IL DENARO IN SE’ E PER SE’

INTRODUZIONE

Anno 1950 in una cittadina da 30000 abitanti.

Vi abitano due fratelli, Tito, che ha macelleria, macello, ed albergo con bar e Giovanni che fa il sanser cioè il mediatore nella vendita degli animali da latte o da carne.

La famiglia di Tito é votata principalmente al denaro che viene considerato l’essenza della vita, l’unico scopo di una esistenza intera. Comprende due figli Arturo e Ulisse che hanno assorbito pienamente quella fede. Arturo giovane di 20 anni traffica in terreni e case. Ulisse ha un anno di meno e compra bestie giovani che poi cede al padre per il macello. Tra loro esiste una gelosia totalmente incredibile visto che si tratta di strettissima parentela dove normalmente non sussistono dissidi trattandosi di fratelli. Tra Arturo e Ulisse c’è addirittura molto risentimento per non dire vero odio.

LA DIVISIONE DEI BENI PATERNI

Alla morte di Tito i due figli procedono alla divisione dei beni paterni con molte difficoltà perché ambedue prediligebbero l’albergo con annesso bar essendo ben avviato e con una clientela sicura. Anche il bar è molto frequentato e quindi redditizio. L’edificio si trova fronte strada ma arretrato di circa una decina di metri rispetto al ciglio della via per cui il bar può usufruire di un grande spazio all’aperto dove si usa mettere dei tavolini con ombrelloni per il sole estivo .

Da dividere anche la ingente somma di denaro in contanti e investimenti vari che formano i benidisponibili da suddividere tra gli eredi. In pratica l’operazione di divisione avrà il destino atroce di non finire mai poiché è continuamente soggetta a ritorni di fiamma di Arturo oppure di Ulisse con delle lotte spaventose fra fratelli che minacciano continuamente di venire alle mani.

Dopo infinite ed accese discussioni i due fratelli sono arrivati ad un combinamento, frutto di ripetute baruffe con le quali viene continuamente, anche a cose fatte, messo in discussione ogni cosa: l’accordo finalmente é concluso. Ad Arturo, primogenito e quindi con pretestuose pretese di diritti che non esistono affatto, viene assegnata la parte più ambita e cioè l’albergo ed annesso bar . Ad Ulisse tocca la macelleria con il macello. Inutile qui riportare dettagli sul disaccordo totale, sulle imprecazioni, sulle accuse reciproche ripetute in tutti i toni. Basterà dire che il combinamento è consistito in una vera guerra. Vi hanno partecipato anche persone estranee alla famiglia e fatte intervenire per riuscire, con la loro saggezza, a lenire i gravi dissidi. La guerra si é in qualche modo conclusa e i due fratelli hanno potuto cominciare a gestire ognuno i beni ricevuti in assegnazione essendo il complicato caso sancito definitivamente con un dettagliato atto notarile regolarmente sottoscritto dai fratelli. Quello che é certo è il fatto che la vera tragedia di divisione costituirà una sorgente eternamente attiva di odi reciproci di una gravità inenarrabile. In linea puramente teorica, poiché ci sarà sempre modo di indire discussioni di tutti i tipi, si può però affermare che le parti sono fatte e può aver inizio la gestione dei beni separatamente fratello per fratello.

L’APERTURA DI UNA NUOVA ATTIVITÀ’

Passano gli anni e le cose continuano sempre nello stesso modo.

Ulisse che con la sua macelleria ha poco tornaconto mentre il macello, per le nuove leggi sulla salute pubblica , non può più effettuare la macellazione delle bestie e quindi egli pensa di aprire un nuovo lavoro lontano dal fratello e dalla sua piccola città natale dove viveva Visto il comportamento tra fratelli egli non può assolutamente intraprendere in loco nuovi impegni e quindi telefona all’amico Alberto che risiede ad un centinaio di chilometri per una necessità di grande impegno. Fissato un appuntamento gli spiega che sta cercando una località lontana dal suo paese per iniziare lí un nuovo lavoro che ha chiaramente in mente.

La nuova attività, aperta con l’aiuto dell’amico Alberto, consiste nel contattare i grandi macelli e, sfruttando la sua buona conoscenza della carne commestibile, scegliere la migliore ed organizzare il rifornimento delle macellerie concarni pregiate. In questo campo, organizza nella nuova località scelta assieme all’amico, un ufficio esemplare ed ottiene in breve tempo un grande successo. Arturo soffre dall’invidia nel vedere quel fratello, che considerava un incapace, avere invece un grande e razionale impegno con un brillante risultato economico . Una cosa che non riesce veramente a tollerare nel suo intimo maligno.

L’ATTIVITÀ’ IN CRISI

Nel frattempo l’albergo di Arturo va sempre peggio: il turismo si è evoluto e la gente sceglie alberghi in località turistiche più belle. Come fare a ripristinare la qualità economica arrivando a quella avanzatissima di Ulisse?

Egli chiede al fratello di vendergli la macelleria che egli non adopera più ma che ha affittato a terze persone. In caso positivo, Arturo potrebbe aprire una porta dall’atrio del suo albergo con bar e quindi da solo fare contemporaneamente l’albergatore (dove ha pochissimi clienti e quindi poco da fare), il barista ed anche il macellaio addetto alla vendita della carne. La risposta del fratello è nettamente negativa : mai e poi mai aiuterebbe un fratello così cattivo come Arturo. Questa risposta acuisce ancora di più il disaccordo tra i due.

Arturo ad un certo punto ha una sola preoccupazione : rendere al fratello lo stesso dispetto appena ricevuto ma non vede alcuna possibilità di operare in tal senso. Si ripromette di farlo alla prossima occasione.

Dopo qualche mese la macelleria resta senza affittuario in quanto la vendita di carne è sensibilmente diminuita causa dei supermercati sorti in città che vendono tutti i tipi di generi alimentari compresa la carne.

Arturo scrive al fratello che ora non comprerebbe più nulla da lui : sia il macello e sia la macelleria sono chiuse per le note questioni, questa è la sua vendetta : godere del disagio del fratello.

Ulisse gli risponde a giro di posta.” Ho avuto richiesta di affittare sia il macello che la macelleria ad una ditta che vuole produrre birra locale, nel macello installa l’attrezzatura di produzione della birra e al posto della macelleria aprirà un bar dove si vende solo birra, tramezzini e panini con cui fare concorrenza al vicino bar di Arturo. Nell’antistante scoperto fronte strada saranno messi dei tavolini diversi da quelli del bar di Arturo perché più ampi dovendo servire per mangiare panini con la birra”

Arturo và su tutte le furie: ma come, proprio vicino al mio bar aprire un locale del genere, si tratta del solito dispetto architettato da Ulisse solo per farla vedere a mè. Insomma il dissidio che era già grande con l’ultima decisione di Ulisse, và alle stelle e dovrà per forza sfociare in qualche grave atto di rivalsa. Arturo non pensa che a questo.

Il suo animo veramente perfido è arrivato ad un livello così elevato da pensare alle cose più turpi perfino al punto da intravedere una sola soluzione. “Io per far finire questi dispetti ho una sola soluzione : ammazzare mio fratello. Non posso più vivere in un modo così drammatico per me.”

LA NUOVA ATTIVITÀ’ PROGREDISCE MOLTO BENE

Nel frattempo suo fratello Ulisse era progredito molto nella sua organizzazione di rifornimento carni speciali alle macellerie. La sua profonda conoscenza delle carni, frutto di aver esercitato per anni la professione di macellaio e che procedeva all’acquisto e perfino alla macellazione di vitelli e manzi da carne, lo aveva reso veramente un esperto del ramo. Le macellerie di una zona sempre più vasta, pur essendo molto diminuite di numero per la concorrenza dei supermercati, si stavano però specializzando nella vendita di carni molto buone essendo questo l’unico modo per mantenere ed addirittura aumentare la clientela favorendo quella che ha cuore la qualità del cibo e quindi che potrà finalmente usufruire di carne di eccezionale bontà come quella che egli proporrà alle macellerie stesse. Il problema era diventato quello della distanza di azione che aumentava sempre di più. In sostanza il suo lavoro era cambiato. Non più attenzione all’esercizio del suo deposito di carni restando di persona sempre in sede ma invece continuare a viaggiare per trovare da un lato i produttori di carni buone e dall’altro per far conoscere la buona qualità della sua carne a più macellerie che in realtà erano diminuite di numero e diventando sempre più lontane. In conclusione era diventato un commesso viaggiatore avendo affidato la gestione del magazzino carni al personale che aveva assunto. In questo suo viaggiare si faceva spesso accompagnare dal suo suo amico Alberto il cui lavoro consisteva nel commerciare in campo prettamente finanziario effettuando investimenti e disinvestimenti azionari in funzione dell’andamento della borsa che egli seguiva attentamente tramite internet.
A Ulisse piaceva durante il viaggio parlare con l’amico perché la guida dell’automobile diventava più leggera specialmente quando Alberto raccontava i suoi successi in borsa. Una volta Ulisse gli disse. Ma perché invece di continuare in questi piccoli investimenti non studi bene un colpo grosso nel quale tu possa diventare ricco? Io, se il caso valesse veramente la pena, sarei disposto a prestarti anche una somma molto grande di denaro colla quale tu diventeresti ricco! Pensaci bene Alberto.

Si deve dire che il notevole successo nell’impegno di Ulisse nuoceva ai supermercati che notavano il permanere di molte macellerie grazie proprio al lavoro dello stesso Ulisse. È infatti ben noto come il grande risultato che hanno avuto quei supermercati era dovuto alla vera chiusura generale e definitiva dei negozi e negozietti che costituivano una parte preziosa delle città e dei paesi e che al giorno d’oggi sono praticamente spariti quasi tutti. Il lavoro di Ulisse, come detto, agiva in senso contrario rispetto a questa tendenza, permettendo a molte macellerie di sopravvivere per la ottima qualità della loro carni totalmente introvabili dai clienti nei supermercati. Nello stesso tempo accadeva un altro fenomeno causato da Ulisse. Egli sapeva che la gran parte delle carni prodotte dai molti allevamenti sorti in Italia erano acquistate da detti supermercati ma sapeva anche che gli stessi approfittavano della loro esclusività e del fattodi acquistare sempre ingenti quantitativi di merce, per pagarla ad un prezzo sempre più basso ed anch’egli, Ulisse, abbassava sempre di più il suo prezzo tendendo sempre a portarlo verso quello pagato dai supermercati. Egli infatti, tramite delle conoscenza prezzolate da lui stesso, veniva a sapere questi elementi economici che dovrebbero invece essere segreti. Questa sua ristrettezza nel pagamento aveva indispettito alcuni produttori che ne avevano parlato tra di loro in maniera preoccupata. Asserivano che Ulisse voleva scegliere le migliori carni accedendo personalmente ai macelli per constatare questa qualità dal vivo ma poi pretendeva pagare quasi lo stesso prezzo dei supermercati : non era assolutamente onestà e si sarebbe dovuto, tutti d’accordo. fare qualche azione contro Ulisse.
I risultati economici della attività di Ulisse erano , nel frattempo, diventati strabilianti anche perché la sua grande disponibilità di contante lo aveva portato a giocare con gli investimenti e, pur avendo avuto degli insuccessi mettendo in gioco continuamente delle somme rilevanti, riusciva lo stesso a farle aumentare ulteriormente. Oltre a questo effettuava anche dei prestiti a privati applicando un interesse ben superiore a quello richiesto per i mutui dalle banche. In questo era favorito dal fatto che prestava soldi a persone che non potevano rivolgersi alle banche per mancanza delle garanzie richieste dalle banche stesse. Sicuramente però si trattava di un gioco senza fine e lui stesso si domandava che cosa lo spingesse a tanto. La risposta è già stata data all’inizio del racconto quando si era specificato che la famiglia era tutta invasata dalla sete di denaro, di toccare denaro, di averne tanto soltanto per il fatto di possederlo in sé e per sé. Si vedrà come questa sete finirà in maniera tragica.

L’ASSASSINIO

La tragedia ebbe luogo in una stradina vicina alla sua abitazione poco lontana dal suo deposito carni. Ulisse venne trovato morto accoltellato.

La polizia cercò inutilmente di capirne qualcosa ma passarono dei mesi e non si sapeva nulla. Fu il fratello Arturo a voler sapere di più sulla morte di Ulisse e per questo diede incarico all’investigatore Artemisio di scoprire il vero assassino. Coloro che lo conoscevano sostenevano che non c’era nessun motivo per Arturo di conoscere la fine del fratello tanto odiato. Seondo le voi correnti in paese la ragione poteva essere una sola : nascondere il fatto grave che in realtà era stato lui a compiere il delitto. Lo aveva detto a tutti. “io con i continui dispetti che mi ha fatto Ulisse ho una sola soluzione, ucciderlo!

INTERVENTO DI ARTEMISIO

Artemisio cominciò le sue indagini proprio dal primo sospettato di omicidio cioè dal fratello Arturo. Nel lungo colloquio, questi raccontò all’investigatore filo per filo e segno per segno tutta la verità compresi i dissidi che c’erano stati tra loro due. Però dalla approfondita discussione Artemisio si convinse che Arturo, nonostante l’attrito che esisteva, nonostante avesse in cuor suo addirittura minacciato di ammazzare il fratello allo scopo di rendergli pan per focaccia, nonostante tutto ciò, ad avviso di Artemisio, non sussisteva alcuna probabilità di una cosa del genere e quindi lo assolveva completamente dal diffuso sospetto che fosse lui l’autore del delitto.
Il secondo elemento da verificare consisteva nei grandi supermercati i quali, secondo le voci ricorrenti, essendo veramente preoccupati per la sua azione di sostentamento delle macellerie, avrebbero senz’altro potuto far ricorso a qualunque mezzo e perfino ad un omicidio pur di liberarsi di un danno così grave. Le male lingue ritenevano probabile che fosse stata proprio la grande potenza dei numerosi supermercati ad aver organizzato, tutti assieme, la eliminazione dell’autore di consistenti contrattempi nella loro funzione che era diventata quella di far morire tutti i negozietti ivi comprese le macellerie. Dalle indagini di Artemisio risultò essere invece una affermazione completamente errata. Non si poteva nemmeno supporre che da una fonte come i grandi supermercati potesse sorgere la decisione di un assassinio per reagire all’evento di importanza secondaria di cui si tratta.
A questo punto restava un ultimo elemento da verificare subito : il dissenso dei produttori di carne che erano così preoccupati dal pagamento che continuamente Ulisse ribassava nel comprare le loro migliori carni, da poter anch’essi reagire al di fuori delle regole. Ma anche in questo settore Artemisio capì che stava perdendosi in argomenti inutili poiché non si poteva nemmeno supporre che un assassinio potesse provenire da lì.
I punti di ricerca scarseggiavano sempre di più per Artemisio. Cominciò allora a domandarsi cosa mai potesse fare Ulisse del molto denaro posseduto. Da parenti del morto gli venne spiegata la vera passione, una vera mania, che egli aveva per il denaro in sé e per sé, una passione incontinente di aumentare sempre di più il suo già imponente capitale soltanto per il piacere o meglio per la necessità che provava impellente di vederlo sempre e continuamente crescere. Allora Artemisio, considerato che alla base di tutto c’era una vera e propria fissazione ossessiva, una vera e propria malattia mentale per la sfrenata ricerca di denaro, si domandò qual era al mondo la modalità più malsana ma più redditizia per raggiungere questo scopo e la risposta vera era chiara : l’usura. Da quel momento Artemisio decise di ricercare esclusivamente nel campo di quegli individui loschi che erano gli usurai.


Incominciò con la lettura dei blog locali per verificare se poteva trovare qualche spunto interessante. In particolare lo incuriosì il blog di una società locale la quale si offriva per la pubblicazione di messaggi dei tipi più svariati come ad esempio ricerca di case in affitto o compravendita, acquisto di auto usate, offerta o richiesta di occasioni per soggiorni in località turistiche ecc. ecc. Il blog era ricco di messaggi di privati che cercavano le occasioni più disparate ma fra tutti fu colpito da una richiesta di ottenere prestiti ad interesse agevolato. Il messaggio era firmato Alberti XXXX. Artemisio conosceva bene la realtà di quel tipo di richiesta essendo provato che coloro che vi scrivono messaggi sottoscrivendoli con il proprio nome e cognome veri, commettono un errore grave non immaginando nemmeno che, nella realtà, dai loro scritti possono derivare le conseguenze più incredibili. Il suo pensiero corse immediatamente agli usurai i quali senza dubbio ricorrevano a quel mezzo per trovare clienti. Ma la sua sorpresa fu confermata quando da informazioni prese sul posto venne a sapere che quell’Alberto XXX del messaggio internet era l’amico che lo aveva in origine fatto arrivare Ulisse li nella cittadina di cui si tratta e che era veramente un amico fraterno col quale Ulisse stesso si intendeva a meraviglia .
Artemisio volle incontrarlo e gli disse che aveva letto su internet la sua richiesta di ottenere prestiti e gli chiese qualche particolare della sua attività in borsa. Percepì immediatamente una ferma ritrosia a parlare di quell’argomento. Artemisio era curioso di sapere l’ammontare massimo di un suo investimento e glielo chiese con tono molto deciso. Preso alla sprovvista Alberto disse la verità e profferì una cifra colossale al cui riguardo Artemisio si meravigliò molto non riuscendo a capire come facesse a disporre di cifre così grosse di denaro. Alberto allora ammise che era proprio l’amico Ulisse che, dietro sua richiesta diretta e ricordandogli che egli ben sapeva della sua piena disponibilità nei suoi riguardi, era pronto a dargli tutto il denaro che gli serviva. A questo punto Artemisio fece un vero e proprio bluff dichiarando di sapere benissimo che Ulisse gli prestava denaro, però gli faceva pagare un interesse che, in caso di mancata restituzione del capitale, aumentava di volta in volta.
Alberto cercò di sostenere il contrario e cioè che, da vero amico, Ulisse gli prestava somme ragguardevoli senza interesse. Artemisio gli fece capire che la sua richiesta di trovare da altri denaro tramite internet, era la prova evidente che egli era ben cosciente dei gravosi interessi applicati da Ulisse perché era proprio per questo che cecava soldi altrove. Alberto tentò ancora di tergiversare con motivazioni senza senso . Allora Artemisio sbottò in una vera imprecazione e gli urlò che ormai era tutto chiaro e provato e soprattutto che a quel punto era veramente suo interesse di dire la verità perché questo lo avrebbe salvato da mali peggiori. Alberto capì di essere scoperto e si mise a piangere raccontando tutta la verità come segue.
Tutta la colpa è di Ulisse che da mio amico è diventato il mio usuraio sulla base di un suo piano diabolico. Egli aveva bisogno investire il grande capitale che aveva ammassato per ricavarne interessi favolosi. Allo scopo spinse me a fare un grossissimo investimento promettendo di prestarmi il denaro sufficiente purché si trattasse di un importante investimento con il quale io sarei diventato ricco. Io pensavo che quel prestito di un amico fosse di tipo agevolato al contrario il piano di Ulisse era diverso. Egli ben sapeva che non esiste possibilità di diventare ricco con investimenti di quel tipo. Invece aveva trovato il modo di investite il suo capitale su di me obbligandomi per tutta la vita a lavorare per pagargli interessi sempre più gravosi ben sapendo che io non sarei mai stato in grado di restituire quella somma grossissima. Io feci l’investimento che invece di farmi guadagnare molto denaro si dimostrò un imbroglio. Alla scadenza della prima rata prefissata, Ulisse pretese il pagamento dei soli interessi lasciando perdere la restituzione del capitale. Evidentemente a lui non interessava tale restituzione di quella grande somma di denaro che intendeva aver investito su di me per avere un interesse continuato e che aumentava di mese in mese. Fissata ed arrivata la nuova scadenza fui in grado di pagare solo gli aumentati interessi. Le scadenze si ripeterono per più volte ed ogni volta dovevo pagare interessi sempre più gravosi. Allora feci quel tentativo su internet per trovare soldi altrove ma non ottenni nulla. Alla fine capii che non sarei mai e poi mai riuscito a restituire il capitale perché avevo di fronte non più un amico ma una persona diversa, ossessionata dal denaro e trasformatasi in un vero usuraio. Non mi restava assolutamente nessuna possibilità di salvarmi . A quel punto, disperato soprattutto per essere stato rovinato da quella persona che si definiva mio grande amico proprio per imbrogliarmi ed in maniera molto così consistente da farmi provare un odio repotente per lui. Ormai la scelta era unica : o suicidarsi o sopprimere l’usuraio. Alla fine optai per la seconda decisione.

LA SOLUZIONE DI ARTEMISIO

Come Artemisio comunicò ad Arturo i risultati dell’indagine che gli aveva affidato, Arturo stesso li commentò in questo modo.

Sapevo che mio fratello Ulisse era un caratteraccio tanto è vero che io stesso ero arrivato al punto di dire che per risolvere i problemi che mi creava io vedevo come unica soluzione la sua morte ma questo era soltanto un modo di dire significativo per rappresentare il suo temperamento. Però non sarei mai arrivato a pensare che potesse comportarsi da vero usuraio impenitente e proprio con un amico.

A questo punto mi dispiace dirlo ma devo ammettere che la unica soluzione doveva per forza essere quella da me prevista. Veramente di fronte all’usura non si può dire e fare altro.