MECCANICO PERENNEMENTE

INTRODUZIONE

Alberto svolgeva da molti anni il lavoro di meccanico per automobili con molto piacere per la passione che fin da ragazzo aveva per le macchine automobilistiche. Ai suoi tempi di gioventù l’automobile costituiva la felicità piena per i pochi che la possedevano e il desiderio massimo da raggiungere per tutti gli altri.
La passione veniva soddisfatta, anche senza avere l’automobile, con l’interesse per la crescente attività di aziende primarie come la Fiat, la Lancia e l’Alfa Romeo, ditte italiane che riscuotevano l’ammirazione di tutto il mondo per il continuo progresso sviluppato nel migliorare la qualità dell’importante mezzo di trasporto non solo tramite una continua creazione di automobili di tipologia avanzata ma anche nel continuo miglioramento di tutti i loro mille componenti. .
Per portare un esempio eclatante di questa innovazione applicata ininterrottamente da aziende italiane, basterà spiegare l’avvento in tutto il mondo della carrozzeria portante introdotto dalla fabbrica italiana Lancia e poi con una eclatante sua esplosione in tutto il mondo.
Importante sapere che le prime automobili erano tutte basate su un grosso telaio di poutrelle in acciaio destinato a sopportare il carico di tutti i componenti della macchina e, detto in maniera solo indicativa, con il peso della carrozzeria, del motore, della batteria è di tutte le altre parti minori che la formavano. Ma oltre a questo, il robusto e pesante telaio in acciaio aveva il compito di trasmettere agli assi delle quattro ruote tutto il carico della vettura automobile ivi compresi i passeggeri il cui peso gravava anch’esso sulle ruote. Si capisce come, in quei tempi, il telaio, costituito da una ragnatela di profilati in acciaio, era la parte che, dal punto di vista costruttivo, costituiva veramente il fondamento del mezzo. Immaginarsi la meraviglia che nel 1923 provocò l’uscita per la prima volta nel mondo intero della vettura Lamda costruita dalla fabbrica italiana Lancia ed avente una novità importantissima poiché mancava totalmente del telaio portante. Da quel momento si diffuse in tutto il modo la nuova modalità delle carrozzerie più robuste perché destinate a sostenere tutti i carichi che prima erano la funzione esclusiva del telaio. Era così nata la rivoluzionaria carrozzeria portante che fu adottata da tutte le fabbriche di automobili ed è ancora usata in tutte le vetture.


ALBERTO

Alberto, il nostro bravo meccanico. Fino a qualche anno addietro si poteva sostenere che non esisteva problema di mancato funzionamento dell’automobile che egli non fosse in grado di risolvere. La sua conoscenza di tutte i componenti delle vetture, perfezionata dai tanti anni di lavoro ed inoltre dalla passione per le automobili in genere, glielo consentiva con le massime facilità e premura.


L’INCERTEZZA DELLA SOPRAVVIVENZA DELL’ ATTIVITA’

Ad un certo punto l’associazione artigiani di Mestre tenne un convegno per tutti i meccanici del ramo automobilistico, regalando anche un libro avente lo scopo di segnalare che la previsione per il futuro di quel tipo di lavoro specialistico avrebbe subito un forte calo dovuto alla diffusione delle vetture interamente elettriche la cui caratteristica costruttiva era tanto diversa da escludere gli interventi di meccanici privati come quelli presenti al convegno. sia per una differenziazione marcata del sistema meccanico e sia perché sarebbero intervenute direttamente le stesse case automobilistiche ad aggiungere all’attività di distribuzione delle vetture anche la loro manutenzione la quale, oltretutto, abbisognava di scarsissimi interventi di riparazione grazie soprattutto alla semplificazione costruttiva del motore elettrico rispetto alla complicazione e quindi alla difficoltà e al nutrito numero di riparazioni che presentava il motore a scoppio.


LO SCARSO NUMERO DELLE VETTURE ELETTRICHE IN NORMALE USO

Alberto e tutti i meccanici presenti al convegno restarono molto impressionati dalle tristi novità e dalle pessime prospettive che venivano fatte risaltare .
È da far presente che a causa di quel convegno anche l’opinione pubblica restò scossa da una previsione della crisi di una categoria di lavoratori abbastanza nutrita e delle difficoltà economiche che ne sarebbero derivate . Ne seguirono discussioni private che finirono per interessate anche l’autorità pubblica ed anche alcune delle associazioni ed enti morali il cui compito era proprio quello di seguire l’andamento della vita privata con particolare riguardo proprio dei pericoli che corrono i lavoratori e delle conseguenze che ne derivano per le famiglie. Ne fece seguito una presa di posizione volta all’informazione dell’andamento reale di una crisi come quella chiaramente documentata ma della quale non se ne intravvedeva ancora l’arrivo. Se da un lato se ne percepiva una fatalità dall’altro non ne risultava affatto alcuna attuazione reale. In effetti la diffusione delle vetture elettriche, che avrebbero dovuto sostituire quelle con il motore a scoppio, provocando la temuta crisi di un doppio problema inerente una disoccupazione di lavoratori ed inoltre la necessità di dover sostenere in ogni famiglia le spese per l’acquisto delle nuove macchine, in realtà non si notava affatto a causa dello sparuto numero di nuove vetture a funzionamento totalmente elettrico presenti nel traffico automobilistico.
Lo scetticismo per le elettriche aveva molte ragioni. Prima di tutto era l’elevato costo di acquisto ed in secondo luogo molto determinante la limitata autonomia seguita a ruota dai lunghi tempi di attesa per la ricarica degli accumulatori. A tutto questo si erano aggiunti dei pregiudizi niente affatto comprovati, come il pericolo di incendio e la scarsa durata delle costosissime batterie. Sopra tutto quello che troneggiava era senza dubbio la preoccupazione dei responsabili politici mondiali di una grande crisi economica provocata dalla veloce messa fuori uso dell’insieme delle industrie che in tutto il mondo costruivano automobili tradizionali. Si trattava di un danno economico colossale che una società come quella di allora basata soltanto sul profitto non avrebbe potuto assolutamente tollerare. In questo senso si tentò anche di progettare la produzione di nuovi carburanti ricavati dalle piante ed aventi la caratteristica di non produrre scarichi di CO2 come accade ora con i derivati dal petrolio usati nelle automobili con motore a scoppio.
A tutto questo è da aggiungere l’operato degli i mportanti “padroni” del petrolio i quali senza dubbio non sono stati fermi ad osservare la sparizione del loro immenso guadagno in dollari senza fare nulla.
Dalle considerazioni espresse si poté concludere come il destino del protagonista del racconto fosse niente altro che un campo minato.
Da una parte arrivava un ammonimento di una gravità eccezionale poiché si preconizzava che i meccanici come lui dopo poco tempo non avessero più lavoro per la sparizione delle vetture tradizionali che costituivano il loro campo di lavoro esclusivo, dall’altro lato si dimostrava invece l’impossibilità che tutto ciò avesse da realizzarsi nella situazione reale dove non se ne riscontrava ancora alcun segno.
Ma allora Alberto cosa doveva fare per la sicurezza del suo futuro ?

LE INIZIATIVE DI ALBERTO

Per avere qualche notizia in più Alberto interrogò alcuni colleghi che lavoravano in grandi officine di riparazione auto constatando che molti erano intenzionati a cambiar lavoro perché era ormai pacifica la fine delle officine di quel tipo. A loro volta le grandi officine di riparazione auto, prevedendo un progressivo calo di quelle con motore a scoppio, minacciavano già il Licenziamento progressivo del personale in modo da poter dopo pochi anni chiudere totalmente l’attività.
A quel punto Alberto vide chiaramente il da farsi. Si licenzió subito e con li soldi della liquidazione aprì una piccola officina dove egli riparava vecchie auto a scoppio con un programma preciso. Egli era al corrente che Fino al 2035 potevano sopravvivere moltissime auto tradizionali mentre i camioncini a scoppio duravano fino al 2040. Egli aveva 50 anni ed era da prevedere che la sua piccola officina avesse lavoro fino ad una sua età sufficiente per andare in pensione.
Egli dunque aprì una piccola officina dotata di tutta l’attrezzatura necessaria a compiere le riparazioni delle vetture con motore a scoppio. La sua bravura di specialista, ben nota dal suo lungo periodo di lavoro presso grandi officine, gli procurò subito una buona clientela di persone che percepivano il pericolo che queste ultime chiudessero e quindi si preoccupavank di trovare una nuova officina.
La diffusione delle auto elettriche avanzava molto lentamente per i motivi già elencati cui si aggiunsero le incertezze relative alla nuova tipologia di vettura riguardanti nuovi tipi di batterie più performanti, l’utilizzazione di nuovi carburanti come l’idrogeno ed addirittura l’energia nucleare. Tutto questo creava confusione riguardo la scelta di nuove automobili da parte di automobilisti che si rifugiarono ancora sulle moribonde auto miste benzina – gas e benzina – elettricità le quali tutte avevano ancora bisogno di meccanici tradizionali.
In conclusione Alberto con la sua piccola officina meccanica di riparazione auto ebbe lavoro più che sufficiente per arrivare alla sospirata pensione.
La vera conclusione del racconto è un’altra. L’arrivo totale delle automobili elettriche che sostituirà completamente il motore a scoppio potrà avvenire soltanto quando saranno cambiate in maniera definitiva le modalità di alimentazione elettrica del motore e di tutte le altre apparecchiature e ciò dovrà aver luogo in maniera diversa da quello basato sulle batterie oggi usate. Potrà forse essere l’idrogeno o qualche altro potente sostituto. La vera soluzione sarà quella che si basa su un piccolissimo impianto nucleare posto a bordo della vettura.
Diversamente potrà grattarsi di una trasmissione aerea della correte alla macchina. Tutti questi dispositivi però non saranno in grado di far muovere direttamente le ruote o in qualche altro modo far avanzare la macchina. Si tratterà sempre di un sistema di produzione o di trasmissione alla vettura dell’energia elettrica necessaria nel mentre tutto il resto dell’automobile sarà sempre un veicolo elettrico , anche se migliore ma sempre dello stesso tipo delle macchine elettriche attualmente in uso