GITA IMMAGINARIAMENTE BELLA

INTRODUZIONE

Attilio é in gita a Ravenna, bellissima città del nord Italia. Le sue strette strade costituiscono l’unico parcheggio del centro sempre imbruttito da una lunghissima striscia di automobili in sosta quasi perpetua in quanto utilizzata soprattutto dai residenti che logicamente non possono usufruire dei molti garages a pagamento, per tenervi la loro macchina ad un costo insostenibile di 15 euro al giorno. Su una strada a senso unico, sulla destra e nella lunga fila di auto in sosta, si nota che, ovviamente, sono tutte allineate secondo il senso di percorrenza obbligatorio fatta eccezione per una macchina ed una soltanto, che è posta stranamente nell’altro senso. Il fatto incuriosisce Attilio che non può evitare di porsi delle domande. In primo luogo come abbia potuto il conducente percorrere quella strada in senso contrario vista la ristrettezza della corsia di marcia ed il traffico intenso che vi si svolge. Tralasciando le difficoltà di una inversione di marcia, Attilio conclude che deve sussistere una motivazione importante come ad esempio quella di voler evitare l’uscita dalla macchina verso strada con il rischio di essere investito dalle molte vetture che vi circolano. Risulta sicuramente più sicuro smontare dall’auto direttamente sul marciapiedi quando essa è parcheggiata nell’altro senso ma questa piccola agevolazione non giustifica affatto una difficoltosa inversione di marcia della vettura. Si scoprirà presto che la vera motivazione che ha spinto il conducente a compiere quella strana azione, ha lo scopo preciso di sperare nella conoscenza, del tutto nuova, di quel qualcuno che risultasse incuriosito dalla sua strana decisione di parcheggio illegale.

Attilio infatti si munisce di una grande pazienza e resta lí ad aspettare il ritorno dello straordinario proprietario della vettura che finalmente arriva. Si tratta di una gentile signora. Anche lei a Ravenna per visitare le sue meraviglie ma che ad un certo punto era stata presa da una voglia strana, irrefrenabile come quella di scoprire lontano da casa una persona completamente diversa da quelle che conosceva già. Allo scopo ha ideato quella tipologia insolita di parcheggio percependo prepotente dentro di sé la sicurezza che qualcuno, spinto anche lui dallo stesso istinto, trovandosi casualmente di fronte a quella situazione eccezionale, avrebbe reagito ricercandone l’autore e quindi facendosi vivo con lei stessa.
Di fatto a Ravenna ad un certo punto Maria, questo il suo nome, aveva con molta fatica invertito il senso di marcia parcheggiando in quel posto che, occasione imperdibile, era libero e ed ha potuto sistemarvi la sua vettura con direzione di marcia opposta a quanto consentito e quindi correndo il rischio di subire un’ammenda.

L’INCONTRO

Qualche momento dopo l’incontro accade veramente quanto previsto. Maria, che, come vedremo, era tipo eccezionalmente dotata, viene interpellata da Attilio, un anziano settantacinquenne il quale, declinate le proprie generalità, le ha spiegato che gradirebbe spiegazioni di un fatto doppiamente straordinario a causa di un’automobile parcheggiata in modo cosí incredibile da costringerlo con forza a fermarsi perché non riusciva in nessun modo a disinteressarsi di quella che gli era apparsa una occasione vera e propria .
Attilio in quel momento percepì tra sé e sé che stava per arrivare un evento eccezionale non essendo possibile che quell’ incontro tra una giovane donna ed un vecchio non avesse un suo preciso significato.
Maria, dichiaratasi appassionata scrittrice, ed anche lei stregata da una storia eccezionale, volle insistere sulla stranezza degli avvenimenti in corso, evitando di parlargli direttamente ed invece riservandosi di mandargli in seguito un suo documento scritto con il quale lei sarebbe riuscita meglio a dare un’idea di lei e quindi poter forse iniziare un colloquio o una corrispondenza atta a chiarire quell’evento senz’altro singolare e che lei stessa aveva sentito prepotentemente assalirla.

LA CORRISPONDENZA

Giunto a casa, Attilio trova nel PC una poesia di Maria e la legge attentamente. È molto bella e ben scritta. In essa Maria descrive tutta la sua vita passata e densa di avvenimenti tragici e tanto commoventi da colpire duramente Attilio nel più profondo del suo spirito. Questa lunga serie di eventi occupa la gran parte del lungo componimento poetico specificando anche dei dettagli veramente tragici della morte dei genitori e della sorella. A questo si aggiunge la perdita di un nipotino che lei amava profondamente.
Subito dopo il tono della poesia cambia totalmente e vi si trova una scenetta incantevole nella quale Maria immagina di essere lassù in cielo, in un giardino bellissimo dove c’è un’altalena nella la quale il suo defunto papà sta spingendo il nipotino tanto amato mentre a lato si trova sua sorella ( anche lei già defunta mamma del bambino stesso) che si sta godendo la scena,
Attilio rimane incantato dalla lettura della poesia non solo per le belle modalità poetiche di componimento ma soprattutto per il racconto, l’avvenimento descritto è molto bello in quanto contrappone, alla lunga parte iniziale drammatica e commovente, la parte conclusiva del componimento poetico con la scenetta deliziosa dell’altalena ancora più commovente per l’ambiente ed i personaggi che lo compongono.

In conclusione Attilio risulta già affascinato da questa sconosciuta donna.
Egli riesce a malapena a descrivere a Maria il proprio entusiasmo per la poesia letta e lungamente meditata. Per tutta risposta Maria si dichiara contenta delle impressioni di Attilio però vorrebbe anche lei un gesto da lui per poter capirlo a fondo. Per farlo egli deve per forza spiegare che ha passato una vita fortunata che lo ha tenuto fuori da eventi tragici come quelli da lei descritti ed i quali, al contrario, lo hanno aiutato a passare tanti anni nella serenità e soprattutto facendogli sempre svolgere attività che facevano parte dei suoi interessi culturali e pratici con una famiglia adorabile soprattutto per i due figli anch’essi amatissimi. Maria giudica insufficienti le notizie fornite e lo invita ad approfondire l’argomento per farle capire di più sul suo carattere e più generalmente sulla sua personalità.

ATTILIO E IL SESSO FEMMINILE

A questo punto Attilio introduce un argomento più delicato : i suoi rapporti con il sesso femminile. E’ un campo molto difficile da spiegare anche per le particolarità che lo caratterizzavano in quel settore. Con lunghe telefonate riuscì a spiegare a Maria che nella sua lunga vita egli aveva voluto molto bene alla fidanzata diventata poi sua moglie e mamma dei due figli ma un bene che era più che altro una grande ammirazione per le sue doti fisiche , morali e di intelligenza ma però che egli non aveva mai provato quella sensazione che è chiamata amore. Precisò addirittura che, secondo il suo modo di ragionare, quella parola “amore” non riusciva nemmeno a pronunciarla perché la considerava soltanto una finzione tanto declamata da romanzi, film, racconti, storie e storielle ecc, ma nella realtà non esistente nella natura umana.
In questo senso Maria non era affatto d’accordo anzi gli assicurava di compiangerlo per il fatto di non aver mai provato quel sentimento bellissimo. Si può dire che quell’argomento rappresentasse un punto di dissidio tra i due per la discordanza tra i due modi di giudicare quel sentimento, secondo Maria, della massima importanza. Nella sua mente le modalità di considerazione di Attilio erano inaccettabili e glielo disse francamente tramite una decisione semplicissima : chiudere definitivamente il loro rapporto fin dal suo nascere.
La delusione di Attilio lo fece reagire prontamente esponendo un ragionamento di base da lui stesso ritenuto importante. Spiegò a Maria che egli non aveva nessuna fiducia nelle superstizioni, nelle previsioni campate in aria ed in genere a nessun modo di ragionare posto al di fuori della realtà. Però citò delle convinzioni che erano arrivate nel cervello di ambedue loro stessi.
L’avvenimento era successo sia a lui che a Maria. Quest’ultima aveva con molta fatica parcheggiato la sua automobile con uno scopo nel mentre lui stesso alla visione di quella vettura in quella situazione strana aveva dato un significato incognito ma che non poteva essere cancellato né da colei che lo aveva progettato e realizzato e né da sé stesso che aveva reagito in maniera completamente diversa dal solito. Egli quindi la consigliava di considerare seriamente questo fatto senza lasciarlo perdere nel nulla al fine di dare la giusta valutazione a ciò che era veramente accaduto. Ribadì il suo concetto dicendole: ma è vero o non è vero che hai faticato molto a parcheggiare la tua auto in modo illegale? Dunque se lo hai fatto realmente tu avevi uno scopo preciso ed era quello di conoscere qualcuno. Ora che ciò si è verificato, tu vorresti cancellarlo per un motivo futile come è il mio giudizio sui sentimenti ? . Ma pensa che quella era la prima volta in vita sua che capiva in anteprima che mi stava per succedere qualcosa ed ho l’impressione che anche per te sia lo stesso- Ti prego quindi di non annullare questo avvenimento realistico.

LA GRANDE AMICIZIA

Il fatto è culminato la sera con una cena in un ristorantino fuori città dove essi hanno cominciato a raccontarsi i mille fatti interessanti dando il via ad un’amicizia fatta di dotte e piacevoli discussioni su argomenti tanto belli da sigillare una completa condivisione preziosa. In questa continua festa di contatti verbali e telefonici si creò un’amicizia diventata sempre più salda finché Attilio non sente vivo quell’amore che aveva sempre considerato impossibile.
Tra i molti argomenti oggetto di discussione Attilio aveva fatto rilevare la grande differenza della loro vita trascorsa : Maria, come risultava dalla poesia che lui aveva ben ponderato ed ammirato, aveva sopportato in gioventù tristi episodi come la perdita dei genitori ed altri tristi avvenimenti. Attilio ammetteva l’ingiustizia che spesso si verifica in natura, di una diversità malvagia che colpisce alcune persone mentre altre sono spesso risparmiate dalla maggior parte delle sciagure.

Quello che che incantava ambedue era il parlare degli argomenti più disparati perché non c’era materia che non li interessasse. Dalla letteratura, alle opere liriche, alla storia, alla geografia, al progresso tecnico ed economico. Tutto era interessantissimo e su tutto avevano tutti due una profonda conoscenza e mille motivi di piacevole discussione . Era soprattutto Attilio che era un vero pozzo di scienza anche perché come gran dirigente Fiat aveva per anni ed anni girato il mondo avendo la passione di conoscere. A sua volta Maria faceva la fotografa giornalista e girava anche lei il mondo intero. In conclusione la grande sintonia in tutto lo scibile umano li rendeva felici ogni momento passato insieme e faceva crescere sempre più il loro amore profondo. Ma ciò che apprezzava più di tutto Attilio era il fatto di essere precipitato parossisticamente nel più profondo di quell’amore che egli aveva sempre disprezzato mentre in quei momenti provava immensa riconoscenza per Maria considerata a pieno titolo l’autrice di quel vero miracolo.

RIFLESSIONI FINALI

L’essere arrivato così in alto con il sentimento fece riflettere profondamente Attilio sull’amore che aveva per Maria contrastato da un grave inconveniente. Un vecchio com’era lui cosa può offrire ad una giovane Maria per compensare il grande regalo che gli aveva fatto? Nulla perché egli era solo un vecchio che rifletteva su quello di bellissimo che a quella donna straordinaria avrebbe invece offerto un suo coetaneo. Questo ragionamento lo portò ad una decisione definitiva. Egli doveva lasciare libera Maria immediatamente in modo che potesse realizzare una sua vera famiglia. Pensò che era obbligato ad essere chiaro con lei. L’avvicinò ed aggiunse : “vedi Maria, io non ho parole da usare per ringraziarti per lo stragrande regalo che mi hai fatto di portarmi a conoscenza dell’amore, quello vero che io consideravo impossibile. Però noi non riflettiamo mai sul fatto che io ho trenta anni più di te e a questo punto io sento il dovere di darti la tua libertà in modo che tu possa avere quella famiglia che io, pur con tutto il bene che ti voglio, non potrò mai darti.”

Maria gli risponde. Erano giorni che avevo una cosa importante, molto importante per noi due da dirti e questi tristi tuoi pensieri me la fanno dire ora, subito.

Attilio pensa un po’. Noi da tempo passiamo ogni giorno un paio di ore assieme che sono ore di vera felicità. Ora io ti presento una domanda. Facciamo conto che tu Attilio viva ancora un solo anno, dico e riaffermo uno solo . Pensa che, se cominciassimo ora a vivere assieme, in quell’anno noi, invece delle poche ore che effettivamente passiamo felici, avremmo ben novemila ore da passare sempre assieme. Pensa novemila ore contro le poche decine attuali .

Non è dato di sapere cosa accadde in realtà in queste novemila ore visto che i due protagonisti cominciarono subito a vivere assieme.

Un particolare importante è però dato di sapere. Dal giorno di inizio della loro convivenza e fino alla data di redazione del presente racconto sono passati ben cinque anni ed Attilio e Maria sono sempre assieme, a tutt’oggi godono di buona salute e sono nel pieno delle loro facoltà mentali. Tutto questo rappresenta in toto la motivazione del presente resoconto testuale poiché, come è facile capire, quel periodo temporale di una annata che Maria con un’uscita sensazionale ed imprevedibile aveva considerato come sufficiente per giustificare una loro eventuale convivenza, in realtà è già stato quintuplicato come se Maria, quel giorno che ha parcheggiato la sua automobile a Ferrara fosse già al corrente non soltanto del probabile incontro con una personalità notevole ma anche della durata della felice convivenza.

NOTA DELL’AUTORE

La serie di avvenimenti singolari ha pienamente messo in luce come, almeno nei racconti, possano susseguirsi le situazioni più singolari, straordinarie ed incredibili ma comunque atte a far trascorrere al lettore qualche sensazione piacevole anche se tutt’altro che realistica così come si verifica di solito nei racconti medesimi. Devo invece testimoniare che la sostanza del racconto è esattamente corrispondente con una realtà assolutamente vera e vissuta cosí come descritto. In dettaglio l’autore ha conosciuto Attilio e Maria in una vacanza passata in un albergo ligure e da loro stessi ha saputo della proposta iniziale del solo anno di sopravvivenza ritenuta sufficiente per iniziare quella convivenza che poi è sopravvissuta almeno per cinque anni. E’ stata questa la scintilla per indurre la redazione dell’intero racconto il quale, nella parte rimanente , è stato romanzato. Devo aggiungere che nel mio soggiorno in quell’albergo ligure nel sesto anno. Maria ed Attilio non erano presenti per l’avvenuto decesso di Attilio.

Il vero Attilio in albergo seduto con una cliente che non è Maria