LA VERITA’ NASCOSTA

INTRODUZIONE

La redazione del presente racconto di fantasia ha il duplice scopo di fissare sulla carta la documentazione di esperienze lavorative fatte dall’autore ed inoltre dar modo agli interessati di tenere in debito conto i suggerimenti indicati che spesso sono delle vere innovazioni non ancora messe in pratica oppure utilizzate in maniera impropria.

La storia si svolge negli anni 70 in un paese del Friuli dove si trova la sede della direzione di un vasto acquedotto consorziale cioè di un ente pubblico il cui compito è l’alimentazione di acqua potabile per una quindicina di piccoli paesi ed inoltre di due centri di circa 30000 abitanti ciascuno.

Nell’unico bar del paese si trovano, per bere un caffè, Masiero, il direttore tecnico dell’acquedotto consorziale ed il geometra Caberlotto che fa parte di una Importante Società privata di progettazione e gestione acquedotti.

I due responsabili avevano appena tenuto una lunga conversazione riguardo la costruzione di un serbatoio pensile dell’acquedotto consorziale della quale la Società di progettazione di Caberlotto stava svolgendo la direzione lavori. Durante la sosta al bar avvenne l’episodio che costituisce il fulcro del racconto, e che, come sarà descritto in dettaglio, ha avuto per oggetto proprio quel manufatto particolare.

E’ ora il caso di anticipare delle notizie sulle caratteristiche del manufatto con il duplice scopo di far conoscere al lettore le motivazioni e capire lo svolgersi dei fatti .

PREMESSA TECNICA

Il serbatoio pensile è una struttura idraulica che molti lettori avranno visto quando attraversano le città perché esso domina il paesaggio per la sua forma particolare ma soprattutto per l’altezza che supera quella della maggior parte degli edifici cittadini come un vero e proprio campanile nel quale la cella campanaria è sostituita da un grande recipiente di contenimento dell’acqua potabile per volumi importanti.

Si fa notare come il serbatoio pensile sia sempre stato considerato il simbolo grafico degli acquedotti ed infatti non c’è libro o manuale di acquedotti dove non figuri, direttamente sulla copertina e con i suoi sgargianti colori, la fotografia di un pensile come viene chiamato in gergo tecnico.

Nella storia del formarsi della moderna civiltà, l’alimentazione in acqua potabile dei centri abitati ha attraversato molte modalità di grande importanza e di valore estetico. Sono ben noti gli spettacolari acquedotti romani, monumentali opere sopraelevate e munite di lunghe file di arcate sopra le quali scorreva l’acqua. Attraverso i secoli l’invenzione delle tubazioni funzionanti a pressione, ha consentito di trasferire la rete di trasporto dell’acqua nel sottosuolo dove ha trovato un ambiente ideale per conservarsi al fresco ed al riparo dai raggi del sole e dalla possibile infiltrazione di insetti se non di immissioni di sostanze inquinanti.

Importante rilevare come al primo sorgere dei moderni acquedotti, caratterizzati soprattutto dal fatto di consegnare l’acqua in pressione perfino all’interno delle case di abitazione e degli opifici e dar modo all’utente di disporne per i propri usi, era prevista sempre la presenza, in testa alla rete di distribuzione, di un serbatoio pensile nel quale veniva addotta l’acqua delle fonti per essere poi immessa direttamente a gravità nella sottostante rete stradale di distribuzione all’utenza.

Gli scopi principali della struttura posta all’inizio della distribuzione era triplice:

  1. garantire una immissione in rete dell’acqua a gravità garantendo l’assenza e delle pericolose variazioni della pressione dell’acqua nelle tubazioni ( colpi d’ariete) provocate da eventuali errori di esercizio degli impianti.
  1. Costituire una riserva d’acqua pronta ad entrare in rete in caso di disservizi.
  1. livellare le portate in gioco riempiendosi di notte per contribuire il giorno dopo a coprire le elevate e temporanee punte di consumo dell’utenza.

Da rilevare un punto di vista molto interessante . Fin dagli anni 70’, quelli della nostra vicenda, l’esperienza di esercizio assieme alla necessità di diminuire le rilevanti perdite d’acqua che accusavano sistematicamente gli acquedotti generalmente aventi una vecchiaia che supera il mezzo secolo, si era diffusa la motivata convinzione che non era più tempo di utilizzare i serbatoi pensili per due ragioni principali :

  1. le tre motivazioni citate e che un tempo giustificavano la presenza dei pensili erano convenientemente sostituite da altre modalità di gestione di cui si farà accenno nel seguito-.
  1. il pensile, imponendo alla rete di tubazioni una pressione fissa di alimentazione, presentava il grave inconveniente di impedire la regolazione dinamica della alimentazione della rete diventata poi una procedura molto diffusa perché otteneva un notevole miglioramento nella consegna dell’acqua all’utenza aumentando la pressione di funzionamento della rete durante le ore di grandi consumi per di diminuirla in quelli di minima richiesta come ad esempio durante le ore notturne, al fine di ridurre drasticamente le perdite.

La cosa diventerà meglio comprensibile con un esempio.

Immaginiamo una cittadina di 20000 abitanti in territorio pianeggiante con una rete di distribuzione d’acqua potabile del tipo che rappresentava in quegli anni la normalità. L’alimentazione ha luogo tramite il serbatoio pensile sito in testa alla rete ed alto 35 metri. La situazione si presenta bene per tutta la giornata dalle ore sette del mattino fino alla sera alle 21 fatta eccezione per un periodo di due tre ore intorno alle 9 del mattino ed alle 18 della sera quando i consumi aumentano e, soprattutto nei mesi estivi e nelle abitazioni più lontane dal pensile, la pressione cala notevolmente e si verificano periodi di mancanza d’acqua soprattutto nei piani alti.

Al contrario nelle ore notturne si registra una pressione quasi uniforme di trenta metri circa. Esaminandone attentamente le caratteristiche si scoprirà che è proprio in queste ore notturne le vecchie tubazioni stradali accusano forti perdite occulte dovute alla eccessiva ed inutile pressione di esercizio.

Paragoniamo ora la stessa cittadina nella quale si sia messo fuori servizio il pensile e si alimenti la rete direttamente dalla centrale di sollevamento la quale è munita di un dispositivo automatico che, variando semplicemente la velocità di rotazione delle pompe, immette l’acqua direttamente in condotta di rete ad alta pressione durante le ore diurne con un massimo che può arrivare ed anche superare i 50 metri nel periodo intorno alle nove del mattino ed alle 18 della sera quando il consumo è più elevato, per diminuirlo notevolmente di notte ad esempio arrivando, nel periodo che và dalle ore 23 alle ore 4 del giorno dopo con consumi degli utenti prossimi allo zero, al valore di soli 15 metri.

Quali sono le differenze tra i due sistemi?. Prima di tutti gli utenti sono serviti bene e, ad esempio, se alle ore 9 e alle 18 qualcuno vuole farsi una doccia, può godere di acqua abbondante. In secondo luogo il gestore ne ricava notevoli benefici consistenti in una rilevante diminuzione delle perdite occulte cui corrisponde una minore spesa nella produzione dell’acqua ed un notevole risparmio di corrente elettrica durante tutte le notti e in tutti i periodi di scarsi consumi dell’utenza. Si può asserire che in linea generale viene ottenuto una economia complessiva a partire dalle fonti di acqua potabile per finire nelle spese di esercizio,

Si precisa che il moderno e razionale funzionamento della rete è dovuto alla grande scoperta della apparecchiatura chiamata inverter. Fino ad una ventina di anni fa i motori elettrici e quindi anche quelli delle pompe degli acquedotti, giravano sempre ad una velocità di rotazione assolutamente fissa. L’inverter, agendo sulla frequenza della corrente elettrica, consente di variare a piacere la velocità delle pompe e quindi di cambiare contemporaneamente la portata e la pressione di mandata. Ne derivano due vantaggi notevolissimi. Le pompe possono partire a bassa velocità eliminando i colpi d’ariete e quindi consentendo la immissione diretta in rete senza bisogno del serbatoio pensile. In secondo luogo è possibile variare a piacere la pressione di funzionamento della rete asservendo la velocità di rotazione dei motori alle condizione decise dal gestore in funzione dei risultati che vuole ottenere.

Risulta molto chiaramente che, tenute presenti le particolarità tecniche appena descritte, sia il geometra Caberlotto addetto alla direzioni dei lavori di costruzione proprio di quell’abbietta struttura che è un serbatoio pensile, e sia Masiero il direttore tecnico, si trovavano nella strana situazione di assistere e contribuire con il proprio lavoro, alla edificazione di un’opera molto costosa ma che ben sapevano essere inutile. In particolare Masiero, nell’esperienza ultra decennale di esercizio di una rete con molti serbatoi pensili, aveva constatato che non riusciva in alcun modo a far svolgere ai serbatoi pensili i compiti più importanti in quanto restavano, nella realtà, sempre pieni.

La descritta convinzione dei due tecnici cozzava in pieno con il lavoro che ambedue svolgevano in quel momento, e tutto ciò ciò comportava una presa di posizione importantissima: essi avrebbero dovuto tenere questa loro documentata convinzione assolutamente entro la propria mente senza permettersi di rivelarla a nessuno, assolutamente a nessuno.

IL CAFFÈ GALEOTTO

Torniamo al bar dove Masiero e Caberlotto si trovavano, unici avventori, a bere il caffè. Di punto in bianco Masiero, spinto dalla sua profonda contrarietà verso la costruzione in corso, rivolse a Caberlotto questa domanda. Ma in verità tu mi vuoi dire cosa servirà il serbatoio che stiamo costruendo?. La risposta fu veritiera e fulminea : a nulla! Ne seguì solo un cenno intesa fatto mentre i due uscivano dal bar.

IL DOLOROSO SEGUITO

Quello che accadde dopo fu tremendo. Mentre Masiero venne convocato dal direttore amministrativo del consorzio il quale gli mostrò una lettera ricevuta dal titolare del bar con la quale informava, indispettito e minacciando non si sà quale seguito, di aver sentito il direttore tecnico dell’acquedotto ed e il responsabile della direzione dei Lavori relativi al serbatoio pensile in costruzione vicino al suo bar , che si trattava di un’opera inutile. I due direttori andarono subito dal titolare del bar spiegando che era stato semplicemente uno scherzo fatto al bar che non aveva nessuna relazione con la verità.

Ben diversa fu la situazione di Caberlotto. La società di progettazione aveva ricevuto una lettera dal presidente del Consorzio il quale non lamentava il pessimo comportamento del suo direttore tecnico e del tecnico addetto alla direzione lavori ma si preoccupava invece della dell’attendibilità del loro giudizio. In altri termini voleva sapere se veramente il serbatoio era un’opera inutile nel qual caso si riservava di creare un vero caso anche politico in quanto non è pensabile che in quegli anni si approvassero costruzioni costosissime e inutili.

Caberlotto, avendo commesso una gravissima inflazione, avrebbe dovuto essere licenziato in tronco. Gli venne invece offerta una possibilità : dimostrare con dati di fatto che il serbatoio pensile svolgeva una necessaria ed importante funzione elencandone i benefici che ne sarebbero derivati

Caberlottto dopo essersi scusato di quella sua mancanza grave seppe rispondere immediatamente al suo direttore quale fosse la migliore posizione da assumere. Egli infatti negò l’opportunità di usare delle motivazioni proprie che sarebbero state considerate delle mere dimostrazioni di circostanza poco credibili ma invece consigliò di riprodurre fedelmente quello che ufficialmente si affermava nei migliori testi di acquedottistica e cioè quello che veniva insegnato dalle Università ai futuri ingegneri idraulici e che consistevano nella assoluta necessità della presenza dei serbatoi pensili nelle reti acquedottistiche. Quei testi completavano il tema dei pensili con i profili di funzionamento delle reti munite dei serbatoi pensili diffondendosi anche nella spiegazione delle loro caratteristiche costruttive e di funzionamento. Il direttore trovò giusta l’osservazione e assieme, prepararono la relazione riportando pari pari la spiegazione di un testo ufficiale di cui precisarono i titoli e pagina nonché il nominativo del noto autore del testo medesimo.

Con questa autorevole lettera tutto fu messo a tacere facendo passare l’inopportuna affermazione pronunciata al bar niente più che una leggerezza non veritiera.

CONCLUSIONI

Il lettore, a questo punto, si sarà reso conto che si sia continuato per lungo tempo a costruire opere inutili, subito superate e perciò già diffusamente dismesse però facendole sempre passare per strutture necessarie.

Ma sussistite una verità ancora peggiore: in alcuni testi fondamentali di acquedottistica che si possono tuttora acquistare, figura ancora come fondamentale la presenza dei serbatoi pensili negli acquedotti mentre non si trova il coraggio di ammettere che si tratta di opere non solo inutili ma addirittura dannose solamente perché manca il coraggio dimostrato dall’autore nello scrivere questo racconto immaginario nei nomi ma reale nella verità dei fatti,