LA DIGA AD ARCO-CUPOLA
La cupola è da secoli considerata una delle strutture edilizie migliori per risolvere arditi problemi statici di molte opere . Gli esempi di cupole esemplari e che ricoprono da secoli grandi spazi senza mai aver subito cedimenti o messo in luce difetti sono molti e , oltretutto, sono di una bellezza straordinaria per di più ottenuta con spese di costruzione relativamente modeste.
Nel settore dighe di ritenuta, quelle denominate ad arco cupola che si basano sugli stessi principi fondamentali delle citate strutture a cupola, hanno soppiantato da decenni e quasi totalmente il vecchio tipo di sbarramento a gravità con il quale erano stati creati i primi bacini artificiali richiedendo però opere mastodontiche e senza dubbio più costose. Qualche diga a gravità viene ancora costruita in casi particolari nei quali la modesta altezza in gioco può ancora giustificarle . Dighe arditissime come quella del Vajont, purtroppo causa di una vera tragedia causata, forse colpevolmente, non già dal cedimento della diga stessa ma dal franamento di un’intera montagna che invadendo rapidissimamente il bacino idrico ha provocato una enorme ondata d’acqua che, sorpassato il ciglio della diga, ha distrutto interi paesi e fatto tragicamente perire un migliaio di persone. Però anche il questa malaugurata occasione la diga ad arco cupola ha fornito una grande dimostrazione della sua robustezza riuscendo a sopportare, senza subire danni sostanziali, l’enorme spinta dell’ondata liquida.
Questo racconto riguarda le dighe ad arco cupola non solo per le loro caratteristiche estetiche e strutturali veramente eccezionali ma soprattutto per la funzione che svolgono nel consentire la presenza di bacini idrici di ampiezza notevolissima e non ottenibile in altro modo.
Sicuramente molti conservano tra i ricordi belli qualcuna delle dighe ammirate anche in un passato lontano. Nella parte finale del racconto la diga sarà oggetto di un’avventura totalmente immaginaria e pertanto la sua attinenza con fatti realmente accaduti è puramente casuale mentre potrà destare curiosità e spingere il lettore ad esaminarla nel dettaglio. Essendo l’argomento del presente racconto una diga effettivamente costruita negli anni 60, sono presenti delle delucidazioni e documentazioni interessanti sulle particolarissime modalità costruttive usate.
IL CANTIERE REALE ALL’EPOCA DEI FATTI
Il cantiere di costruzione della diga, che riguarda gli avvenimenti realistici e caratteristici del tempo in cui si svolgono, è frutto di una conoscenza effettiva dei costumi e delle modalità- costruttive dell’epoca .
L’esecuzione di lavori così complessi come sono quelli in argomento, tenuti presenti i tempi in cui hanno luogo, richiede una concezione ideale di una serie di operazioni tutte concatenate e consequenziali l’una rispetto all’altra tanto da rappresentare idealmente lo svolgersi di un film d’avventura appassionante.
Innanzitutto il territorio. Siamo in zona di montagna e totalmente rocciosa . Lo scopo è riuscire a realizzare il passaggio di una vasta area, dapprima ricoperta di alberi o di cespugli e che diventa poi ubicazione ideale per utilizzare esclusivamente il materiale lapideo del posto nella composizione dell’enorme volume di calcestruzzo del corpo diga e delle opere accessorie e secondariamente per offrire la condizioni di sfruttamento totale delle sue caratteristiche naturali, di conformazione topografica e di qualità del suolo e sottosuolo.
Ecco la descrizione della serie continuativa di lavorazioni che si presentano come un vero scenario teatrale per la loro concezione geniale.
Si immagini che nella parte del territorio più elevata rispetto alla sommità della futura diga sia presente un colle roccioso sulla cui sommità viene ricavato un cratere a forma di cono rovesciato che va aumentando man mano che cresce la diga in quanto è dalla superficie interna del cratere medesimo che viene in continuazione prelevato lo strato di pietrame da trasformare nel materiale inerte da calcestruzzo e cioè in sabbie e ghiaie aventi la pezzatura richiesta dal lavoro. Lo scavo ha luogo praticando nella roccia all’ingiro del cratere e con perforatori ad aria compressa, i fori di alloggiamento dei candelotti di dinamite il cui scoppio provocherà la caduta del pietrame facendogli percorrere, in virtù della sola forza di gravità, il pozzo verticale che si era preventivamente costruito in corrispondenza del vertice della base conica del cratere. Nella estremità inferiore del pozzo si trova una breve galleria utilizzata dagli scavatori ad aria compressa per portare all’aperto il pietrame e per versarlo direttamente nella bocca di un grande impianto di frantumazione e vagliatura atto allo sminuzzamento delle pietre ed al suo deposito sul piazzale in tanti cumuli diversificati a seconda della pezzatura. Di fianco a tale deposito inerti si trova l’impianto di betonaggio nel quale vengono immesse tramite ruspa meccanica i quantitativi di rito dei vari inerti necessari per l‘impasto. Le regole per ottenervi il calcestruzzo destinato a costituire un’opera cosi importante come la diga di ritenuta, prevedono che il materiale inerte debba essere confezionato in modo che gli interstizi i tra elemento ed elemento della ghiaia grossa debbano contenere esattamente quello di pezzatura minore il quale a sua volta deve avere le stesse caratteristiche rispetto a quello inferiore. Il procedimento si ripete per quattro volte fino ad arrivare all’introduzione della sabbia che deve saturare definitivamente gli ultimi vuoti. All’interno delle grandi betoniere viene aggiunta l’acqua ed il cemento riuscendo ad ottenere un ottimo calcestruzzo che sarà sistematicamente tenuto sotto controllo dal vicino laboratorio prove. Sarà poi la grande gru-derrik a trasportare l’impasto nella sua destinazione finale di costituzione dei vari manufatti della diga.
IL TRACCIAMENTO DELLA DIGA
Una delle operazioni principali di costruzione della diga consiste nel riportare in posto e con grande esattezza i punti che definiscono nello spazio il manufatto da realizzare ed a tale riguardo occorre precisare che tutto il territorio dell’impianto idroelettrico, diga compresa, è matematicamente definito in funzione di un reticolato di coordinate cartesiane cui ogni elemento deve corrispondere. Ad esempio se nel cantiere diga viene dato ordine di costruire una baracca , di tale edificio, anche se estremamente modesto, vengono prescritte le coordinate dei quattro angoli cui il costruttore della baracca deve attenersi. Ciò vale, come detto, per tutti gli elementi da realizzare ma, nel caso particolare del corpo diga, se si volessero comunicare tutte le coordinate che la definiscono nello spazio con tutti i suoi dettagli di forma, bisognerebbe affrontare problemi assolutamente impossibili per la mole di dati analitici da fornire pur lasciando da parte l’impossibilità assoluta di poterlo fare perché i dati dipendono anche dalle modalità costruttive che inizialmente non sono affatto note, Nella realtà il problema viene risolto fornendo al costruttore non già dei numeri ma invece delle equazioni matematiche le quali, risolte man mano che la diga cresce in funzione della quota di cui si tratta, forniscono i valori delle coordinate. Quelle che sono state fornite nel caso della diga in argomento sono le equazioni dei centri di curvatura dei paramenti monte e valle della diga e, sempre in funzione della quota, le equazioni dei raggi, delle aperture angolari delle varie parti che compongono la diga, le funzioni che definiscono gli assi delle pile del ponte che costituirà la strada camionabile ad arco di cerchio che si svolgerà alla sommità della diga. Quello che si deve capire è il fatto che al momento della costruzione della diga in argomento non esistono ancora macchine calcolatrici di nessun tipo così come non è possibile effettuare la misura delle distanze in diretta . I due problemi sono risolti, per i calcoli con l’uso dei logaritmi e cioè di quell’ artificio che permette di trasformare le moltiplicazioni tra due numeri nella somma degli stessi e la divisione in una sottrazione nel mentre alla mancata possibilità di misurare le distanze si ovvia con doppie misurazioni angolari e solo angolari. Si tratta di lunghe operazioni materiali grazie alle quali si è ugualmente riusciti a risolvere tutte le equazioni ed a calcolare le coordinate dei punti notevoli via via che la diga cresceva determinando ed ubicando con grande precisione il contorno di tutti gli elementi dei vari manufatti e quindi riproducendo in loco esattamente le precise forme e dimensioni di progetto.
LE CASSEFORME DI CONTENIMENTO DEL CALCESTRUZZO
Il getto del calcestruzzo per elementi alti due metri alla volta avviene entro robuste casseforme metalliche ad arco e ad elementi di due metri di altezza che vengpno spostati verticalmente prelevandoli in successione dalla parte di diga in cui è già verificata la presa del cemento ed installandoli superiormente con riferimento ai punti di tracciamento precedentemente riportati nella superficie del calcestruzzo gettato il giorno prima.
LA POSA IN OPERA DEI FERRI DI ARMATURA
Mario Berti è il titolare di una ditta che effettua la posa in opera di ferri di armatura delle opere in cemento armato.
Nel dopoguerra, periodo nel quale si svolge nella nostra storia, l’attività edilizia nasce pian piano aumentando poi di importanza e di numero di lavoratori per le molte costruzioni di case di abitazione nel mentre tra le grandi opere che vengono costruite figurano quasi esclusivamente gli impianti idroelettrici. Mario inizia ad offrire alle imprese edilizie il lavoro di posa in opera del ferro di armatura delle travi, dei solai ed infine di tutte le parti in cemento armato inserite nelle case di abitazione. Ha quindi modo di aumentare nella qualità e quantità delle commesse e soprattutto trova grande interesse sia economico che di soddisfazione ottenuta dalla sua attività, proprio nell’effettuare la posa in opera del ferro di armatura delle dighe. Si tratta di un lavoro in continua crescita e che offre numerosi vantaggi. Si svolge all’aperto e senza difficoltà particolari e per esso Mario si sente predisposto con la particolarità di limitare il proprio intervento alla parte più interessante cioè al solo corpo diga per il quale, essendo in grado di organizzarsi con personale di qualità ed utilizzando attrezzature che gli consentono un lavoro veloce e preciso, può presentare un’offerta molto favorevole sia nei riguardi di sé stesso in quanto vi intravede un maggior interesse economico
ed anche per la società appaltante che può godere di un prezzo favorevole. Ma è soprattutto nella costituzione delle maglie in ferri per cementi armati di grande diametro di cui devono essere dotate le dighe ad arco cupola che trova la sua specializzazione essendosi munito di attrezzi ed anche di sistemi particolari di legatura tra di loro e di posizionamento delle maglie di ferro rispetto la cassaforma di getto che danno una soddisfazione personale ed anche economica così grande da fargli decidere ad assumere in appalto soltanto la esecuzione delle citate maglie di armatura dei paramenti diga relativi al solo corpo diga escludendo quindi tutte le altre opere in cemento armato ivi compresi i pulvini e le fondazioni diga che vengono affidati ad altra ditta. A questo punto nella vicenda di questo racconto figura appunto il ferraiolo Mario Berti che allo scopo consulta in dettaglio i disegni di progetto della diga eseguendo delle approfondite determinazioni dell’ammontare complessivo dei possibili introiti ed ovviamente delle spese necessarie per poter e adottare delle modalità esecutive migliori visto che si tratta di un incarico di grande importanza e che pertanto può presentare un’offerta più vantaggiosa rispetto a quelle degli altri concorrenti all’appalto. Da notare, perché questo sarà un argomento importante nel prosieguo della storia, che Mario esegue un attento esame del progetto prendendo appunti e copie dei documenti necessari per la stesura della sua offerta. Un altro particolare da sottolineare riguarda le modalità di pagamento che nell’offerta figurano commisurate alla quantità e effettivamente posta in opera mese per mese.
La ditta di Mario Berti risulta vincente e, ad un anno di distanza, il titolare viene chiamato per iniziare la posa del ferro nel corpo diga essendo le fondazioni ed i pulvini già realizzati.
Egli riceve dal geometra Luigi Corso la consegna ufficiale del lavoro da eseguirsi sulla base del disegno esecutivo che viene ufficialmente fornito e dal quale però risulta una e sostanziale differenza con i dati che il ferraiolo Mario conosce bene avendo redatto la sua offerta con elementi i di partenza completamente diversi. Infatti la maglia della rete metallica che deve al momento costruire, risulta con distanze da ferro a ferro pari a 30 cm in luogo dei 20 cm in base ai quali aveva stilato la sua offerta. Logicamente Mario è convinto che si tratti di un normale aggiornamento progettuale su cui non ha alcuna obbiezione da fare essendo il suo lavoro pagato comunque in funzione del ferro effettivamente posto in opera e pertanto si guarda bene dal presentare osservazioni anche se trova molto strano il diradamento di un elemento essenziale della struttura in cemento armato. I lavori hanno inizio e procedono normalmente. Oltre al geometra Luigi Corso che esegue la direzione dei lavori e la contabilità delle opere aiutato da alcuni collaboratori, è sempre presente in cantiere l’ingegnere incaricato dal Genio Civile per seguire la regolarità dei lavori. Tutto ciò fornisce piena conferma al ferraiolo che tutto si sta svolgendo regolarmente convincendolo anche che la sua prima impressione di irregolarità costruttiva era infondata.
LA REALTA’ DELLE COSE
Ciò che sta effettivamente accadendo nel cantiere e che viene diligentemente tenuto nascosto, è la preparazione di un illecito notevole. Il citato geometra Corso, responsabile della direzione e della contabilizzazione dei lavori, sta predisponendo le modalità per percepire sostanziali introiti illeciti ed illegali, Egli, ricavando la copia lucida del disegno di progetto dei ferri, ne opera di propria mano una sostanziale modifica in quanto, lasciata inalterata la parte grafica, ritocca invece le cifre numeriche che indicano l’interasse da mantenere nei ferri della grande maglia metallica
falsificando il disegno di progetto e cioè modificando la distanza di progetto da ferro a ferro di armatura che viene portato dal valore originale di 20 a quello di 30 cm sia in orizzontale che in verticale. Il concretizzarsi di un vero colpo delinquenziale avrà effettivamente luogo nei successivi due anni di costruzione della diga attraverso una sequenza anch’essa ben architettata. Il geometra Corso, in virtù della confidenza maturata con l’impresa costruttrice, si fa dare copia di tutte le fatture di acquisto dei ferri da parte dell’impresa stessa ed inoltre, essendo lui stesso che eseguirà durante tutta la durata dei lavori la contabilità degli stati d’avanzamento da pagare all’impresa, potrà ogni mese confrontare il peso totale del ferro acquistato con quello contabilizzato trovando il risultato eclatante di una contabilizzazione del ferro notevolmente maggiorata rispetto a quella di acquisto. Il notevole guadagno dell’impresa non può che derivare dal fatto che nella contabilità viene conteggiata la maglia di progetto pari a 20 cm di distanza da ferro e ferro , mentre nella realtà ne viene costruita una da 30. Oltre a questo è da notare che ogni mese l’impresa compensa la ditta del ferraiolo Berti sulla base di un peso totale effettivo mentre la impresa stessa viene compensata con un quantitativo teorico notevolmente maggiorato rispetto alla realtà.
Tale illecito trova condizioni ideali nel l fatto che egli si sa per esperienza diretta che nessuno, né il personale della direzione Lavori né l’ingegnere del Genio Civile , controlla l’andamento reale dei lavori limitando il proprio operato ad un’occhiata veloce senza mai preoccuparsi di usare il metro per controllare una dimensione cosi facile da misurare ma così importante come quella in argomento.
LA COSTRUZIONE DELLA DIGA
Iniziano e proseguono regolarmente tutti i lavori di costruzione della diga che hanno termine nell’arco di due anni.
A questo punto il geometra Corso può conoscere le notevolissime cifre di denaro guadagnate dall’impresa. Attende che il cantiere sia smobilitato e che tutte le maestranze ( compresi i ferraioli) siano trasferite in altro cantiere per fissare un appuntamento con il titolare dell’impresa al quale fa presente che esiste una enorme differenza di peso ferro tra contabilizzato a favore dell’impresa e quello da essa acquistato e dalla stessa pagato con regolari fatture di acquisto. Nel colloquio il geometra sostiene che l’impresa medesima avrebbe dovuto accorgersene fin dal primo stato d’avanzamento e segnalare il fenomeno. L’impresario cade dalle nuvole e dichiara di non saperne nulla, semplicemente dichiara di aver constatato un ottimo risultato economico complessivo del cantiere che riteneva dovuto alla buona competenza e buona volontà di tutto il personale. Il geometra dichiara che tutto ciò non ha nulla a che vedere con il peso del ferro contabilizzato e mette in dubbio che l’impresa abbia fatto ricorso a mezzi illegali di approvvigionamento del ferro minacciando i far scoppiare uno scandalo. Purtroppo il finale è quello basato sulla corruzione in base al quale viene data una rilevante somma di denaro al geometra per indurlo a lasciar perdere il fatti. Tutto appariva allora estremamente regolare, sia la contabilità che la fatturazione di acquisto del ferro . La vicenda termina qui. La diga è finita ed entra in servizio, con ottimi risultati economici dovuti alla buona produzione di energia elettrica dell’impianto.
La società che gestisce l’intero impianto idroelettrico esegue i controlli di rito della regolarità degli impianti e per quanto riguarda la diga effettua costantemente il controllo della sua stabilità mediante le sistematiche letture ai collimatori che ne constatano gli spostamenti verso valle in coincidenza con i riempimenti fino al massimo livello del bacino, trovando che si mantengono costantemente al di sotto dei limiti normali.
Dopo un paio d’anni di esercizio viene addirittura tenuta una conferenza dove vengono illustrati i buoni risultati dell’intera operazione di costruzione e gestione dell’impianto idroelettrico
UNA DECINA D’ANNI DOPO
Passa una decina d’anni durante i quali Berti, il titolare ferraiolo, non riesce ad allontanare dalla mente il grosso problema dei ferri della diga posti a 30 cm anziché 20. Non succede mai nulla, il geometra Corso , e l’impresa, autori del misfatto, vivono tranquilli godendosi il mal tolto alla comunità mentre il ferraiolo è costretto a restare completamente al di fuori di ogni avvenimento. La cosa più tragica, nella sua mente, è la convinzione che, qualora dovesse succedere una tragedia, come il crollo della diga per un qualsiasi motivo, figurerebbe come una propria grande sua colpa personale il fatto di non aver aver segnalato alla pubblica autorità la faccenda dei ferri più radi del progettato. Il suo animo è pieno di scrupoli che fatica a superare.
Una impressione che spesso, riguardo i fatti strani come la corruzione prima descritta e che concerne soprattutto la moralità degli individui, si provi chiaramente la strana sensazione che che i misfatti debbano per forza venire a galla ed essere giustamente puniti, sia pure senza che siano note le modalità con cui ciò avrà luogo . Si percepisce che tali fatti devono trovare una risoluzione grazie ad avvenimenti che alla fine non appaiono del tutto casuali ma invece organizzati da un destino che non ammette malefatte di entità e morale così sconcertanti come quelle indicate . Anche nel caso in questione accade qualcosa del genere . Infatti in tutta Italia cominciano a persistere delle alluvioni sempre più dannose e si sta diffondendo la convinzione che si debba programmare la sistemazione dello stato altamente pericoloso del sistema di sgrondo delle acque di piogge grandi e grandissime. Oltre a tutto la tipologia delle piogge intense sta assumendo una nuova caratteristica che vede concentrarsi in vere bombe d’acqua lo stesso volume di pioggia che un tempo era distribuito in tempi più lunghi e quindi più facili da tenere sotto controllo.
Si compiono lunghe discussioni sulle decisioni da prendere arrivando a considerare necessaria, tra l’altro, la verifica dello stato delle dighe di ritenuta essendo ben noti i pericoli che eventuali deficienze di quei sistemi di accumulo di grandi volumi idrici potrebbero causare nei territori posti a valle. In primo luogo viene deciso di estrarre da tutte le dighe italiane alcuni cubetti di calcestruzzo e degli spezzoni del ferro di armatura per assoggettarli alla verifica della buona rispondenza dei campioni con i valori ammissibili..
A quel punto il ferraiolo sente impellente kil bisogno di reagire a quella resistenza che gli aveva prima impedito di denunciare il dubbio atroce che risiede da molto tempo nella sua mente riguardo le vicende dei ferri della diga. Si fa accogliere da funzionari addetti ai quali consiglia di effettuare il prelievo dei cubetti non a caso o su strutture particolari ma invece ubicarli valentemente in corrispondenza delle maglie del paramento a monte e di quello a valle della diga in modo da confermare o meno la differenza tra realtà e progetto da lui stesso segnalata.
Nella diga costruita da dieci anni viene deciso come consigliato dal ferraiolo, di estrarre 5 blocchetti lungo il paramento monte ed altrettanti in quello di valle. Per definire l’ubicazione dei prelievi vengono consultati i disegni di progetto dai quali effettivamente risulterebbe prevista la maglia di ferri di grosso diametro e con interasse di 20 cm.
Cosi viene fatto e non appena iniziata la pur modesta demolizione del calcestruzzo appare subito evidente la gravissima differenza tra progetto e realizzazione del ferro d’armatura denunciata dal ferraiolo. Vengono alla luce i ferri d’armatura e ripetutamente confermato che essi si trovano a distanzia di 30 cm uno dall’altro sia in orizzontale che in verticale.
Viene interpellato anche il progettista della diga il quale, dopo aver consultato i propri documenti, conferma la prescrizione di un interasse dei ferri di armatura pari a 20 cm.
La cosa incomincia ad essere di pubblico dominio e ne nasce uno scandalo vero e proprio strombazzato da stampa e televisione che non cercano altro per creare sensazione.
Il geometra Corso sottoposto a stringenti interrogatori resiste per un certo tempo dichiarandosi totalmente estraneo alla vicenda ma ad un certo punto le documentazioni evidenziano chiaramente la grave manomissione effettuata consentendo anzi ordinando di persona la esecuzione di opere nettamente difformi dalla progettazione ufficiale allo scopo delittuoso di ricavarne un beneficio economico. Vengono alla luce anche le connivenze dell’impresa costruttrice e le mancanze gravi dell’ingegnere del Genio Civile addetto al controllo della buona esecuzione delle opere.
Lo scandalo è tanto più grave in quanto, per garantire la sicurezza di una diga costruita in difformità dal progetto, viene ridotto lo sfruttamento del bacino di accumulo abbassando di dieci metri il livello massimo consentito per il lago. Tutto ciò si traduce in un aggravamento delle sanzioni comminate ai colpevoli.
CONCLUSIONE
la conclusione della vicenda vede i colpevoli pesantemente condannati e l’impianto idroelettrico tornato alla sua piena funzione in quanto dalla lunga serie di controlli degli spostamenti della diga effettuati con il collimatore e la mira posta al centro sommità diga risultano spostamenti verso valle inferiori di quelli prevedibili e quindi l’opera risulta perfettamente rispondente alla sua funzione di ritenuta delle acque anche in corrispondenza al massimo livello di invaso.
Alla fin fne tutte le vicende sono rientrate nella normalità: i responsabili puniti e l’impianto tdroelettrico regolarmente funzionante.