della contabilità e quindi della enorme movimentazione di capitali già avvenuta ma anche e soprattutto a per quella di un loro futuro che intravedevano molto promettente.
A controlli ultimati la Società vole ricompensare Giovanni con un avanzamento di grado ed egli passò alla categoria di dirigente. Ci si accorgerà che dietro questa promozione esiste una trama piuttisto losca.

La Società si premurò allora di spiegargli il suo nuovo impegno ed in particolare che egli dovrà partecipare alla stesura dei nuovi progetti, e delle documentazioni necessarie per partecipare agli appalti ed a tutte le operazioni annesse. Dopo qualche mese Giovanni si trova però incaricato di una commissione che egli non vorrebbe in alcun modo fare ma che invece, nella sua nuova veste di direttore, è costretto ad eseguire. Si tratta di un incarico di fiducia che solo il direttore può e deve fare. Ma In dettaglio, in occasione di una nuova gara di appalto di un importante opera, egli nella sua veste di direttore, deve consegnare a determinati funzionari delle buste contenenti denaro facendosi rilasciare regolare ricevuta. Giovanni tenta in tutti i modi di esimersi da questo incarico ma risulta far parte espressa dei suoi compiti e quindi è gioco forza eseguirla. La consegna del denaro frutta bene ed un nuova lavoro importante viene sffidato ed eseguito dalla Società nei due e anni seguenti.

LO SCANDALO

Passa altro tempo e lo scandalo mani pulite acquista in tutta l’Italia sempre più importanza finendo per interessare molte imprese e società colpevoli di corruzione. Purtroppo tra di queste viene compresa anche la sua società e Giovanni stesso viene imputato di corruzione risultando consegnatario di denaro a funzionari corrotti.
In questo modo Giovanni si trova implicato proprio in quei problemi che nella sua vita si era impegnato non entrare per nessun motivo.

IL GIUDIZIO PENALE

A quel punto la Società convoca Giovanni per organizzare una azione di difesa in giudizio utilizzando gli avvocati della Società medesima per concordare una unità di intenti. Giovanni si sente colpito proprio in quella parte di vita più importante che riguardava proprio la sua moralità fondamentale ritenuta assolutamente essenziale e da tutelare sopra tutto il resto di sé stesso.
Egli prende una decisione irrevicabile e comunica che egli da quel momento pone alla base un elemento essenziale : la verità!. Personalmente nessuno potrà mai indurlo a mancare in questo suo concetto: egli prima di tutto pone alla base del suo operato la verità e su questo principio intende non transigere in nessun modo. Allo scopo egli pensa di trovarsi un avvocato suo personale rifiutandosi fin dall’inizio di concordare una azione comune con la società. Egli agirà totalmente per proprio conto e, come già detto, con lo scopo di far risaltare la verità tutta la verità di tutte le sue azioni buone o cattive che siano, prima di tutto è importante la verità, tutta la verità
Egli infatti si trova un bravo avvocato al quale spiega tutto quello di cui è al corrente facendo rilevare che egli intende rispettare la verità. Trova il pieno consenso dell’avvocato il quale gli precisa che per salvarsi esiste un modo solo : proprio quello di far risaltare la verità precisandogli che in sede di giudizio egli deve far risultare tutto quello che sa anche se non richiesto.
Il fatto provoca un vero disaccordo con la Società ma Giovanni resta fermo nelle sue decisioni qualunque sia la conclusione cui perviene la Società stessa.

LA SENTENZA DI CONDANNA

Il procedimento giudiziario ha ha inizio. Giovanni è imputato di corruzione. Nei suo interrogatorio egli afferma di agire per far risaltare tutta la verità in quanto è la sua coscienza che glielo impone ed egli dirà tutto quello che conosce filo per filo e segno per segno. Logicamente la testimonianza di Giovanni conduce alla verità di alcuni fatti illeciti nella loro interezza. Gli episodi descritti da Giovanni formano dei filmati di alcune azioni illecite che vengono incrociati con altri filmati degli stessi episodi già in possesso degli inquirenti e nei punti di Intersezione danno risultati coincidenti tra di loro con buona approssimazione dando conferma della veridicità delle azioni delittuose descritte e provocando la condanna di tutti gli imputati, Giovanni compreso.
I responsabili della società vengono condannati a pene molto gravi e l’impresa costretta al fallimento a causa dei risarcimenti economici cui sono stati costretti. La Società dichiara ufficialmente fallimento.
Anche Giovanni viene condannato perché ha commesso anch’egli un reato ma la pena comminata é lieve : soli sei mesi di reclusione con la condizionale e quindi non farà nessun giorno di prigione per la motivazione che con il suo comportamento corretto a portato alla luce la verità dei fatti.

La conclusione del racconto trova Giovanni con la fedina penale sporcata dalla condanna a sei mesi di reclusione con la condizionale, quest’ultima concessa perché ha onestamente contribuito alla risoluzione dei problemi..

Egli potrà continuare nel suo lavoro senza alcuna difficoltà ma con l’esperienza di aver attraversato non gtanto impunemente il periodo peggiore di quella guerra chiamata tangentopoli ed esserne uscito con le mani pulite grazie ad una sua generosa ricostruzione della verità . Quello che resta è la condanna con la condizionale ma da parte sua è escluso assolutamente possa trovarsi ancora di fronte a reati penali non tanto perchè in tal caso dovrebbe scontare in carcere come minimo i sei mesi già inflitti quanto invece per il torto già avuto di essere condannato per un reato penale, cosa che non avrebbe mai e poi mai potuto supporre gli arrivasse di commettere come invece ha fatto.