In un paesino di 4000 abitanti fa servizio una farmacia posta in posizione centrale fronte strada dalla quale divisa da un piccolo parcheggio ad uso della clientela.
Sono le 18 e manca mezz’ora alla chiusura della farmacia. Dietro il banco ci sono tre addetti alla vendita mentre la clientela è composta da tre donne che stanno confabulando ognuna con un farmacista addetto alla vendita. Improvvisamente entrano di soprassalto due figuri con in testa il casco da motociclista e pistola spianata. Stando sulla soglia della porta uno urla “questa è una rapina tutti fermi!. ” Prontissimo uno dei tre farmacisti fa un salto ed avvicinandosi alla cassa schiaccia con un piede il bottone dell’allarme. Parte un segnale acustico di grande intensità che provoca l’immediata fuga dei due malfattori e con una certa urgenza l’arrivo della gazzella della polizia messa prontamente in allarme dal sistema di sicurezza, ma ormai i malfattori erano già fuggiti a bordo di una grossa moto.
Per un paio di mesi la vita della farmacia è tornata alla normalità e l’episodio, d’altra parte senza aver provocato alcun danno, è praticamente dimenticato quando, ancora una volta poco prima della chiusura serale si profilano sulla posta i due figuri con il casco e pistole spianate urlando: chi si avvicina alla cassa è uomo morto. Nessuno si muove mentre la clientela viene fatta stendere per terra sempre urlando. Uno dei malfattori resta alla porta sempre con l’arma spianata mentre l’altro con un balzo va alla cassa fa aprire il cassetto pigiando i tasti con una modalità ben nota e arraffa tutto il denaro mettendolo in un sacchetto. In pochi secondi salta nuovamente il banco ed ambedue fuggono come l’altra volta urlando chi si muove uomo morto. Fuori c’è la motocicletta rimasta in moto ed i due fuggono come la volta precedente ma questa volta con il bottino dell’incasso della giornata. Il segnale di allarme viene finalmente azionato e, dopo una decina di minuti, arriva la polizia ma è troppo tardi ed i rapinatori si sono ormai dileguati-
Fa seguito l’interrogatorio di tutti i presenti e la redazione di una breve relazione dell’accaduto che viene sottoscritta da tutti.
In seguito viene presentata denuncia di furto contro ignoti ma i risultati, anche a distanza di qualche mese, non appaiono in quanto mancano completamente indizi per poter risalire all’identificazione dei malfattori.
A questo punto il titolare della farmacia vive con il terrore della ripetizione del furto e reagisce in due modi. In primo luogo installa un nuovo sistema di allarme molto più sicuro del preesistente in quanto per azionare l’allarme non ci sono pulsanti fissi ma ognuno degli interessati viene dotato di un piccolo accessorio da tenere in tasca e che, appena sfiorato anche senza mettere le mani in tasca, fa partire l’allarme. Il secondo provvedimento consiste nell’aver dato incarico all’investigatore Artemisio di scoprire che cosa era accaduto nella farmacia ed inoltre cosa era necessario predisporre per evitare il ripetersi del furto. Il farmacista spiega che la polizia aveva esaminato a lungo il caso senza riuscire a scoprire nulla.
Artemisio di fece raccontare con tutti i dettagli possibili quanto era successo fissandosi ben in mente tutti i particolari. Un dettaglio che Artemisio considerò importante è ciò che venne spiegato da uno degli inservienti della farmacia il quale durante tutta la durata dell’intervento armato aveva notato che uno dei due malviventi teneva la pistola con la mano sinistra.
Il farmacista gli fece notare che anche la polizia aveva annotato nella stessa maniera lo svolgimento del furto ma, ciononostante , non era venuta a capo di nulla.
Artemisio fece una indagine in più di quella svolta dalla polizia pretendendo gli venisse raccontato se in precedenza fosse mai accaduto qualcosa del genere. Il farmacista allora fece presente che si era avuta una vicenda del tutto simile ma completamente priva di significato perché quella volta uno dei commessi della farmacia era riuscito ed azionare subito l’allarme con arrivo immediato della polizia e l’immediata fuga dei malviventi terrorizzati da tutto ciò.
Artemisio capì in un secondo cosa era successo realmente : il primo intervento dei malviventi aveva lo scopo preciso o di venire a conoscenza del funzionamento effettivo del segnale di allarme e, capita perfettamente la situazione di quella farmacia, la seconda volta si erano fermati vicino alla porta intimando a tutti di non accedere alla cassa in quanto sapevano che nel pavimento della cassa era ubicato il pulsante di segnalazione dell’allarme.
A questo punto Artemisio cominciò una lunga disamina delle notizie di cronaca passando accuratamente tutti i giornali locali per tutto n periodo abbastanza lungo e che terminava alla data del furto. In questo suo azzardato tentativo ebbe la ventura di scoprire che proprio pochi giorni prima in una farmacia di un paese vicino a quello in argomento c’era stato un tentativo di furto d parte di due malviventi che poi erano fuggiti per l’arrivo della polizia prontamente intervenuta a seguito del segnale di allarme.
Questo fatto confermò ad Artemisio la giustezza delle sue supposizioni: I due malfattori motociclisti si premuravano di conoscere prima il funzionamento del segnale di allarme. Il loro primo tentativo non era affatto teso alla esecuzione di un furto ma esclusivamente al controllo dei sistemi di sicurezza!
Una volta in possesso di queste informazioni Artemisio chiese un colloquio con il farmacista che aveva subito il tentativo di furto andato a vuoto, spiegandogli che entro poco tempo la sua farmacia avrebbe subito il tentativo vero e proprio di furto per cui avrebbe fatto bene a premunirsi efficacemente affidando l’incarico a due guardie giurate, esperte di sorveglianza da svolgere all’aperto e senza farsi notare l’arrivo di motociclisti verso sera perché sarebbe stato necessario bloccare i malviventi fuori della farmacia e prima che riuscissero ad estrarre le loro pistole. L’investigatore avvertì il farmacista che eli avrebbe ritenuto importante istruire le due guardie giurate e, avuto un incontro con loro, raccomandò di osservare bene i movimenti dei due malviventi soprattutto cercando di capire se uno dei due fosse mancino
A distanza di qualche settimana le due guardie ebbero modo di capire che i due motociclisti, che erano in quel momento arrivati, si preparavano ad entrare nella farmacia. La guardia giurata intimò di fermarsi perchè era in arrivo la polizia che aveva bisogno di interrogarli. Prima ancora che estraessero le loro pistole la guardia li tenne sotto il tiro della propria e all’arrivo della polizia fu fatto un’ispezione trovando che erano in possesso di pistole già caricate. Le due guardie giurate constatarono che uno dei due ha adoperato ripetutamente la mano sinistra per estrarre i documenti ed anche per rimetterli in tasca.
Forte di questi indizi Artemisio comunicò al primo farmacista di aver individuato l’identità dei due malfattori e che ora avrebbe potuto denunciarli all’autorità giudiziaria.
Al processo il farmacista, tramite le indicazioni di cassa e la registrazione di tutti i medicinali e dell’ora di consegna riuscì ad individuare ed a far da testimoni delle udienze processuali , i tre clienti che avevano assistito alla rapina . In quel modo al processo erano presenti sei persone alcuni dei quali riconobbero negli imputati i rapinatori.
L’esito del processo era scontato : condanna dei malfattori e obbligo di pagamento dei danni, pagamento che non venne mai fatto perchè si trattava di nullatenenti.