Una vecchia agenda
tenuta in un cassetto per vent’anni,
e tra le pagine di giorni vuoti
fogli sparsi scarabocchiati a penna
in quella grafia bizzarra
che ho sempre faticato a decifrare.
Elenchi:
brevi frasi,
singole parole,
nomi.
Titoli
di racconti mai scritti.
Episodi di una vita
che, per distrazione
o per stupidità,
non ho saputo ascoltare.
Ora
tengo tra le mani
dei fogli ingialliti
e leggo.
Leggo parole
di cui non conosco il senso
cercando di tornare indietro
nel tempo
per trovare un indizio.
Ma non so ricordare.
Posso soltanto
raccogliere queste parole,
come cocci di un vaso rotto
metterle insieme,
e inventando qualcosa
che non è mai stato
coprire le crepe vuote
con impalpabile polvere d’oro.