SCAPOLONE IMPENITENTE

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ITRODUZIONE

Carlo fin da giovane aveva dichiarato guerra all’eventualità di avere una famiglia sua. Egli pensava si trattasse solo di preoccupazioni, di impegno economico, mancanza di tempo libero da dedicare allo sport ed ai viaggi e ben diversi degli altri modi di vivere spensieratamente che la sua mente elaborava in continuazione. Insomma è ben chiaro lo forzo continuo da lui sempre sostenuto per poter affermare quello che considerava un reale diritto di restare scapolo. La motivazione è multipla.
Fin da ragazzino si era normalmente divertito con i compagni di scuola negli abituali passatempi sia di tipo manuale come il gioco con la palla, quello di fare delle corse e pasteggiate, di nuotare in piscina ed inoltre di seguire le vicissitudini molto elaborate dei moderni giochi elettronici utilizzando il proprio computer di cui aveva discreta conoscenza oppure con acquisto di apposita attrezzatura digitale completa e pronta al gioco.

CARLO LO SCAPOLONE INTERAMENTE DEDITO ALLO SPORT

Carlo a scuola era riuscito a superare il liceo sia pure con una certa difficoltà, ma, fatto questo, ha sospeso ogni tipo di impegno culturale o comunque mentale per dedicarsi esclusivamente allo sport diventato lo scopo principale della sua vita. In questo senso egli ha affrontato diverse discipline che il suo carattere ribelle sistematicamente faceva iniziare con grande entusiasmo per poi seguire con costanza e prolungato impegno ma, una volta esauritone l’apprendimento e la specializzazione a prezzo di una partecipazione che si potrebbe definire maniacale, finiva per abbandonare allo scopo di buttarsi a corpo morto in un’altra disciplina che gli sembrava più soddisfacente. Durante le sue varie attività sportive aveva nodo di conoscere e frequentare anche ragazze che ammirava dal punto di vista della comune passione sportiva senza uscire in nessun caso dall’impegno prettamente sportivo e confermando quindi i suoi concetti di base riguardanti la vita privata in tutta la sua ampiezza.

Durante il periodo che riguarda in dettaglio la nostra storia, Carlo è totalmente immerso nello sport agonistico invernale e quindi nello sci ed il pattinaggio. E’ proprio nelle gare di sci che egli spera di sfondare ma, da reduce quale egli era di un periodo completamente diverso come quello del rubgy detto anche palla ovale, emergevano delle difficoltà. Il fatto di passare dall’uno all’altro di questi due sport dà una indicazione precisa della poca chiarezza mentale di Carlo nella sua mancata considerazione riguardo la differenziazione sostanziale che sussiste tra dette attività. Se da un lato il rugby si fonda sulla forza muscolare del giocatore, per lo sci è invece tutto elasticità, prontezza di riflessi e senso preciso della discesa su piste ripide e molto complesse e come tali da affrontare con intelligenza e quella elasticità che non era presente nel rugby.
In questo stesso modo Carlo continua ad affrontare diversificati sport ognuno in maniera maniacale ma non con quelle accortezza intellettuale che costituisce la base di qualunque delle attività ma in cui egli è invece deficitario.

CONSTATAZIONE DI UNA VITA SBAGLIATA

Arrivato all’età di trenta anni inseguendo inutilmente delle mire per lui inadeguate e che, dal punto di vista economico, venivano risolte dai genitori benestanti, si trova a dover ragionare sulla necessità di cambiare modo di vita. In questo senso ci sono anche i genitori che, pur lodando tutte le imprese affrontate con un impegno veramente lodevole, tuttavia lo spingono a prendere delle decisioni che esulano dallo sport non più sostenibile se non per divertirsi senza più parteciparvi in senso agonistico visto e considerato che alla sua età non sono più consigliabili .


Carlo, viene così a trovarsi in un frangente particolare della sua vita, costretto a rivedere quei principi personali e del tutto particolari sulla base dei quali egli fin dalla giovane età aveva deciso conformare tutta la sua vita. Al solo pensare a questo veniva assalito dal dubbio atroce di aver sbagliato la parte più importante di tutto il suo essere poiché si trattava di quella fondamentale e che egli un tempo considerava il fior fiore di tutto sé stesso, qualcosa di geniale, di prezioso dal quale sarebbe derivata una modalità di vivere ideale, fantastica, così eccezionale da riservagli un‘esistenza totalmente al massimo della felicità.

Nella sua ipotesi fondamentale aveva escluso ogni eventualità negativa prima di tutto cancellando la costituzione di una propria famiglia che egli considerava solo una noia mortale con le relative azioni complementari che gli avrebbero impedito di trionfare in quello che considerava la felicità massima e cioè lo sport.
Arrivato ai trent’anni gli capitava una tragedia immane come quella di accorgersi che tutto ciò era completamente errato. Nella sua mente andava maturando una vera tragedia ” ma se io ho sbagliato proprio nella parte fondamentale della mia vita, ciò sta ad indicare che sono una nullità, che io sono al di fuori della logica più elementare al punto di prendere la decisione estrema del suicidio.”

Per riuscire a cancellare dalla sua mente questo concetto assurdo, egli si convince di dover chiedere aiuto a qualcuno che però non può essere nè la mamma nè il papà che erano da tempo coscienti della sua situazione tragica senza riuscire a far nulla per assisterlo a causa della loro incompatibilità con un sistema di vita basato soltanto sullo sport..
Egli allora pensa di rivolgersi ad uno psichiatra ma lo assale la paura che ciò comporti l’immediato ricovero in una clinica psichiatrica. Ed allora cosa fare?

L’INTERVENTO DI INTERNET

Dopo giorni nei quali era solo assalito dai dubbi su quello che avrebbe potuto fare senza ricorrere a mali estremi come era quello che gli era balenato in mente per settimane e settimane, arrivò ad una soluzione che gli sembrò ottimale, ed era quella di poter ricorrere ad internet per trovare un aiuto che non riusciva nemmeno ad immaginare di che tipo, con che modalità di esercizio ed infine con che dispendio economico di cui sarebbe stato costretto a fare richiesta ai genitori che comunque sapeva sempre disponibili ad aiutarlo.
Questa soluzione gli era stata suggerita da un amico che aveva incontrato per caso e che sapeva essere un appassionato di blog, di faceboook e di altri social del genere. A questo amico egli chiese di insegnargli il modo per poter lanciare nell’etere una richiesta di aiuto non economico ma solo morale senza esporsi in prima persona ma in forma anonima con possibilità riservata a se stesso di corrispondere direttamente ad una persona che apparisse adatta al suo scopo. L’amico gli fece la proposta di costituire un gruppo fra amici del quale fosse amministratore soltanto egli stesso ed in tale modo avrebbe potuto lanciare del tutto anonimamente le sue richieste di aiuto e quindi colloquiare solo con uno o più corrispondenti che a suo giudizio fossero atti a soddisfarlo.
Carlo trovò buona l’idea e gli diede incarico di organizzare la cosa integrando le apparecchiature che già possedeva e soprattutto compilando l’apposito software.

Definito un titolo del blog che che assolvesse bene lo scopo di sollecitare una persona, che ne fosse predisposta, ad aiutarlo, Carlo cominciò a pubblicare dei messaggi nei quali spiegava in maniera sintetica e generica quale era stata la sua vita, quali gli insuccessi che lo avevano condotto ad una depressione morale e di vitalità bisognosa di aiuto.
Col passare dei giorni egli constatò l’aumentare delle risposte di tutti i tipi senza che egli potesse capire di aver incontrato un aiuto vero. Ad un certo punto cominciarono ad arrivare delle proposte, dei consigli che gli sembravano buoni, il problema era , tra i molti arrivati, scegliere quello veramente adatto.

DANIELA – RAGAZZA DEDITA ALLO SPORT ED ALLA MODA

Tra i molti corrispondenti Carlo restò ammirato per un messaggio di una ragazza ben più giovane di lui la quale raccontava di aver passato buona parte delle sue stesse vicissitudini e alle quali, in maniera del tutto simile alla sua, lei non riusciva affatto ad ovviare.
Anche lei sapeva aver mancato in quelle che erano le aspirazioni più intense tra cui anche lo sport, seguito a ruota dalla moda. Lei riusciva a constatare il grande danno della televisione che, descrivendo in maniera entusiastica e con immagini e filmati molto belli, finisce per ingannare esseri semplici come sono evidentemente anche loro due, magnificando falsamente un futuro che in realtà è sempre molto difficile da raggiungere nel mentre i risultati reali si riducono a fallimenti totali con conseguenti delusioni indescrivibili e ad una deleteria mancanza di fiducia in se stessi.
Oltre tutto, un punto in cui la ragazza andava perfettamente d’accordo con Carlo, era la pessima concezione che anche lei aveva della di una vita famigliare con un marito ingombrante, con dei figli da accudire e da seguire costantemente ed infine con una casa di abitazione che richiedeva anch’essa molta cura.
In conclusione, pur trattandosi di una amicizia appena nata, l’intrattenersi con la ragazza trovava Carlo soddisfatto per la profonda ‘armonia tra i loro modi di vedere la vita,

CARLO ED IL MITO DELLA LIBERTA’ ASSOLUTA

C’era un solo punto, di una certa importanza , su cui dissentivano totalmente l’una dall’altro. Daniela, questo il nome della ragazza, vedeva la salvezza in un solo modo che era quello della convivenza di due persone che siano simili nel modo di ragionare, nelle discussioni importanti ed ovviamente nel comportamento reciproco considerato un elemento fondamentale per la vera riuscita.
In quella discussione risaltava però quella che era la caratteristica fondamentale ed assolutamente negativa di Carlo.
Egli aveva dentro di sè un vero e proprio mito che era quello della libertà che egli considerava un valore di base per tutta la sua esistenza e senza il quale egli non sarebbe potuto sopravvivere. Spiegava a Daniela degli esempi. Supponendo di voler fare un viaggio egli avrebbe posto come prerogativa di base il poterlo fare quando voleva e dove voleva e non solo. La sua libertà gli doveva consentire anche di interrompere in ogni momento quel viaggio perché era proprio questa il vero essenziale della liberalità : poter fare tutto e soltanto quello che gli passava improvvisamente oppure con tempi lunghissimi per la mente. La convivenza era invece l’esempio opposto di quella libertà totale perché la regola poteva solamente essere quella di acconsentire sempre e comunque alle richieste del partner. Daniela infatti contrapponeva a Carlo un valido provvedimento che, a suo avviso, dava un piacere ed una soddisfazione molto maggiore di quella libertà di Carlo. Lei sosteneva proprio che il fatto di accogliere sempre e volentieri una contrapposizione dichiarata dal compagno, dall’amico, le dava una soddisfazione grandissima. Ecco, Daniela non riusciva a far comprendere a Carlo la possibilità di questa soddisfazione che dovrebbe essere reciproca tra due conviventi allo scopo di una vita serena e insoddisfacente .
La fine delle discussioni del tipo descritto era sempre l’interruzione immediata del discorso in atto e l’impegno di non affrontarlo mai più.
Si capisce bene che un modo di fare basato su principi del genere comprometteva tutta la loro amicizia essendo sempre presente in Carlo che lo considerava vitale per sè medesimo.
Era soprattutto Daniela a convincersi che la loro amicizia poteva considerarsi finita vista l’insistenza di Carlo sulla indissolubilità, sulla impossibilità di cancellazione della sua libertà concepita in una maniera assoluta. Lei però, da vera donna come si sentiva di essere, decise di non rassegnarsi ma fare di tutto per arrivare addirittura da aumentare il livello di amicizia con lui.

LA DECISIONE DI DANIELA

Fissato un colloquio personale lei gli disse che avrebbe voluto parlargli chiaramente di quel loro problema. Nell’incontro che fece seguito, lei sostenne che avrebbe ritenuto necessario passare un breve periodo assieme perché necessario onde chiarire bene e giungere infine a soluzione. Carlo chiese subito come poter fare per stare assieme per qualche giorno e la risposta fu quella di fare una piccola crociera che non avrebbe comportato nessun impegno reciproco e, a viaggio terminato, tutto sarebbe continuato come prima. oppure meglio di prima. Daniela insistette sull’importanza di fare quella esperienza diretta dalla quale sarebbe derivata una decisione basata su dati di fatto e non su supposizioni.
A questo punto anche Carlo si convinse e quindi ebbe inizio la crociera di una settimana per visitare la Grecia.
Interessante osservare come ambedue, Carlo e Daniela, avevano girato tutto il mondo ma sempre per impegni personali e cioè rispettivamente lo sport e la moda ma senza preoccuparsi minimamente degli aspetti turistici dei luoghi dove si trovavano. Loro avevano risieduto per più giorni successivi in molte città importanti anche dal punto di vista turistico ed artistico ma di tutto questo loro non avevano assaporato nulla occupati come erano nello svolgere degli altri compiti professionali o amatoriali ma sempre intensissimi e nel cui adempimento impiegavano tutto sè stessi.

Alla data stabilita da Daniela in base a suoi precisi impegni ( ma che vedremo più avanti trattarsi di una data avente motivazioni del tutto diverse) i due amici si trovarono sistemati in una bella cabina di una importante società di crociere con destinazione Grecia e punto finale di arrivo la bellissima località Santorini.

LA CROCIERA

La prima serata all’ora di cena Daniela chiese a Carlo che, se non aveva pregiudizialmente nulla in contrario, avrebbero potuto cenare al tavolo di una coppia di suoi amici che sapeva essere anche loro ospiti della stessa nave proprio in quella quella medesima settimana, precisando però che lo facevano solo per prova e che, se qualcosa non fosse andato bene, nulla vietava loro di cambiare il giorno dopo. Egli non dimostrò nessuna contrarietà anzi, per il momento, ben disposto di trovarsi a conversare con qualcuno.
La cosa si dimostrò oltremodo interessante perché i due amici di Daniela non solo erano molto interessati per lo sport ma addirittura come attività gestivano assieme una palestra a disposizione di un pubblico qualificato.
L’occasione sarà tutt’altro che casuale come risulterà dopo la fine della crociera. Resta il fatto che i quattro conoscenti trascorsero tutta la settimana in una fruttuosa compagnia anche per l’interesse dimostrato per le bellissime località visitate di cui due nuovi conoscenti conoscevano molte particolarità avendole studiate attentamente durante la preparazione del viaggio in nave.
Di fatto la crociera si dimostrò interessante per le condizioni di viaggio e per le bellissime vedute di panorami e di particolari opere d’arte che appartenevano ad un settore che loro due non avevano mai considerato nella loro vita , ma anche e soprattutto perché nei ragionamenti con i nuovi amici si era parlato molto del lavoro inerente la palestra.
Molto stranamente Carlo, attirato dall’ambiente e particolarmente ben disposto nei riguardi degli ospiti della nave e delle bellezze artistiche della Grecia, senza nemmeno accorgersene, non esercitò per nulla e quelle azioni dispotiche che sarebbero state abituali in un ambiente diversificato e spento. Al contrario furono ambedue letteralmente rapiti al punto da farli continuare a descrivere le meraviglie visitate tra di loro due ed anche con i due croceristi amici di Daniela che Carlo aveva appena conosciuto.

Molto interessante la descrizione, richiesta proprio da Carlo sulle caratteristiche del loro lavoro quali insegnanti di ginnastica aventi la particolarità di allenare ed assistere nella loro palestra solo persone anziane le quali i dichiaravano molto soddisfatte in quanto l’impegno a loro richiesto era costantemente adeguato alle effettive loro condizioni di salute con particolare riguardo ai molto anziani per i quali era studiato un impegno leggero che finiva per dare loro altrettanta miglioria di salute.

Fu durante il viaggio di ritorno che Daniela si arrischiò a far notare a Carlo che egli non aveva espresso nessuna richiesta nè improvvisa nè strana della temuta libertà incondizionata durante tutta una settimana facendo restare soddisfatto anche sè stesso .

IL RITORNO A CASA

Tornati regolarmente ognuno in casa propria, la loro amicizia riprese nel modo consueto ma con Carlo che appariva più sereno del solito soprattutto perché non accennava mai a quel problema di mancanza dì libertà che un tempo aveva costituito l’unico motivo dì dissenso con la ragazza.
Daniela, pur essendosene fatta ragione, lasciò passare un paio di settimane per farlo poi rilevare a Carlo sostenendo che, essendo venuta a mancare l’unica motivazione, un tempo sollevata da Carlo contro ogni possibilità di convivenza, avrebbero potuto iniziare almeno per prova a coabitare.

Questa osservazione della ragazza spinse Carlo ad una importante e determinante confidenza che egli da un po’ di tempo riteneva dover rivolgere direttamente a lei ed era esattamente la identica sua domanda appena presentata. Carlo però andò molto oltre l’argomento convivenza con Daniela e le disse : ” Daniela, io da molto tempo apprezzo la tua intelligenza unita alla discrezione ed alla gentilezza che usi nella sua utilizzazione. Io ho capito perfettamente la tua straordinaria strategia. Tu avevi in mente che io avrei avuto bisogno di sciogliermi da quella apatia che mi aveva assalito danneggiandomi gravemente ed è questa la motivazione per cui hai proposto la crociera con la motivazione ben definita di incontrarvi i tuoi due amici.”
“Ma il tuo raffinato ragionamento non è finito lì. Tu, ben sapendo che essi gestivano una palestra, hai escogitato un piano molto articolato progettando che mi avresti dato con quella crociera l’estro del tutto straordinario di provare ad aprire anch’io una palestra per anziani potendo mettere in atto tutta l’esperienza che io ho dello sport in genere.
Ebbene a questo punto non posso dirti altro che sei una persona eccezionale sotto molti punti di vista con la quale io spero di ricambiare in modo totale diventando una persona normale che ti vuole bene ed è arrivato a considerare seriamente di comporre con te una famiglia, con la speranza di un lavoro importante ed anche, se il cielo lo vorrà, anche padre di quei bambini che io non sopportavo.”