LA BALLERINA INCANTEVOLE

Anno 1944. Mario, un giovane siciliano figlio unico di genitori ormai anziani, ha passato la sua gioventù in una famiglia della media borghesia che ha potuto fargli seguire gli studi fino alla scuola media superiore dandogli una buona educazione facendolo maturare con buoni sentimenti e con una sana concezione della vita, quando viene richiamato sotto le armi e mandato in Iugoslavia a combattere. Quel periodo lo sconvolge letteralmente. Si trova in una zona funestata dalla presenza di partigiani slavi che esercitano la loro battaglia per la libertà della loro patria con una crudeltà indicibile che adoperano contro gli invasori italiani mettendo in pratica inenarrabili azioni contro i giovani soldati i quali a loro volta contraccambiano con una crudeltà che si avvicina molto alla loro. Gli episodi che accadono non possono essere riportati in dettaglio, basterà affermare che il passaggio dalla propria vita famigliare a quella di una guerra di quel genere sconvolge totalmente il carattere di Mario costretto anche lui a partecipare ad uno stato di cose veramente inumane ed intollerabili che lo coinvolgono in totale. Si può dire che la sua persona non ha più nulla di quella che era partita per il fronte. Quando la guerra finisce ed egli riesce a tornare casa ha le idee confuse, tanto più confuse in quanto i suoi vecchi genitori erano nel frattempo ambedue deceduti, ed egli si trova nella incertezza più totale, in preda a crisi profonde di sbandamento morale e civile, tanto da non riuscire a prendere alcune delle decisioni della sua vita. In questo contesto finisce anch’egli per entrare a far parte attiva della malavita locale la quale lo munisce di una falsa identità con relativa carta d’identità fasulla che gli consente di operare apparentemente senza correre alcun rischio con la giustizia. Quando finalmente riesce a rientrare in un modo normale di ragionamento e si rende conto di quale orrenda strada ha da pochissimo intrapreso e ne resta così inorridito da farlo fuggire repentinamente dal suo paese rifugiandosi a Milano dove spera di trovare un lavoro pulito. Nella sua nuova vita egli continua a mantenere la sua falsa identità utilizzando la carta di identità fasulla che gli avevano fornito in quanto teme di essere rintracciato per fargli pagare amaramente l’abbandono della lucrosa ma illegale attività che allora aveva iniziato a praticare. Fortunatamente non aveva ancora assunto alcun incarico di una certa importanza e quindi la sua fuga passa praticamente senza conseguenze ed egli, a Milano, può iniziare ad eseguire lavoretti in nero e piano piano con la buona volontà trovare un posto di guardiano notturno in un albergo.

Da quel momento inizia a svolgere una vita normale che lo soddisfa molto riuscendo, almeno stando a quello che dà a vedere in questo periodo, a cancellare dalla sua mente le tragedie vissute sotto le armi e quelle relativa al periodo post bellico passato da sbandato in Sicilia. Dopo un paio di anni di vita serena si può dire che Mario è una persona corretta che è soddisfatta della sua vita riuscendo anche farsi delle amicizie con le quali trascorrere dei bei periodi usufruendo di molte delle possibilità di sano divertimento che la città offre

Una sera per prima volta in vita sua, assiste ad uno spettacolo di balletti con spogliarello diretto da un certo Giovanni . Tra tutte le ballerine gli resta impressa quella che si fa chiamare “Incanto” . La realtà, agli occhi di Mario, la ragazza sembra coincidere perfettamente con il nominativo: Mario vede in lei un vero incanto.

La settimana dopo ritorna allo spettacolo ed il suo incanto per lei non fà che aumentare. Tra l’altro nota come lei sia la preferita fra tutte le ballerine tanto è vero che nei balli lisci che fanno seguito allo spettacolo e nei quali gli spettatori possono ballare in coppia con le ballerine del palcoscenico, egli non riesce mai ad ottenere da lei un solo pezzo me può solo rimirarla tra le braccia di altri spettatori che lo precedono nel turno. Questo è un piccolo problema che non fà che aumentare la sua frequentazione allo spettacolo fino a farla diventare assidua. Quando finalmente riesce a fare un tango con lei egli ne approfitta per dirle che è rimasto molto to colpito non solo dalla sua bellezza ma anche da, suo modo spensierato di colloquiare con tutti stando sul palco. Le chiede anche se fosse possibile una giorno pranzare assieme in ristorante allo scopo di poter conoscerla. La risposta è subito positiva ma Incanto gli precisa immediatamente un dettaglio. Testualmente gli dice: ti dico subito che io sono una persona che si definisce libera nel significato pieno della parola.

Da quel giorno egli frequenta assai spesso la ragazza diventandone seriamente innamorato, Dalla parte di lei non è chiaro se l’interesse sia soltanto un diversivo della sua vita di per sè già molto movimentata oppure se sia mossa da un sentimento vero. Mario comunque è molto contento della compagnia che ha trovato

Lei continua il suo lavoro e quando egli le chiede di poter definire meglio la loro amicizia lei gli ripete che vuole essere libera in tutti i sensi.

Un giorno la trova con il morale a terra. Lei sempre così gioiosa e pronta a divertirsi in qualunque modo, a vivere la sua vita spensierata, è invece molto triste e stranamente ben disposta a confidarsi con lui che la spinge a farlo. Allora lei spiega un po’ della sua vita. Nata e vissuta in una cittadina del meridione, bella e giovane, si era infatuata di Guido un suo compaesano che aveva tutte le buone doti che lei sognava: bello, spensierato allegro amante della musica, del ballo le sembrava proprio l’ideale con cui stare per sempre. Disponeva anche di quattrini con i quali le faceva dei bei regali ed offriva cene e piccoli viaggi di piacere che a lei piacevano tanto. Più volte lei ha tentato di farsi dire qual era il suo lavoro così redditizio ma non riceveva mai alcuna indicazione precisa solo accenni sfuggevoli. Piano pian però è venuta a galla la verità. Da colloqui con parenti e conoscenti pratici del paese lei è venuta a conoscenza che in realtà la sua attività era tutt’altro rispetto a quanto accennato perché faceva attiva parte della malavita con tutte le problematiche che ciò comportava. Quando Incanto confidò a Guido che sapeva tutto soprattutto che conosceva l’aspetto deteriore della sua attività, cosa che lei non sopportava minimamente, lui si è arrabbiato e la ha fulmineamente piantata in asso. Lei ha resistito per mesi e mesi ma poi vista l’impossibilità di riprendere i rapporti ha preso la drastica decisione di cambiar completamente vita. Si è trasferita a Milano cambiando completamente il modo di pensare. Delusa da ciò che aveva duramente colpito la sua onestà e rettitudine, Incanto è passata al voler godere la vita così come in realtà la stava godendo, ed è questo il motivo per cui ha deciso di non legarsi mai più con nessuno perché il suo amore poteva essere solo quel Guido che purtroppo le circostanze le negano assolutamente di frequentare. Mario, pur constatando che la gioventù di Incanto ha molto in comune con la propria non le racconta nulla si sé stesso anzi continua a mantenere nascosta la sua vera identità e soprattutto i suoi trascorsi in Sicilia, trascorsi di cui egli rifiuta persino il ricordo.

Per quanto riguarda il racconto di Incanto partecipa al suo dolore cercando di farle coraggio precisando che che la sua giovane età le può ancora concedere tutto.

La realtà prosegue con questi alti e bassi ma senza alcuna decisione seria di mettersi assieme.

Mario è disperato ma lei resta sempre del suo pensiero anzi, un bel giorno, gli dice che è stufa della sua compagnia e, per disprezzarlo ed allontanarlo, afferma che come lui o meglio di lui lei di amici ne ha molti altri anche più prestanti e più ricchi di lui. Mario le chiede se è questione di denaro e lei risponde assolutamente no è solo questione di soddisfazione delle vita cioè di quella cosa che lei cerca da sempre: belle compagnie, feste, balli cene, viaggi , spettacoli e tutte gaiezze del genere che le servono per supplire a quello che le era mancato in gioventù

Mario, insoddisfatto di tutta la questione si confida con un suo grande amico e questo gli dice chiaramente che egli è su una brutta strada, non adatta a lui e che gli porterà solo dispiaceri e danni. Ma Mario ne è sempre più innamorato. La cerca per incontrarla ma è partita per un lungo viaggio d piacere con l’amico Giorgio.

Quando torna dal viaggio Mario riesce ad incontrarla e lei tutta giuliva le racconta le meraviglie del viaggio e soprattutto che Giorgio, ricco imprenditore avrebbe raccolto l’idea lanciata dalla stessa Incanto di aprire un locale di lusso mettendo lei a dirigerlo. Passa il tempo ma il locale non parte, l’idea resta lettera morta in quanto Giorgio, prese le necessarie informazioni, asserisce che per l’intera operazione occorre un capitale enorme di denaro di cui egli non può affatto disporre.

Incanto pensa si sia trattato di un’illusione che il suo amico Giorgio le ha dato per lusingarla onde ottenere maggiormente i suoi favori. A quel punto Incanto afferma che Giorgio non le va più a genio.

Mario riprende a frequentarla sempre più innamorato di lei di lei ma si accorge che è cambiata. Ora oltre al divertimento vuole puntare in alto ed avere un locale tutto suo. Allo scopo comincia a frequentare personaggi noti e danarosi, imprenditori in varie attività ed a loro lancia la sua idea sempre più ferma sulla possibilità di aprire un locale dove lei potrebbe impegnarsi a fare la direttrice responsabile.

Intanto Mario viene a scoprire sempre novità sulla vita della ragazza. Tra l’altro viene a sapere che anche il proprietario del locale dove da anni lavora lei è stato suo fidanzato ancor prima di avere quel locale, locale che ha aperto su proposta di Incanto alla quale però non ha riconosciuto alcun beneficio specifico. Giovanni afferma che lei ha avuto solo un’idea confusa ma che è stato lui a metterla in pratica e soprattutto a lanciarla con le sue iniziative che si sono rivelate ottime.

Quando poi questi viene a sapere che Incanto continua a sollecitare i grandi imprenditori ad aprire un locale in concorrenza con il suo ed inoltre più bello ed elegante , litiga con la ballerina minacciando di licenziarla.

A questo punto Incanto si convince che sussiste un solo modo per risolvere la questione e che consiste nell’aprirlo direttamente lei il nuovo locale. Per riuscirci manca un solo dettaglio di non poca importanza : manca il denaro. La cosa è diventata così importante per lei da dichiararsi nel suo intimo disposta a qualunque azione pur di riuscirci.

Nell’animo della bella Incanto riaffiora sempre il ricordo di Guido, il suo primo fidanzato, di cui non sà nulla da anni. In un momento di nostalgia chiama Guido ed incomincia a confidarsi della sua nuova vita. Tra l’altro gli accenna alla sua ambizione di aprire un locale suo, sicura come è che si tratterebbe di un successo perché si sta parlando di una vicenda già collaudata con Giovanni il cui locale lo ha ideato, costruito e gestito lei. Il discorso finisce li però dopo qualche giorno riceve una lettera via posta con la quale Guido le comunica che avrebbe disponibili tutti i soldi che le servono ma che in cambio richiederebbe un servizio da lei. Se la cosa le interessa egli verrebbe a Milano per parlarne facendole fin da ora presente che si tratta di un servizio di nessuna importanza ma di cui egli necessita

Incanto capisce che si tratterebbe a di entrare in un giro di quelli che lei ha sempre aborrito e del quale personalmente lei si sarebbe sempre preoccupata per restarne fuori a qualunque costo, comunque, non sapendo di cosa si tratta esattamente, comunica a Guido di venire a Milano che lo avrebbe rivisto volentieri.

Guido arriva portando con sè i soldi in contanti anche se lei non li aveva chiesti e le precisa quale sarebbe il servizio: si tratterebbe tramite il nuovo locale di avvicinare delle persone importanti di Milano, instaurare con loro una certa amicizia e quindi venire a conoscere certi dati man mano che Guido stesso glieli chiederebbe.

A questo punto Incanto arriva ad una decisione ferrea: lei mai e poi mai avrebbe avuto a che fare con le trame della mafia ma per ora decide di accettare la cifra di denaro impegnandosi però con sè stessa di non eseguire se non quei servizi che rientrassero pienamente nelle norme di legge. Di questo non precisa nulla a Guido : semplicemente pensa di restituirgli lo sgarbo che egli le aveva fatto piantandola in asso. In questo ragionamento Incanto non tiene minimamente conto del rischio che sta correndo non riflettendo affatto sulle perverse leggi che regolano la malavita, regole che non ammettono rifiuti a nessuno affiliato e quindi nemmeno alla ballerina una volta entrata, come aveva fatto, con l’accettazione della rilevante somma di denaro.

Incanto apre il nuovo locale e comincia lanciarlo in grande stile inimicandosi Giovanni per il nuovo locale che lavora in concorrenza con il suo.

Da parte di Guido riceve delle indicazioni direttamente a voce di un suo collaboratore a bella posta trasferitosi a Milano per far da tramite. Al”inizio si tratta di fornire informazioni del tutto innocenti che Guido le aveva richiesto al solo scopo di avviarla piano piano alla lucrosa attività mafiosa. Per queste informazioni non sussistono problemi per Incanto. Lei ha un’abilità per farsi hoamica dei personaggi anche se in vista.

Poi col passar del tempo e variando sempre di più il tenore delle informazioni Incanto viene a trovarsi compromessa in affari che capisce essere nè più ne meno che quelli della malavita e quindi si trova a comportarsi in maniera del tutto contraria rispetto alle sue precedenti prese di posizione.

Mario non è assolutamente al corrente dei dettagli relativi al nuovo locale, alla sua fondazione ed esercizio perché, pur avendola sempre nel cuore, ha capito che lei era cambiata completamente e, sia pure a grande fatica, aveva trascurato completamente i contatti con lei.

Un giorno rceve una chiamata da Giovanni il proprietario della prima balera dove lavorava lei. Nell’incontro Giovanni avvisa Mario che Incanto aveva intrapreso una strada completamente sbagliata non solo perchè aveva aperto un locale concorrente con il suo ma perchè gestiva affari contro la legge con tutti i pericoli che questo comportava. Giovanni va più avanti con il ragionamento ed accenna a Mario che egli sarebbe disposto ad entrare in società con Incanto unificando i due locali in modo da evitare che si potessero fare concorrenza reciproca

Mario si chiede come mai Giovanni sia ricorso alla sua persona per fare elle confidenze così pericolose ad egli stesso che non conosceva se non come ex avventore del suo locale ai tempi quando vi ballava Incanto. Oltre tutto Mario si domanda come fa Giovanni ad essere a conoscenza di queste tresche nascoste. A suo parere c’è una sola possibilità che anche Giovanni abbia a che fare con la malavita magari con gruppi in concorrenza con quello di Guido il vecchio fidanzato di Incanto.

Alla fine Mario non crede affatto alle affermazioni di Giovanni anzi si convince che si tratta di entrare in argomenti della massima scabrosità, nei quali è forse interessata anche la sua amata Incanto. Tutto questo lo prostra completamente e vede una sola soluzione disinteressarsi di tutta la vicenda soprattutto dimenticando Incanto e tutto il suo innamoramento.

Passano alcuni mesi e veramente Mario non ha alcuna nuova di tutto l’affare quando riceve una telefonata di Incanto che lo prega di dedicargli una mezz’ora perchè avrebbe delle cose importanti da comunicargli.

Si incontrano ed egli trova una Incanto completamente cambiata. Gli dice che sognava un amore puro come era quello di Mario e ora era immersa in pasticci di enorme portata dai quali non riesce più a districarsi perché, oltre alla mafia, sono in ballo usurai che le hanno prestato il denaro, Giovanni che è un capo mafioso, Guido un altro simile e tutti pronti a farla fuori per il pasticcio che ormai era nato.

Alla fine accade che Incanto viene trovata morta in una camera d’albergo dove aveva dormito assieme ad un uomo che aveva presentato delle generalità false e quindi non rintracciabile.

Mario a questo punto tenta di riassumere come appare a lui tutta la tragica vicenda. Incanto si era fatta dare i soldi dal mafioso Guido che era il suo originario fidanzato e che lei stessa aveva scoperto essere dedito al malaffare. Giunta al momento di necessità, nonostante avesse giurato di non aver mai più contatti con la malavita di qualunque genere, aveva lo stesso fatto ricorso a lui fidando in quel vero amore che lei ha sempre sognato di provare per Guido medesimo. Viceversa Guido era rimasto il mafioso di sempre e non le aveva portato soldi suoi ma la aveva messa in mano agli usurai. Questi ad un certo punto, non ricevendo le cospicue rate necessarie per estinguere il debito, avevano cominciato a ricattarla minacciandola di morte se non avesse pagato. Incanto allora si era rivolta a tutti i conoscenti per avere aiuto. Giorgio che la aveva portata in viaggio non aveva soldi come le aveva già detto a suo tempo. Ora si rivolgeva a lui, a Mario, che sapeva disposto a tutto per salvarla ma questi le confessò che non ne era in grado. Si era allora rivolta a Giovanni il quale l’aveva coperta di insulti chiedendole come aveva il coraggio di chiedere proprio a lui del denaro prprio a chi l’aveva aiutata dandole uno splendido lavoro per anni per ricevere poi l’affronto di Incanto stessa che apre un locale in concorrenza con lui.

Alla fine Mario capisce che deve essere stata la mafia degli usurai a minacciarla di morte se non pagava e visto il risultato avrà senz’altro provveduto in quel modo per dare, con l’assassinio di Incanto , un tangibile esempio a tutti coloro che si fanno finanziare senza estinguere poi il debito.

A questo punto Mario si trova deluso dalla sua vita milanese, dalla fine della sola donna che ha veramente amato e non fa che ripassare nella mente la delusione della sua amata tradita da tutti e tanto depressa da sicuramente non aspirare che a quello che le è effettivamente successo e cioè ad una morte che avrebbe posto fine a tutti i suoi molti tormenti. In merito sono da rilevare prima di tutto i continui minacciosi ricatti degli usurai, l’odio provato nei confronti della ballerina da due cosche mafiose e cioè quella di Giovanni che lamentava l’azione di aver aperto un locale concorrente con il suo e quella di Giorgio che voleva castigarla per averlo imbrogliato nel suo compito di informatrice delle personalità milanesi che frequentavano il suo locale. Per finire Incanto soffriva a causa del mancato successo del suo locale per il quale aveva spesi enormi capitali, capitali che non era più in grado di restituire. In tutto questo c’era ben donde perchè Incanto intravedesse come unica soluzione l’arrivo della sua morte come del resto è puntualmente accaduto.

Alla fine Mario disperato e disilluso raccoglie tutte le sue magre proprietà e fissa un viaggio in aereo per l’America del sud dove pensa di passare quelli che tutto sommato potranno essere i suoi anni migliori. Prima di partire fissa un appuntamento con l’investigatore Artemisio dandogli incarico di accertare la vera fine della ballerina chiamata Incanto invitandolo a mantenere riservati tutti i risultati conseguiti in quanto sarebbe stato egli stesso a farsi vivo per averli e per saldare il conto della sua prestazione della quale per il momento lasciava un lauto acconto.

Artemisio, accettato l’incarico, cominciò a studiare la faccenda mettendo in atto tutte le sue tecniche investigative e quindi indiziando dalla vita giovanile di Incanto e del suo perduto innamoramento con Guido risultato poi il mafioso che ha finto di darle i soldi necessari per aprire il nuovo locale mentre nella realtà l’aveva soltanto messa in mano degli usurai.

In secondo luogo Artemisio fece in modo di conoscere Giovanni i dal quale riceve la spiegazione del torto fattogli da Incanto nell’aprire un locale in concorrenza con il suo, motivo per cui non aveva accettato di aiutarla per nulla.

Infine Artemisio si è inoltrato anche nello studio approfondito del personaggio Mario venendo a conoscere le molte delusioni che aveva avuto da Incanto, delusioni che lo avevano colpito nel suo animo, tanto profondamente da richiedere un eccezionale approfondimento investigativo. In tal senso videro la luce importanti elementi.

In dettaglio Mario nella sua vita aveva attraversato fasi di una drammaticità estrema e così gravi da indebolirne la coscienza. Artemisio in particolare si riferisce alle crudeltà alle quali aveva assistito fin da giovane quando aveva avuto i primi contatti con la mafia. Ma il fatto più clamoroso che poteva arrivare a sconvolgere a fondo il suo modo di ragionare era stata la guerra in Iugoslavia e tutte le vicende tragiche a cui aveva dovuto assistere se non addirittura intervenirvi. La caratteristica veramente tragica e contraria alle regole fondamentali del vivere civile consisteva nel grave fatto che quelle azioni delittuose erano rivolte a nemici di qualunque tipologia e quindi non limitate ai soldati ma anche alle persone civili giovani o vecchie: un fatto di incommensurabile gravità e veramente sconvolgente per un animo gentile come quello di Mario.

Fatta questa disamina generale, Artemisio aveva passato sotto osservazione tutte le possibili modalità di assassinio di Incanto a partire dagli usurai, vicende esplicative dalle quali però non era venuto a galla alcun possibile addebito non solo per la mancata presenza di indizi anche se incerti ma soprattutto per la ovvia ragione che gli usurai mai e poi mai avrebbero risolto il loro problema di mancato pagamento con l’uccisione di colei che avrebbe dovuto, restando viva e vegeta, provvedere al pagamento medesimo.

Il secondo possibile autore dell’assassinio poteva essere Giovanni che lo avrebbe fatto per vendetta della apertura del locale concorrente. Però anche in questo caso dai numerosi colloqui avuti e dalle indagini fatte, risultava impossibile che fosse proprio lui l’assassino.

Lo stesso risultato era quello relativo a Giorgio un amico danaroso con cui Incanto aveva fatti un viaggio bellissimo e al quale Incanto medesima si era rivolta chiedendo aiuto. Ebbene Giorgio era proprio l’unica persona retta di tutto l’assieme, persona che non aveva nessun interesse e nessuna motivazione nè capacità di compiere il delitto.

Anche le indagini sul capomafia Giorgio che era stato il primo fidanzato di Incanto non fornirono alcun indizio di colpevolezza.

In ultima analisi l’assassino non poteva nemmeno essere accreditato ad un malvivente qualsiasi perché tutti gli accessi all’albergo di quella notte erano stati controllati ed annotati dal portiere di notte che non si era mai assentato dal duo posto di Sorveglianza.

Ma se questa completa disamina fatta da Artemisio esclude dal novero dei possibili assassini tutti i personaggi elencati allora viene da chiedersi: ma chi mai ha ucciso la splendida persona che era la ballerina Incanto?

La conclusione di Artemisio arriva all’assurdo : ad uccidere non poteva che essere ed effettivamente è stata una e infallibilmente soltanto un personaggio ben noto. La colpevolezza doveva per forza ricadere su una persona specifica e questa persona era proprio lui Mario cioè il vero protagonista della storia e per una somma di ragioni. Prima di tutto era l’unico tra tutti che si era preparato un viaggio avente lo scopo di renderlo irreperibile e soprattutto non imputabile del delitto perchè egli appariva completamente estraneo alla vicenda per il semplice motivo che egli risultava sconosciuto essendo finalmente rientrato nella sua vera identità ed essendo ora munito della sua vera e valida carta d’identità in sostituzione di quella fasulla che da quando risiedeva a Milano usava e che era nota a tutti.

Sussisteva un altro fatto gravissimo: studi avanzati ammettevano che Mario era affetto di una mentalità resa labile dalle grandi avversità della sua esistenza che più volte lo avevano sconvolto. In realtà i ricordi incancellabili del periodo bellico rendevano chiaro nella sua mente che il problema morte assumeva una grande importanza nella risoluzione dei problemi. In questa occasione stava subendo l’avversità peggiore di tutte: il suo amore immenso, Incanto, era veramente perduta per le minacce degli usurai, per la mancanza di aiuto che aveva chiesto a tutti senza trovarli. La parola che al riguardo ribolliva impellente nella mente di Mario era “morte” .

E’ da rilevare quella che, nella vicenda in corso, appare una inconciliabile assurdità. Viene da chiedersi come sia possibile che Mario, che vedeva nella ragazza quanto di meglio egli potesse desiderare dalla vita e nonostante questo grandissimo sentimento considerasse il suo assassinio un dovere, quasi quasi un suo obbligo, un grande regalo che egli faceva ad Incanto, un compito morale che egli doveva assolutamente assolvere come si trattasse non già di procurarle del male ma invece il bene superiore. La spiegazione di questo fenomeno è soltanto un incancellabile retaggio rimasto nel suo io a seguito della guerra in Iugoslavia e che ,o aveva sconvolto ad un punto da trasformale quel male che in guerra compiva con la massima naturalezza addirittura in un bene.

Oltre tutto Artemisio aveva scoperto che Mario viveva una identità fasulla ben diversa da quella vera, Infine Mario era venuto nella conclusione che per finire nel migliore dei modi questo suo amore pazzesco sussisteva una soluzione sola : la morte dell’amata come unico rimedio di tutti i problemi che la sua mente improvvisamente ammalatasi continuava a balenare . Infatti così ha fatto. L’ha pregata di donarle finalmente una notte da passare assieme recandosi ad aspettarlo in una camera d’albergo che egli aveva già prenotato. In quella camera lui è arrivato in ritardo e fornendo come sempre un nome fasullo con una carta d’identità fasulla. Appena arrivato in camera aveva subito commesso l’assassinio seguendo le stesse orrende ed indimenticate modalità lungamente adoperate nella guerra in Iugoslavia. Completato il misfatto Mario era uscito immediatamente dall’albergo e facendosi portare in taxi all’aeroporto di dove era in breve tempo partito.

Artemisio, ritenendo cloncluso il proprio lavoro ed avendo precisato le modalità di esecuzione, tenta invano di rintracciare Mario per dargli il resocontò ma non riesce ad intercettarlo ed allora consegna le sue ricerche alla polizia la quale avrebbe potuto in seguito procedere ai termini di legge ammesso e non concesso di poterlo fare a carico di persona emigrata definitivamente nell’America del Sud.

È anche possibile una conclusione dell’eventuale processo per omicidio ben diversa da quella prevedibile. Un buon avvocato potrebbe anche dimostrare che le colpe di Mario non sono altro che i postumi di azioni di una crudeltà ed efferatezza inenarrabili , azioni che la pubblica autorità aveva costretto da parte di giovanissimo Mario di portare a termine contro militari e civili di tutte le età e di vario sesso durante la guerra. Se per l’uccisione della ballerina Incanto Mario era senz’altro condannabile, gli si dovevano sicuramente concedere le attenuanti visto che il misfatto era un chiaro seguito delle atrocità che egli aveva obbligatoriamente commesso in guerra e che lo martellavano, a distanza di tempo, notte e giorno avendo addirittura provocato un cambiamento radicale della sua personalità.

Viene ora alla luce una conclusione importante di tutta la vicenda qui raccontata. A tutta prima sembrerebbe senza senso l’incarico affidato da Mario ad Artemisio di scoprire il vero assassino della ballerina visto e considerato che tale assassino era proprio se stesso . La motivazione per cui Mario ha dato tale incarico di investigare sulla morte violenta della ballerina Incanto appare chiaramente quella di procurarsi quelle attenuanti che Mario stesso era sicuro Artemisio avrebbe messo in luce così come in realtà è accaduto, attenuanti di cui poter usufruire nella disgraziata ipotesi di una sua estradizione dall’America Latina per essere presente nel processo italiano. Si può quindi concludere che alla fin fine Mario ha dimostrato un buon acume in tutta la vicenda della sua vita finendo addirittura con l’essersi anticipatamente procurato e fatto mettere nel verbale consegnato alla polizia da da Artemisio, delle attenuanti da utilizzare nel disperato caso di dover subire il processo italiano quale inputato di assassinio.