LA RAGAZZA ED IL PRETE

INTRODUZIONE

Maria è una bella ragazza di 23 anni che viveva con la famiglia a Biseglia una cittadina da 50 000 abitanti e che dal punto di vista religioso è divisa in due parrocchie la più grande ed antica è seguita dall’anziano monsignor Aureli mentre la seconda è la parrocchia Santa Teresa sorta da pochi anni sotto la direzione del parroco trentenne Don Ruggeri.

LA RELIGIOSITA’

Maria , molto religiosa , frequenta la chiesa e le altre associazioni religiose dirette con passione dal giovane Don Ruggeri .

La ragazza, gradisce in particolare la fede di Don Ruggieri basata soprattutto sull’evidenza del bene che forma la base non solo del comportamento di ogni individuo ma che, a suo avviso, deve anche essere una importante fonte di gioia, di buone idee, di serenità: il tutto scende dal cielo per ogni vivente .
La ragazza resta favorevolmente impressionata da questa bellissima interpretazione della fede la cui primaria funzione finiva per cambiare notevolmente rispetto a quello che le era stato insegnato secondo cui lo scopo della fede era completamente diverso in quanto basato sulla piena fiducia nell’aldilà vista come la destinazione definitiva di ogni essere umano il quale deve contare su quella vita che fa seguito alla morte e che costituisce la porta per entrare nella felicità, quella vera.

Al contrario Don Ruggeri vedeva nella fede qualcosa di ancora più bello, perchè oltre alla felicità extra terrestre che già la fede considerava certa, egli vedeva anche quell’elemento bellissimo di una contentezza che la fede stessa concedeva in piIù, qui sulla terra. Per Laura è stato come iniziare un’altra vita e questo inizio era dovuto interamente a Don Ruggeri che aveva ritenuto come suo dovere primario diffondere questa felicità terrena e bellissima. Egli insisteva sempre su questo aspetto gioioso raccontando episodi ricavati dalla bibbia e da altra documentazione che ricercava in continuità e che, derivando da un buon comportamento, promuove buone azioni verso tutti ed in particolare del proprio intimo di cui Laura risente profonda concezione, e che, con il passare del tempo, considera sempre più prezioso.

Ad esempio, un argomento cui don Ruggeri teneva in maniera particolare era quello del perdono. Essendo ben noto a tutti come il perdono rappresenti una delle azioni di base della religione, per don Ruggeri era bello andare più avanti ancora con le spiegazioni insistendo su un fattore secondario come era il piacere fisico che ogni persona aveva modo di gustare dopo aver totalmente perdonato.

In questo settore egli riportava degli esempi reali di personaggi celebri con cui dilettava gli ascoltatori tramite un racconto piacevole anche se, come il solito, posto completa mente al di fuori cioè al di sopra dei confini classici della religione.

L’AMMIRAZIONE DI LAURA PER DON RUGGERI

Nei riguardi di Don Ruggieri Laura gradisce in maniera tempre più forte ed attenta le belle spiegazioni . che egli elargisce in tutte le messe con una tradizionale predica fatta a metà della messa.
Col passar del tempo lei amerebbe poter avere dei colloqui con lui per sentirlo ancora più in dettaglio ed inoltre potergli porre delle domande personali che toccano anche la sua parte intima, sicura di poter ricevere sempre ed in maggior misura delle interessanti spiegazioni.
Quello però che Maria ama sempre di più è la maniera attenta di approfondire quel modo gioioso di vivere che deriva dagli insegnamenti di don Ruggieri e che lei condivideva pienamente.
Da rilevare che anche al sacerdote fanno molto piacere gli interventi della ragazza della quale egli nutriva una stima sempre crescente mentre sussisteva un’ampia collaborazione cui ambedue provavano molta soddisfazione, fermo restando che il loro rapporto si manteneva assolutamente entro i confini della correttezza estrema, tenuta presente la situazione in tutte le sue caratteristiche che erano quelle, da una parte del parroco della città e dall’altra di una giovane ragazza con normale frequentazioni della chiesa.

L’INTENSIFICAZIONE DELL’AFFETTO TRA LAURA E RUGGERI

Il continuo aumento degli incontri diretti di Maria con il suo parroco, pur essendo dettato dal profondo convincimento religioso, pur tuttavia stava producendo nella ragazza l’impressione che avrebbe potuto nascere un sentimento che esulava dalle regole. Nella ragazza tutta questa continua gioia derivata dalla bellezza di cui si è detto formava nel suo cuore una dolcezza infinita e tanto romantica che confinava con l’amore e che in realtà lei cominciava a percepire per quella persona cui lei non doveva affatto far riferimento.

Questo fatto, mentre le procurava un grande piacere intimo, al tempo stesso, iniziava a preoccuparla prefigurandosi quali conseguenze ne sarebbero potute derivare. A questo punto Maria si convinse che, giunta veramente ad un punto tanto piacevole quanto pericoloso, lei stessa avrebbe avuto il dovere irrinunciabile di provvedere immediatamente ed in particolare prima ancora che la cosa desse il verso ad iniziare.
La decisione ad un certo punto apparve necessaria ed immediata. Da molto tempo lei chiedeva ai suoi di poter continuare i suoi studi a Londra dove era stata più volte ed aveva potuto assumere informazioni sulle possibilità offerte e che erano splendide per coronare i suoi sogni di futura giornalista e quindi nacque spontanea l’idea di trasferirsi a studiare a Londra.

IL TRASFERIMENTO DI LAURA A LONDRA

Gli avvenimenti ebbero un seguito e nel tempo di un paio di mesi Laura quando lei si sarebbe trasferita a Londra. Prima di partire andò a salutare Don Ruggeri spiegando che pensava di fare una cosa utile perfezionandosi in Inghilterra ma che questo la avrebbe purtroppo privata delle lunghe e belle discussioni che erano diventate per lei delle vere spinte verso una religiosità sempre più bella e piacevole. Visto che quell’incontro sarebbe stato forse l’ultima possibilità di poter aprirsi con lui, gli chiese di poter parlare in tutta libertà. Ricevuto il consenso Laura tentò di far capire che la religiosità di cui lei si era veramente convinta era diversa da quella normale perché si basava soprattutto su una grande felicità che lei sentiva nel suo cuore ripensando alle sue belle spiegazioni. Per finire in quel breve incontro volle confidargli interamente tutto il suo pensiero : lei aveva deciso di trasferirsi a Londra proprio perchè aveva la sensazione che tutta questa gioia dettata dai particolari religiosi che erano parte indissolubile di lui, Don Ruggeri, ed erano così belli da farle dubitare che non fossero una tipologia di contentezza che supera la vera e propria religione e pertanto lei voleva sperimentare un periodo di vita fuori casa ed in particolare a Londra per verificare se quello che le stava veramente passando per la mente.

Fra tutte le idee possibili ne sussisteva una che avrebbe impedito in toto il nascere di un innamoramento e questo ostacolo fondamentale era la convinzione certa e definitiva in base alla quale lei lei stessa mai e poi mai avrebbe potuto avvicinarsi un religioso. come era lui.

Don Ruggeri rispose di aver capito perfettamente il suo ragionamento e che lo condivideva totalmente confermando che nemmeno lui avrebbe mai iniziato un rapporto con una donna condividendo in pieno la sua decisione per una ragione ben precisa che era quella di avere, per vocazione, dedicato tutta la sua vita alla religione stessa.

Il Prete le disse che anche per lui il discutere di religione con persone come lei, ottima e competente interlocutrice, ma che, con i moderni mezzi di trasmissione, la cosa poteva benissimo continuare via internet oppure con chissá quale altro modo.


Prima di partire però Maria sentì il bisogno di approfondire in altro modo più ufficioso il problema e pensò bene di farlo interpellando Mons. Aureli che era l’anziano e preparatissimo parroco della parte storica della loro città da lei conosciuto bene. Nel corso dell’incontro lei pensava chiarire tutti dubbi da parte di una persona i dal quale era stata più volte ricevuta ed assistita.
Occorre subito chiarire che da quell’incontro derivarono delle notizie per lo meno imprevedibili. Il monsignore le spiegò che egli era in grande e sincera amicizia con don Ruggeri il quale confidava proprio a lui i suoi problemi.
Nell’iniziare a parlare, il monsignore precisò che egli era abituato a dire le cose che pensava senza modificarle per nulla ma esplicando dal più profondo di sè stesso, il suo pensiero.

Stranamente egli non si riferì per nulla alla realtà a quello che Laura gli aveva raccontato nè, tanto meno, a quello che aveva capito nei riguardi di di Don Ruggeri. Invece le tenne una specie di lezione di cosa si doveva intendere quando si discuteva di religione.
Egli parlò del cuore umano, di tutto quello di buono e di cattivo che vi risiede normalmente.
Volle parlare della gioia ed in particolare di quella gioia che derivava ad una persona durante tutta la sua vita ma che però, volle precisare accanitamente , doveva basarsi sui fondamenti della religione, doveva trovare conferma in un comportamento durante tutta la ita di un buon cristiano, a far del bene allo scopo di ricevere il giusto premio alla fine della vita quando aveva inizio il premio che lo avrebbe accompagnato per sempre. In altri termini il monsignore Aureli aveva confermato tutto ciò che i genitori le avevano insegnato nel mentre don Ruggeri a aveva profondamente modificato, trasformando la felicità terrena in un sentimento umanamente e perfettamente sensibile e quindi posto ai limiti della religione.
L’ultima frase statutaria che pose fine al colloquio fu la seguente. Si ricordi signorina che la vera felicità è quella promessa dalla fede nell’aldilà. Tutto il resto può dare grande gioia terrena ma non ê questo lo scopo della religione : si tratta di gioielli grandi, di felicità terrena che però esula dalla religione vera.
Laura a questo punto si sentiva interdetta e non riusciva a capire cosa intendeva il monsignore che tuttavia era un funzionario religioso di grande fede ed esperienza.
Ciò che la meravigliava molto era il fatto che il monsignore non facesse nessun accenno all’argomento più importante che Laura credeva di avere chiarito on alcuni particolari e che riguardava la possibilità, sicuramente da evitare, che fra ragazza e don Ruggeri potesse nascere qualcosa posto completamente al di fuori della veste religiosa del sacerdote ma una persona grande come mai in vita sua aveva immaginato nella rappresentazione di un uomo..

La sua meraviglia era fortissima e lei continuava a chiedersi perché egli non aveva fatto cenno a questa eventualità determinante soprattutto per l’impegno religioso che esisteva in ambedue: lei ed il sacerdote.

Laura , nel rendersi conto della realtà spiegata dal monsignore continuava però a stupirsi che egli, di solito tanto obbiettivo nei suoi consigli, nel suo caso se ne teneva alla larga.

Alla fine Laura, piena di dubbi di vario genere, lo ringraziò e tornò a casa. Dopo qualche giorno salutò, non senza emozione monsignor Aureli e parti per Londra.

LA PERMANENZA DI LAURA A LONDRA

L’arrivo è le iniziative della nuova sistemazione distrassero Laura dai soliti pensieri però anche in quel periodo lei percepiva entro di sè una felicità di tipo nuovo. Le accadeva sempre di più di ricordare oltre a tutto il resto, e soprattutto Ruggeri ma con una veste nuova. Non vedeva più in lui il funzionario religioso ma soltanto una persona che non sapeva definire nei dettagli ma soltanto nel fatto che le dava una grande gioia.
Il pensiero la occupava molto e sempre in senso buono e bello tanto che, a lungo andare, lei dovette ammetterlo dentro sé stessa : lei si era innamorata di Ruggieri cioè della persona della quale lei non avrebbe potuto mai provare un sentimento amoroso per il semplice motivo che si trattava di un religioso avendo tutte le qualità che lo provavano ufficialmente ma che adesso, almeno nella sua fertile fantasia. facevano, del tutto erroneamente, vedere in Ruggeri una nuova persona completamente nuova e soprattutto a sua totale disposizione, pur non esistendone alcuna possibilità reale..


Alla fine in tutto il periodo che stava passando a Londra a non faceva altro che domandarsi il perché il monsignore si era comportato così e cioè senza affermare nulla nei riguardi dell’argomento che le stava a cuore. Al tempo stesso lei sentiva una grande nostalgia per don Ruggeri ed un grande desiderio di sentirlo magnificare quella bellezza, quella felicità che egli vedeva su questa terra.
In conclusione la mente di Laura era sconvolta, sopraffatta da mille cose che erano belle, bellissime, ma incomprensibili per la sua concezione che aveva ricevuto dalla sua famiglia ed al tempo stesso inavvicinabili per la esistenza dell’impegno ferreo in base al quale lei non avrebbe intrapreso nulla con un religioso. Al tempo stesso la sua immaginazione continuava a distruggere ogni cosa avversa al suo immenso desiderio.
Tutta la sua meraviglia per questo mondo sublime era turbata dall’interrogativo che riguardava il monsignore il quale , a seguito del suo incontro, l’aveva stupita in modo così elevato da convincerla avendo alla fine fatto un accenno nascosto di un’immagine grandiosa e, sotto sotto, da lei stessa, ritenuta vera e cioè che don Ruggero in realtà non avrebbe mai potuto essere un vero sacerdote.

LAURA TORNA A CASA PER LE FESTE DI NATALE

Finalmente arrivarono le feste di Natale, feste che lei aveva deciso di passare in Italia, a casa . Il suo desiderio tutto proteso verso quello che avrebbe intrapreso, la rese addirittura entusiasta al massimo e sicura come era di poter finalmente avere la prova della verità .
Una volta tornata a casa e dovendo programmare bene le sue mosse aventi lo scopo primario di far luce nella immaginazione che aveva in testa, lei decise che la prima cosa da fare non era di incontrarsi con Don Ruggeri cioè con la persona che più di tutte bramava incontrare rappresentando la prima definizione di tutta la sua avventura attuale cioè monsignor Aureli.

LA CONCLUSIONE

Tra i prmi appuntamenti le premeva quello con il monsignore perché pensava fosse quello il posto dove trovare la soluzione che cercava.
Come si trovò davanti a lui, il monsignore esplose in un discorso che meravigliò perfino la stessa. Laura Lei spiegò che aveva passato tutto il periodo a Londra chiedendosi una verità he non riusciva a dirimere per una felicità che le era stata trasmessa da don Ruggeri in maniera così bella da farle pensare alle conclusioni le più sublimi ed impensabili. Per quel motivo lei aveva avuto un incontro con il monsignore stesso sperando di chiarire la cosa in quella discussione ma egli si era limitato a spiegare tante cose belle ed importanti ma cercando di evitare quelle che lei stessa voleva sapere. In quel momento lei era molto confusa e lo pregava di chiarire tutto quello che sicuramente egli sapeva e che lo aveva spinto ad evitarlo totalmente nel precedente incontro. Si capisce come Laura fosse rimasta sulle generali allo scopo di sentire dal sacerdote il suo pensiero e, allo scopo, lo pregò di esser sincero precisando qualunque cosa anche se dolorosa per lei ma che le servisse per chiarirsi le idee .
A quel punto il sacerdote esordi nel migliore dei modi assicurandole che non c’era assolutamente nulla da imputare a lei anzi che la sua persona costituiva il modo, dapprima non risolvibile, per giungere ad un vero risultato.
Però fu lui stesso a prevenirla affermando che era lui ad avere subito bisogno di una risposta dalla ragazza. Infatti le chiese subito cosa pensava lei stessa di quella bellissima e continuativa azione con la quale Ruggeri magnificava una felicità particolare che la religione trasmetteva ai viventi ,volendo sapere se lei stessa la riteneva perfettamente congruente con la religione e cioè se, agli occhi di Laura, tutto ciò costituiva il compito primario che Ruggeri doveva svolgere come sacerdote.

Laura non ebbe nessuna difficoltà a precisare che quella felicità le era piaciuta moltissimo pur avendo capito subito che era qualcosa di meraviglioso appartenente a don Ruggieri ma che, se vista con gli occhi terreni e non con quelli spirituali, era troppo bella, troppo intima per far parte della vera religione essendo invece qualcosa di proprio di Ruggeri considerato la persona che le era effettivamente piaciuta così tanto da farla innamorare ben sapendo he questo era un sentimento impossibile da manifestare ad un sacerdote quale in realtà egli era.


Il monsignore si dimostrò molto contento di questa dichiarazione spiegando che Laura in quel modo gli aveva fornito quella prova che gli occorreva per poter affermare quella supposizione che le avrebbe subito precisato.
Il monsignore le fece una premessa importante riguardante il vero senso della vocazione che comporta celle una decisioni molto chiare ed importanti.
Avere la vocazione significa dare tutto sé stesso alla religione senza che esista nessun altro desiderio o altra azione al di fuori di quella. Fin dai primi giorni di arrivo in Parrocchia di don Ruggeri io avevo capito che si trattava di una persona straordinaria in tutti i sensi ma che la sua vocazione non era valida perché, come le ho giá detto, essa richiede tassativamente l’impegno di tutto sè stesso senza conservare o gestire nulla per sé medesimo, Ruggeri era una persona così grande da avere mille idee terrestri totalmente contrarie alle prescrizioni della vocazione come spiegato. In altri termini da tutte quelle bellissime idee e sollecitazioni mentali di Ruggeri le quali rappresentavano no una immensa ricchezza per un uomo che vive in questa terra e quindi motivo valido per cui egli deve viverle nel mentre non può assolutamente considerare di aver avuto la vocazione vera per farsi sacerdote. La soluzione è una sola : Don Ruggeri non può in nessun caso essere prete e quindi deve cessare di esserlo.
in cambio come sarà ritornato cittadino qualunque allora potrà stabilire dei veri primati con le sue bellissime convinzioni potendo anche sviluppare quella felicità che gli sta tanto a cuore potendo allora svolgere la vita di un eccezionale cittadino molto religioso .

Inutile precisare che le parole di monsignor Aureli erano semplicemente la conferma esatta dell’immaginazione di Laura il che contribuì a darle una gioia che di minuto in minuto diventava sempre più grande.

Laura scoppio letteralmente in una gioia immensa perchè finalmente vedeva la realtà di un Ruggeri non più sacerdote ma cittadino qualunque e quindi persona alla quale lei poteva finalmente rivolgere tutto il suo pensiero, quel pensiero che appena un’ora prima era interdetto per una ragione profonda e che in questo momento era miracolosamente sparita, secondo lei dissolta nel nulla , scomparsa dal suo pensiero e dalla realtà. E tutto questo per Laura era da considerarsi come avvenuto perchè nella sua mente era da tempo accaduto che Ruggeri non fosse assolutamente un sacerdote al quale lei non poteva pensare. La realtà vera era totalmente cambiata e la sua mente era libera di viaggiare di fare tutti i sogni più belli senza nessuna importanza con la realtà: la cosa importante era soltanto la sua intelligenza ed erano i viaggi immensi che con il cervello lei sapeva fare.

Il seguito della vicenda riporta una veritá eclatante perché non si rese necessaria nessuna azione particolare perché Ruggeri cambiasse totalmente la sua condizione di sacerdote ufficialmente consacrato poiché le parole di monsignore gli fecero aprire gli occhi, facendo in modo che egli sentisse la verità nuda e cruda di una realtà inoppugnabile di essere stato illuso da una convinzione fasulla e cioè della effettiva assenza di una vera vocazione che lo aveva falsamente convinto. Tutto questo era per lui così chiaro da convincerlo che la sua veste di sacerdote mancava delle condizioni di base per cui egli doveva immediatamente cessare di essere un sacerdote.

Le coclusioni sono finalmente chiarissime in quanto tutti i protagonisti partendo dal monsignre per passare a Laura e soprattutto a Ruggeri, tutto era diventato chiaro e risolvibile nel migliore e più semplice dei modi.