LE FOGLIOLINE – LA STORIA CONTINUA

Al momento in cui si svolge questo racconto è l’anno 2031 .

La causa di tale disordine temporale risiede Fatto che io dell’anno 2021 avevo incontrato una bambina molto dolce che mi aveva regalato tre foglioline. Io, ad un’età così avanzata, sono rimasto colpito dalla gentilezza, dalla bellezza di quella bambina ma soprattutto dalla grazia da lei usata nell’offrirmi quelle tre foglioline che mi sono sentito in dovere di scrivere il racconto “ le foglioline “ che poi ho pubblicato su diversi siti . Lo scopo di quel racconto era quello di riuscire a rintracciare nuovamente quella bambina. Mi sarebbe piaciuto che il suo papà le leggesse il mio racconto, completamente immaginario, che parlava proprio di lei e della sua famiglia. Purtroppo il ritrovamento auspicato non è mai avvenuto.

Ci troviamo ora dieci anni dopo la vera data attuale e quindi nell’anno 2031, io avrei 99 anni e ricevo la seguente lettera.

Egregio signor Meneghin. Mi deve scusare se mi permetto di inviarle la presente. Io mi chiamo Laura ho 13 anni e per puro caso sono arrivata a leggere un racconto che riguarda me stessa quando ne avevo solo tre. Il racconto è stato scritto da lei signor Meneghin 10 anni or sono e la sua lettura mi ha commosso perché riguardava proprio la mia persona quando ero una bambina di tre anni e come dice lei ero molto bella e tanto graziosa da spingerla a scrivere un racconto immaginario alla cui lettura mi sono veramente commossa. La causa per la quale lei non ha potuto rintracciarmi è molto semplice : i miei genitori hanno cambiato residenza ed ora ci troviamo lontano e non potremo certamente incontrarci. Secondo mé però c’è sempre una cosa che lei sig. Meneghin può fare ed è, come ha fatto la volta precedente, immaginare il seguito della storia immaginaria che riguarda mé. Con questa preghiera io la ringrazio e la saluto per sempre

A questo punto è chiaro cosa io debba fare ed è immaginare che Laura sia qui vicino a mé e che la storia continui.

Ed eccola ed è Laura che parla

Fatalità vuole che ora io abbia finito le scuole elementari e la mia mentalità sia molto diversa da quella di allora però, se pur non ricordo quella mia bellissima abitudine dei tre anni però di quel tempo ricordo molto bene il ritorno a casa di mia mamma : un episodio che mi ha dato una felicità cosí grande che non la dimenticherò mai finché vivrò. Ma un fatto è da rilevare ed è la circostanza davvero eccezionale per la quale io mi trovi qui davanti a lei sig. Meneghin . Il motivo è evidente : il precedente racconto non è privo di conseguenze perché io non riesco a cancellarlo dalla mente e sento in me il desiderio di crederlo vero, di averlo veramente vissuto così come raccontato. A me sembra tutto vero quello da lei raccontato prova ne sia il bene che si vogliono tutt’ora i miei genitori ed io mi figuro che tutto quel bene non sarebbe possibile se non fosse stato preceduto da quella sbandata di mia mamma seguita da quel romantico ritorno. Io ovviamente non sono riuscita a tenere nascosto ai miei genitori il racconto relativo a fatti di 10 anni fa, ma lo ho subito fatto leggere a loro. La cosa più interessante è stato lo stupore di mio papà che ora ha 33 anni ma non si ricordava delle foglioline che io avevo l’abitudine di regalare e provava grande dispiacere per non averlo saputo allora quando lei lo ha pubblicato su numerosi blog.

Il mio papà è riuscito ad immedesimarsi nella parte da lei assegnatagli inducendolo a porsi ripetutamene delle domande. La finzione principiale che egli non riusciva ad immaginare era quella dell’abbandono della figlia treenne che, nella finzione del racconto, sua moglie Rosetta avrebbe avuto il coraggio di fare. Un’altra cosa che , tenuto conto del bene infinito che i miei genitori hanno sempre voluto a mé, non riusciva proprio ad immaginare quale sia stato il suo ipotetico comportamento di fronte al tradimento di sua moglie .

Mentre mio papà fantasticava sui tradimenti, mai avvenuti, di sua moglie, io tra mè e mè continuavo nel seguito del suo racconto immaginario.

Dunque mia madre Mariuccia ( siamo nel suo racconto immaginario ) ha preso una sbandata per un giovane sportivo sbandata così faraonica da abbandonare tutto, casa, marito Arturo ed anche la figlia Laura che sono io.

Nel racconto il mio papà spiega a Mario che anche lui ha avuto una sbandata per la collega di lavoro che era la sua segretaria, sbandata che non cessa di fatto ma viene soltanto rimandata causa la malattia di papà che lo fa mancare per un certo tempo dal lavoro. Quando, perfettamente guarito e riconciliato con la moglie, ritorna al lavoro, quella collega con la quale (sono parole di papà) egli passa effettivamente più tempo di quello che passa con la moglie, gli chiede come stà ed avanza anche qualche pretesa nei riguardi del buon rapporto che esisteva un tempo tra loro. Mio papà le spiega del perfetto ricongiungimento con la moglie Rosetta con la quale egli pensa di trascorrere felicemente gli ultimi anni di vita. Il ripetersi dei contatti lavorativi con la sua segretaria personale spinse quest’ultima ad essere lei a dichiararsi ancora innamorata di lui. A questo punto Arturo comincia a riflettere e a domandarsi se vale la pena di riaprire una piaga di cui conosce bene le caratteristiche molto negative. Nella sua mente ripassa tutto il dolore che lo colpí in seguito al tradimento di Rosetta ma soprattutto rivede tutto il dolore della figlioletta , ed inutilmente si consola dicendosi: ma Laura era piccola, ora ha 13 anni e patirebbe molto meno dell’altra volta. Dentro di sé sente che questa cosa non la vuole fare a tutti i costi. Però ogni volta che torna al lavoro percepisce esattamente quello che sta provando la sua collega, spinta com’è a fare avances sempre piú avventate anche se si trova in un ambiente inadatto come quello di lavoro. Egli prova a spiegare alla compagna di lavoro il grande sentimento che prova per moglie e figli e la convinzione assoluta che ha di non dover tradire in un nessun modo.

Le cose continuano e diventa sempre piú grande quell’amore , non corrisposto tra i due.

Ma egli ha ormai deciso in maniera definitiva di smettere completamente questo rapporto che ormai considera un rapporto insano, malato.

Un giorno la affrontò deciso e le disse queste parole: tu dici di volermi tanto tanto bene da sentirti in grado di fare qualunque sacrificio pur di farmi contento. Io ti capisco e so che sei sincera. Allora ti spiego quale è il regalo che vorrei da te. Vorrei quel regalo più grande che puoi farmi, quel regalo che facendo tanto tanto felice mé, di riflesso farebbe felice anche te prima o dopo: rinunciare definitivamente e per sempre a mé. Questo sarà un regalo fatto con il cuore ed i regali fatti col cuore sono i più belli come, prima o dopo , avrai modo di constatare tu stessa.

ìDi fronte ad una richiesta del genere la donna restò a lungo muta ma dopo gli diede la riposta che voleva: A questa domanda io non posso che rispondere si. Sì ti voglio un bene così grande che ti farò quel regalo che mi chiedi. Se non lo facessi significherebbe non volerti tanto bene. Il giorno dopo lei si licenziò dal lavoro ed a casa disse che lo aveva fatto apposta perché il desiderio che lei aveva coltivato da sempre era quello di trasferirsi a Londra e trovare un lavoro là.

Questo fu quello che la ragazza fece in realtà. A Londra per il momento trovò lavoro come pizzaiola ma piano piano, imparato bene l’inglese, lei riuscí a fare anche a Londra lo stesso lavoro di segretaria così come era la brava segretaria di Arturo in Italia.

Arturo conservò per sempre nel profondo del suo cuore questo grande amore cui egli non aveva voluto più corrispondere mentre la vita di tutti i giorni lo lasciava tranquillo a risolvere i molti problemi che tutte le famiglie devono affrontare e di conseguenza finì per dimenticare quello che era accaduto con la segretaria.

Passarono cosi alcuni anni quando dall’Inghilterra gli giunse una lunga lettera con la quale la sua ex segretaria nell’annunciargli il suo matrimonio, cui era invitato anche lui, gli disse che finalmente aveva provato quella grande gioia di aver un tempo fatto quel regalo a lui .

Gli fece anche questo racconto dal suo fidanzamento e fino al matrimonio.

Lei stessa quando aveva conosciuto la persona che adesso andava a a sposare, non aveva alcuna intenzione di conoscere un nuovo uomo perché nel suo animo aveva sempre Arturo che non riusciva per nulla a dimenticare. Quel ragazzo insisteva, la rincorreva in tutto il tempo ma lei continuava a respingerlo.

Le cose andarono avanti per molto tempo sempre allo stesso modo. Il ragazzo insistente a dismisura ma sempre respinto, un bel giorno le disse: tu hai qualche evento segreto che non mi vuoi raccontare e soltanto se me lo spiegherai io potrò capire il perché del tuo comportamento. Tanto insisté con questa giusta richiesta che una sera lei gli racconto tutto quello che le era capitato in Italia. Lei si era innamorata di un uomo felicemente sposato . l’amico voleva sapere se lei aveva ancora in mente quella persona ed allora lei gli disse: Io per lasciarlo ho dovuto fargli il regalo più bello ma il più difficile, il più doloroso che avessi mai potuto fare. Quel regalo consisteva nel lasciarlo per sempre. Io ho riflettuto per qualche minuto e poi gli ho detto; sta bene se questo è quello che chiedi a quella persona la quale, se è vero che ti vuole veramente bene, deve per forza farlo . Quel regalo che voleva da me per amore era che io lasciassi lui per sempre. Così feci io e da quel giorno io non lo mai più visto nè sentito. Non solo ma per allontanarlo veramente sono venuta in Inghilterra dove , come vedi , mi trovo tutt’ora.

L’amico rimase talmente rapito da quel racconto ma soprattutto dalla nuova immagine che in quel preciso momento vedeva in lei. A quel punto le disse: di fronte ad un persona capace di tanto , io ti posso assicurare che io quella persona non la potrò mai lasciare , una persona cosi io non la posso mai più perdere e sappilo bene io sarò per sempre tuo che tu lo voglia o no!.

Devo dirti Arturo, che da allora ho capito che si veniva realizzando ciò che tu avevi affermato con queste tue parole di allora : anche tu, prima o dopo, sarai tanto contenta di avermi fatto questo grande regalo, perché i tutto ciò che si fa col cuore è e sarà sempre premiato con qualcosa di ancora più grande del regalo stesso.

Io oggi ne sono felice e ti ringrazio di tutto cuore.“

Arturo fu così contento di quella lettera che, senza dire nulla alla amata moglie, la fece leggere a Laura, la figlia ormai tredicenne. Questa, che conosceva a fondo tutta la storia, restò estasiata e disse a papà. Altro che foglioline, questa lettera è il più bel regalo che potevi ricevere : tutti contenti, tu, in primo piano, la tua segretaria ed infine io che ho avuto il migliore dei papà.

Arturo allora replicò : ma tu Laura chi pensi sia stata la persona che ha sofferto più di tutti quando ha chiesto quel grande regalo ? E Laura : senza dubbio tu stesso papà.

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