IL LAVORO DI CONOSCENZA

LE ASSOCIAZIONI

In questi ultimi anni in tutto il mondo si è molto impegnato per approfondire una importante iniziativa basata sul “lavoro di conoscenza”. Per chiarirne meglio i concetti riporterò la seguente spiegazione.

Toffler (1990) osservò che i tipici lavoratori della conoscenza (specialmente scienziati ed ingegneri impegnati in attività di ricerca e sviluppo) devono avere qualche sistema a loro disposizione per creare, elaborare e sviluppare la loro stessa conoscenza. In qualche caso essi avranno anche la necessità di gestire la conoscenza dei propri collaboratori.

Sul tema si sono fatti studi che non vengono qui approfonditi essendo lo scopo di questo racconto partire da un’attività che ha solo attinenza con detto tema senza bisogno di entrare nello specifico.

Di fatto si constata come fioriscano dovunque delle associazioni tra lavoratori di diversificata qualità i quali riescono, come sarà man mano spiegato, ad ampliare quella “conoscenza” ritraendone notevoli benefici.

UN ESEMPIO

Per rendere un’idea di quello che sta accadendo in molte regioni italiane ed anche estere spiegherò uno dei sistemi usati precisando che si tratta solo di una piccolissima parte di quelle attività che operano in tutto il mondo e che viene qui spiegata solo per dare un esempio.

Si tratta di associazioni che sono ormai numerose in tutte le regioni.

Il loro impegno ha luogo essenzialmente con riunioni settimanali tenute in ampie sale convegno divise in due parti. Nella prima si trova un lungo tavolo a forma di una grande u attorno al quale sono seduti tutti gli associati che partecipano alla seduta. L’altra parte della sala è occupata da poltroncine simili a quelle dei cinema e nelle quali trovano posto le persone che presenziano ai lavori per rendersene conto e poter decidere se entrare a far parte attivamente della associazione oppure in che modo utilizzare il sistema per la propria attività . Queste persone hanno la caratteristica essenziale di di essere state tutte presentate da almeno un associato il quale risponde della loro serietà e correttezza e dall’assoluta assenza di problemi.

Il lavoro inizia presto al mattino e si divide in due tempi. Il primo è riservato agli associati ognuno dei quali ha un preciso periodo di tempo a sua disposizione ad esempio un quarto d’ora, effettivo e controllato, durante il quale spiega la propria attività che mette a disposizione di tutti i presenti, chiarisce l’eventuale lavoro che egli ha potuto fare grazie all’incarico derivato dagli incontri precedenti dell’associazione, oppure indica qualche proposta per il miglioramento del lavoro dell’associazione.

In questo modo tutti i presenti sono messi al corrente di tante attività diversificate ed in tutti settori più vari sia di lavori manuali come muratori, parrucchieri, falegnami, piastrellisti ecc e sia di lavori di carattere intellettuale come avvocati, architetti, ingegneri, addetti all’informatica, negozianti, grafici ecc, ecc.

Finito il giro di tutti gli associati la parola passa alla seconda categoria di presenti e cioè alle persone non associate, che sono state presentate e che possono disporre di un tempo molto breve ad esempio un solo minuto a testa durante il quale ogni presentato può spiegare l’attività che svolge e quali prestazioni sarebbe disposto a svolgere per coloro che ne fossero interessati.

Finite le presentazioni l’assemblea è sciolta e si passa alla sala del bar nella quale tutti possono scambiare i biglietti da visita, avvicinare quelle persone che hanno posto dei problemi o delle risoluzioni interessanti e quindi scambiarsi i punti di vista.

E’ dimostrata dai fatti l’importanza di queste assemblee, soprattutto quando una persona le frequenta con assiduità perché rende possibile l’incontro tra prestatori d’opera sia manuale che intellettuale e coloro che ne hanno bisogno oppure che sono in grado di svolgere la stessa attività con diverse modalità esecutive.

IL PERSONAGGIO CHIAVE DEL RACCONTO

Si tratta di Attilio una persona che si presenta molto bene sia come aspetto e con una spontanea facilità di esprimersi senza tediare ma invece interessando l’uditorio. Egli, nel suo minuto di tempo, spiega la sua attività che consiste nell’eseguire per conto terzi e ovviamente via internet qualunque tipologia di lavoro digitale a distanza ed in special modo attuare e mantenere una ordinata archiviazione di documenti digitali.

Nel corso dei successivi colloqui fatti al bar ha modo di dettagliare ad un associato evidentemente interessato al problema, alcune modalità da egli usate per lo stoccaggio, tramite adeguate procedure digitali atte al sistematico accumulo dei file e contemporanea compitazione di ordinate liste di tutto il materiale catalogato in modo da poter essere in qualunque momento rintracciato ed estratto dall’archivio. Nel caso specifico si tratta del titolare di una grossa impresa che costruisce imponenti opere edilizie e che gli comunica in anteprima il bisogno di qualcuno che esamini la notevole mole di documenti digitali e grafici, sia descrittivi che di calcolo e che richiedono un accurata catalogazione ed accumulo in capienti depositi digitali ferma restando la possibilità di rintracciare qualsiasi documento anche a distanza di tempo. Ebbene, a seguito un accurato sopralluogo agli uffici dell’impresa viene affidato ad Attilio l’incarico di provvedere alla costituzione di un grande serbatoio virtuale di accumulo ordinato e catalogato di tutta la documentazione digitale ed anche cartacea da trasformare in digitale e che costituisce il vero patrimonio documentale della ditta medesima.

IL LAVORO DI CONOSCENZA

Venne quindi sottoscritto davanti un notaio l’impegno di Attilio a non utilizzare il materiale della ditta se non per l’interesse di essa essendo il compito limitato soltanto all’archiviazione ordinata di tutti i documenti ed alla redazione di una serie di tabelle o di altri moderni mezzi di reperire l’indicazione riassuntiva dei documenti archiviati, della loro catalogazione, ed alle modalità per rintracciarli un qualunque documento.

Nel primo anno di lavoro la ditta rimase molto contenta del lavoro svolto in quanto al disordine abituale era stata sostituita una archiviazione ottimale sotto tutti i punti di vista. Questa fiducia dimostrata da Attilio e dal suo staf ha avuto un risvolto molto positivo tanto che via via che passava il tempo aumentava la soddisfazione del committente ed anche la qualità della documentazione che gli veniva affidata. In pratica anche i documenti amministrativi dai quali era possibile capire particolari fin troppo riservati per essere affidati, come accadeva di fatto, ad un ente esterno, nella impresa stessa rappresentando un elemento importante da archiviare ma al tempo stesso pericoloso per la riservatezza richiesta dai dati stessi.

La realtà dimostrò questa grande verità: il nostro personaggio iniziò ad esaminare ed a classificare una notevole mole di documenti che divise in primo luogo per diversificate categorie per dopo redigerne una accurata lista documentale ma esaminando con grande interesse la parte economica e decisiva dell’azienda.

I RISULTATI DELLA CONOSCENZA

Attilio, pur senza venire a mancare in alcuno di quegli obblighi di riservatezza assunti davanti al notaio, tuttavia nel suo lavoro aveva uno scopo ben diverso da quello esposto in assemblea. Egli, approfittando della grande esperienza che aveva dell’informatica ed avendo lavorato per lungo tempo per una ditta dove aveva il compito di organizzare le decisioni in funzione dell’insieme di eventi che tra loro erano coinvolti e suscettibili della buona riuscita finale del lavoro, riteneva essenziale che anche in questo caso una tale possibilità, invece di essere ignorata come stava in realtà accadendo, fosse utilizzata per i grandi vantaggi che se ne poteva ritrarre in questo lavoro grazie agli ottimi software che elaborano la programmazione degli interventi in modo che che sia possibile suddividere in tappe (eventi) interdipendenti e collegate tra loro con legami (attività) secondo una logica sequenziale. La sua esperienza in questo settore era in grado di migliorare in maniera determinante tutta la strategia generale della ditta ottenendo alla fine risultati economici e di riuscita veramente eccezionali nel mentre dall’esame della documentazione Attilio poteva anche rilevare i punti nei quali l’impresa non andava affatto bene. Dalle elaborazioni di Attilio emergeva la constatazione che sussisteva un disservizio senza dubbio dovuto al sistema ormai sorpassato di dirigere l’azienda sulla base delle convinzioni personali del titolare il quale, per la sua mentalità ormai sorpassata, si rifiutava di usufruire di quelle tecniche moderne che formavano invece la base di lavoro di Attilio.

Si capisce bene che la mira di Attilio era di livello ben superiore ed inoltre completamente ignorata dai titolari della ditta che gli avevano affidato soltanto un incarico di archiviazione degli elementi cartacei ma soprattutto digitale dell’intero lavoro che stava svolgendo e che avrebbe continuato nel futuro migliorando, per quanto possibile, le metodologie, le attrezzature e soprattutto l’insieme di tutto il personale a partire da quelli posti più in alto nella scala delle abilità imprenditoriale per comprendere alla fine tutto il resto fino all’ultimo dipendente-

Nella realtà di tutti i giorni Attilio ed il suo qualificato personale avevano introdotto, nei nuovi sistemi di verifica e di programmazione degli eventi, i numerosi dati che vedevano passare sotto i loro occhi, riuscendo in questo modo a rilevare le mancanze del sistema di tipo antiquato essendo basato principalmente sulle buone capacità imprenditoriali del titolare e dei suoi attuali collaboratori il che era da tempo stato sistematicamente abbandonato dalle ditte concorrenti che erano già passate proprio a quei metodi di decisione di primo piano per la preminente funzione delle verifiche e delle previsioni ricavate tramite i citati sistemi digitali.

Attilio intraprese di nascosto la simulazione al computer dell’ultimo appalto di esecuzione delle opere il quale, per la prima volta da quando l’impresa operava, chiuse il bilancio in netta perdita nel mentre anche la qualità delle opere realizzate tentando di economizzare nelle spese, non presentavano quella spiccata qualità che di solito caratterizzava la ditta. Ebbene, dalle simulazioni Attilio non solo riusci a definire quali erano stati gli interventi difettosi ma riusci anche a simulare una diversa soluzione ricavata con l’applicazione dei suoi sistemi digitali da cui si ricavavano risultati finali nettamente positivi. Il tutto riassunto tramite un grafico finale molto esplicativo dava una chiara idea del perché della debacle e dei vantaggi che si sarebbero potuti ritrarre da una serie e ben precisa di decisioni imprenditoriali.

Attilio con questi elementi così rappresentativi in mano chiese un incontro con il titolare per dargli conto di tutto questo pensando in cuor suo di fare un’ottima figura che forse gli avrebbe aperto ulteriori possibilità di applicazione dei suoi sistemi.

IL RIFIUTO DEI NUOVI SISTEMI BASATI SULLA CONOSCENZA

Il risultato fu invece completamente diverso. Il titolare dell’impresa si limitò ad affermare che Attilio era mancato totalmente ai suoi doveri entrando in un settore che non era affatto di sua competenza. Oltre a questo affermò che Attilio era come suo figlio ingegnere che non capiva nulla e che da anni gli diceva, come Attilio stesso, che le cose dell’impresa non andavano bene nel mentre non era affatto così visti i risultati che da mezzo secolo stava riscuotendo. Poi passò alle vie di fatto prendendo immediatamente una decisione tanto drastica quanto errata. Ruppe immediatamente ogni rapporto con Attilio togliendogli di punto in bianco l’incarico minacciando di citarlo in giudizio per i danni avendo egli mancato totalmente ai suoi doveri. Prescrisse che venissero immediatamente trasmessi in proprietà della sua ditta tutti i sistemi organizzati da Attilio sulla base del contratto stipulato con Attilio stesso. Questi gli spiegò che tutto il lavoro di archiviazione era eseguito tramite software elaborato dalla sua ditta e che non era alienabile.

Il titolature dell’impresa, furibondo disse soltanto che era necessario dare ai suoi il modo di entrare nei suoi archivi lasciando poi che fossero i suoi dipendenti medesimi a continuare nel suo lavoro di archiviazione. Attilio precisò che nel contratto era chiaramente scritto che egli avrebbe eseguito il suo incarico tramite metodi esclusivi ed era inoltre precisato che a fine incarico, egli avrebbe esclusivamente consegnato le password necessarie perché il lavoro potesse essere proseguito da altra ditta di informatica ma non tramite l’impiego dei programmi di proprietà di Attilio.

Il rapporto era comunque risolto, ma prima di salutarlo Attilio gli assicurò che, in caso di bisogno egli era sempre pronto a ritornare ed a dargli quei consigli che, secondo lui, erano essenziali per il futuro della ditta essendo comprovati dalle documentazione e dalle verifiche da lui fatte con metodi moderni. Questo fece arrabbiare ancora di più l’impresario.

I PRIMI RISULTATI

Attilio volle assolutamente incontrare il figlio ingegnere ed in quella occasione gli fece vedere le sue verifiche fatte sia sul passato che sul futuro della grande impresa di suo padre trovando piena solidarietà con il figlio.

Con lui cercò di studiare un piano per raddrizzare quella che, pienamente d’accordo tutti due, era una china pericolosa confermata dagli ultimi risultati economici e di qualità delle opere eseguite.

L’ostacolo, che era sempre esistito per il figlio, continuava ancora adesso per tutti e due. Come poter fare?

Attilio aggiunse però che il tempo stringeva e non si poteva perderne altro.

Tra l’altro Attilio, dalla corrispondenza archiviata, aveva appreso che stava per andare in appalto un grosso lavoro al quale il vecchio padre intendeva concorrere seguendo le sue solite regole che consistevano nel fare un accurato esame dei costi e quindi presentare un’offerta il più bassa possibile poiché quello era, secondo il vecchio imprenditore, una necessità per vincere.

Tutti due d’accordo decisero di esaminare bene la grande opera da eseguire e vedere se veramente era solo il basso costo a costituire l’elemento vincente

Il lavoro che andava in appalto era un grattacielo di 10 piani sito in centro citta’. La prima decisione che Attilio ritenne necessario assolvere fu la ricerca di elementi costruttivi degli edifici del genere con particolare attenzione per i costi. Quello che gli risultò molto importante sia dal punto prettamente tecnico che da quello economico fu il problema delle fondazioni che nel caso specifico erano previste mediante palificata. Egli approfondi in maniera particolare l’incidenza del costo totale delle fondazioni di edifici simili di cui riuscì a trovare in internet degli elementi rispetto al costo totale dell’edificio e soprattutto alle sue caratteristiche dimensionali in modo da effettuare un confronto ragionato anche se approssimativo tra i costi delle fondazioni di edifici simili già costruiti e quello che andava in appalto. Il risultato denunciava un costo delle fondazioni di progetto notevolmente inferiore ai corrispondenti già costruiti.

A questo punto egli riferì questa discrasia all’ingegnere figlio del titolare il quale , conoscendo già le caratteristiche di portanza del terreno, effettuò una verifica di massima confermando i dubbi di Attilio e mettendo in discussone tra loro due un argomento così determinante. Sicuramente l’aver minimizzato l’importanza delle fondazioni non poteva derivare da un errore di calcolo bensì da uno scopo che poteva essere quello di favorire un concorrente che ne fosse al corrente. A questo punto anch’essi si trovano nella condizione di conoscere il problema e quindi decisero di approfittarne. Nell’offerta economica curarono tutti i prezzi delle strutture soprassuolo mentre maggiorarono convenientemente quelle delle fondazioni in modo da ottenere un duplice risultato:

– Un ‘offerta ufficiale a basso costo dovuta a due fattori e cioè ai bassi costi offerti per tutte le opere soprassuolo e all’alto costo delle fondazioni valutate per quantitativi minimi

– un importo elevato della contabilità effettiva dovuto alla necessità di domandare, non appena esperito l’appalto, una perizia di variante nella quale venissero verificate le opere di fondazione ritenute insufficienti dalla ditta costruttrice la quale rimaneva comunque responsabile della stabilità dell’edificio.

In altri termini veniva presentata un’offerta economica con buone probabilità di risultare vincentementre l’importo di contabilità finale sarebbe risultato conveniente grazie al prezzo delle fondazioni che sarebbero aumentate notevolmente di quantità.

I RISULTATI FINALI

La conferma di tutte le considerazioni fatte si ebbe dalla realtà dei fatti. L’appalto venne vinto dall’impresa che, molto pratica nella costruzione dei grandi edifici, aveva presentato un‘offerta con basso costo totale delle opere. Poi in sede esecutiva l’impresa stessa, che in ogni caso restava responsabile della stabilità del grattacielo da lei stessa costruito , chiese subito la verifica del dimensionamento delle fondazioni che dagli studi effettuati da propri tecnici non erano tali da garantire una buon sicurezza dell’opera completa considerando assolutamente insufficienti le fondazioni previste in progetto.

Riesaminato il problema la direzione lavori ritenne necessaria una perizia di variante nella quale, fermi restando i prezzi unitari già concordati, si prevedeva un maggior sviluppo della palificata di fondazione con una maggior spesa totale dei lavori. Inutile precisare come questa decisione concordasse in pieno con le previsioni dell’impresa e comportasse il buon risultato economico finale già previsto. Il grattacielo venne ultimato con ottima esecuzione di tutte le strutture. Ne risultò un edificio bello e soprattutto di ottima qualità in tutte le sue parti.

Da segnalare una postilla importante di questo racconto. Ad opere ultimate Attilio chiese di essere sentito nelle riunioni delle associazioni di cui si è parlato all’inizio .

In quella sede descrisse in dettaglio la procedura di conoscenza eseguita per la compilazione dell’offerta di un importante opera come quella della costruzione di un grattacielo in centro storico e dei risultati conseguiti particolarmente brillanti sia ai fini economici della ditta per cui lavorava e sia per la soddisfazione personale di aver efficacemente contribuito alla ottima qualità di tutte le complesse strutture costruite e che nel loro insieme compongono una grande edificio di abitazione ed uffici. Tale merito derivava in maniera diretta dal “lavoro di comunicazione” ed in particolare all’associazione nella quale sta parlando in quanto è in quella sede che aveva acquisito l’incarico ed è stato dalla metodologia ivi sostenuta che sono derivati i risultati medesimi.