L’ARTE E LA TECNICA

Sussistono da tempo immemore discussioni, interi trattati e studi di personalità illuminate moderne ed antiche che definiscono mirabilmente le differenze abissali tra i due elementi del titolo. Io voglio restare in un campo molto più ristretto , vorrei cioè illustrare quali effetti si producono in mè quando mi trovo a trattare uno o l’altro di essi.

Preciso subito che la mia è una persona esclusivamente tecnica. Di conseguenza quando ho da affrontare un problema tecnico è per mè molto facile trovare soluzione senza che sia impossibile che col passare del tempo io riesca a migliorare man mano e sempre di più la soluzione medesima fino ad ottenere un risultato che ritengo buono come sarà poi confermato dalla realtà nell’applicazione pratica delle mie impostazioni.

Esattamente il contrario quando io volessi impegnarmi nel capo artistico. Sia che si trattasse di scrivere qualcosa di poetico o di divertente, sia di dipingere o in qualunque altro genere di attività, io non riuscirei ad ottenere nulla dico nulla cui si potesse attribuire una qualità artistica. Potrei sforzarmi fin che voglio, apprendere le modalità da seguire ma l’esito sarebbe sempre lo stesso cioè il nulla di artistico.

Ma c’è un aspetto particolare che vorrei qui mettere in luce e riguarda le possibilità di adottare la tecnica per simulare un risultato artistico senza che, ovviamente, questo corrisponda al vero.

Per dimostrarlo in pieno passo a descrivere un episodio reale che mi riguarda.

Io alla bella età di 85 anni ho cominciato ad andare a lezione di disegno artistico e lo ho fatto più che altro per dedicarmi ad una attività completamente diversa dal mio lavoro che ha già occupato la mia lunga vita passata ed occupa ancora troppo tempo di quella attuale. Quelle lezioni mi sono piaciute molto per le spiegazioni avute su modalità di creazione dei dipinti del tutto nuove ed interessanti.

Però nella realtà io, anche nello svolgere questo impegno che dovrebbe essere artistico, faccio trionfare anche qui la mia , diciamo così mania (per non citarla con il suo vero nome che è passione) e faccio risaltare la tecnica rubando di fatto dei meriti che non mi spetterebbero affatto.

Ecco in cosa consiste il mio impegno pratico .

Ad esempio se devo ritrarre il volto di una persona, cosa veramente difficile e che richiede delle qualità pittoriche superiori. inizio con il fare diverse fotografie di quel volto per poter in seguito scegliere la vista più rappresentativa e piacevole, la inserisco nel programma di disegno del PC con cui mi viene offerta la possibilità di ingrandire a piacere i particolari importanti come gli occhi, la bocca ed il naso, particolari che posso rilevare punto per punto in coordinate cartesiane precise al decimo di millimetro per riportarli poi in carta con precisione assoluta. Fatto tutto ciò il resto è una bazzecola . In questo modo il mio disegno finito del viso di una persona è veramente bello ed assomigliante al vero ma è pur sempre composto con una tecnica che non ha niente a che vedere con la pittura artistica.

Devo dire che quando sto ultimando il lavoro e constato la somiglianza e il bell’aspetto provo un grande piacere che mi ripaga del lavoro ma che resta pur semore un imbroglio vero e proprio per coloro che vedono i miei disegni e che si prodigano in apprezzamenti piacevoli ma del tutto immeritati e che io fatico, ingiustamente, a respingere.

Esempio: il ritratto di mia figlia Marina e mia nipote Chiara