FRATELLI E COLTELLI

La famiglia di Tullio è composta da marito e moglie ed inoltre due figli: Amedeo di sedici anni e di un solo anno più giovane, Mariuccia, una ragazza veramente bella. Tutti due i ragazzi stavano frequentando il liceo scientifico Amedeo e classico Mariuccia.

La motivazione della diversa scuola era solo in parte dovuta alle diversificate passioni per lo studio e cioè tecniche per il maschio e materie classiche per la ragazza che sognava di diventare giornalista, era invece dovuta al fatto che i due fratelli non riuscivano ad andare d’accordo in nulla. Quello che giganteggiava nel loro rapporto era una diversità di vedute riguardo qualsivoglia elemento.

Amedeo, per esempio, praticava alcuni sport e qualche volta gli sarebbe piaciuto discorrerne con la sorella ma come entrava in argomento veniva subissato da una lunga serie di invettive in base alle quali la ragazza gli imputava di perdere la sua giovinezza nella vacuità, nel frammischiarsi alla maggioranza dei giovani i quali avevano in mente solo i campioni dei vari sport senza rendersi conto di quali cose importanti e belle erano a quel tempo a disposizione della gioventù. E parlava delle infinite possibilità dell’arte che vanno dalla letteratura al teatro, al cinema alla pittura ecc. ecc. Come lei tirava fuori questi argomenti il fratello la prendeva in giro: ecco il genio polivalente! Lei ama la pittura ma non sa fare nessun disegno, ha il teatro in mente ma non è capace nemmeno di capire le commedie teatrali che va a vedere, né sa scrivere quattro righe in croce mentre vorrebbe diventare giornalista. E poi le resta il tempo di criticare noi maschi che amiamo tutto ciò che è proprio della nostra età, dell’entusiasmo che abbiamo per la vita in tutte le sue sfaccettature.

Finito il liceo non hanno visto l’ora di poter allontanarsi stabilmente l’uno dall’altra. Per farlo hanno scelto due diverse facoltà universitarie curando che, pur essendo possibile ritrovarsi in un unico Istituto universitario che comprendesse ambedue le materie scelte, si sono invece preoccupati che fossero ubicate in città distinte l’una dall’altra in modo da vivere veramente separati. Amedeo scelse la facoltà Scienze della nutrizione umana, ritenendo che la dietetica fosse comunque connessa con lo sport in quanto era convinto che il modo di nutrirsi fosse determinante per tutte le attività dell’uomo comprese quelle sportive , la ragazza ovviamente scelse lettere visto il suo desiderio di diventare in futuro una giornalista.

I genitori appartenenti alla media borghesia avevano tentato di accontentarli in tutte le loro richieste di gioventù e forse era stato questo modo di fare un pò troppo condiscendente a provocare questo atavico dissidio fra i due figli. Il fatto di ritenersi, anche se in minima parte ma comunque responsabili, costituiva sia per il papà che per la mamma un grave dispiacere che li assillava da sempre. All’epoca della nostra storia i loro problemi tendevano ad aumentare perché la crisi economica, che stava colpendo tutte le attività, aveva cominciato ad interessare negativamente anche la loro di piccoli industriali nella costruzione di suppellettili in plastica.

In conclusione si può dire che la famiglia si divideva in due parti distinte . i figli nel loro intimo profondo capivano perfettamente la anomalia di non andar d’accordo tra di loro così come accadeva fra i loro amici i quali, in presenza di fratelli, non finivano mai di far capire quanto fosse bello avere un’anima gemella con la quale condividere tutta la loro vita. Essi, amici sia di Amedeo che di Mariuccia, lo facevano spesso rilevare sperando di riuscire a scuoterli in questa loro apatia reciproca, avendo capito che in fondo anche loro avrebbero gradito di rompere questa loro strana situazione ma non avevano idea di come fare.

Arrivato il momento di intraprendere l’Università si iscrissero in due città diverse pensando che potesse da qui nascere qualcosa che li avvicinava, che iniziando a vivere lontani l’uno dall’altra si presentasse l’occasione per risolvere una crisi che avrebbe dovuto chiarirsi in tutt’altro modo e cioè con una presa di coscienza di ambedue i soggetti della opportunità di un avvicinamento totale e sincero quale deve essere il rapporto tra fratelli.

La seconda parte della famiglia era composta dai genitori dispiaciuti per il mancato accordo fraterno ed in quel momento preoccupati per un futuro poco chiaro della loro piccola azienda.

SI deve registrare un altro contrattempo. Amedeo si era messo in contatto con una società che disponeva di due piloti che partecipavano ad una serie di di gare automobilistiche e ne cercava un altro più giovane. Amedeo messo al corrente del fatto venne provato in pista e, per prima volta, messo a guidare un’auto da corsa. Pur non avendo nessuna pratica di quella macchina difficilissima da guidare, Amedeo fece una buona figura e gli venne proposto di fare la prova per poter diventare pilota professionista. Egli accettò di buon grado essendo quella professione il massimo cui aspirava. Da quel giorno egli doveva recarsi due volte alla settimana a fare le prove al termine delle quali ci sarebbe stata la conferma o meno alla sua partecipazione. Egli constatò che il nuovo impegno non gli impediva affatto di svolgere il suo compito all’università in quanto si trattava di un impiego modesto di tempo.

Le prove per Amedeo continuarono per i due anni che trascorsero mentre frequentava normalmente l”università sostenendo con esito finale positivo tutti gli esami di programma

Le prove settimanali di guida non davano alcun risultato finale ed Amedeo, dopo ben due anni di esercizio con l’auto da corsa. cominciò a mettere in dubbio tutto l’operato della società temendo ci fosse qualche ragione nascosta. Ed infatti non si presentò mai per lui l’occasione per entrare a far parte veramente alla categoria di piloti di gara e capi che era una questione di denaro. Infatti quella società sportiva dal punto di vista economico si sosteneva sull’apporto diretto dei piloti ed infatti venne fatto presente anche ad Amedeo che, al momento di entrare in gara, avrebbe dovuto versare una forte somma di denaro necessaria perché anch’egli entrasse a far parafate attiva della loro società sportiva. Questa era una necessità per coprire tutte le spese di esercizio in quanto gli introiti delle gare dovuti alla pubblicità che veniva fatta sia con le gare e sia con cartelloni pubblicitari da esporre in ogni corsa, sia tramite pubblicità televisiva erano assolutamente insufficienti.

Ovviamente Amedeo non possedeva le somme richieste per poter correre e tutto questo lo avrebbe obbligato a raccontare a suo papà, che non sapeva nulla, del suo impegno con la corsa in auto.

Questo fatto economico della agenzia di piloti unito al fatto che egli aveva taciuto con tutti i suoi parenti provocò in Amedeo dei dubbi su tutta la faccenda.

Riflettendo a fondo sul percorso compiuto nel suo impegno automobilistico, cominciava a provare dei dubbi di base cui adesso si sommava anche quello economico. La cosa cominciò a preoccuparlo molto. Egli si domandava se non era tutto sbagliato, se non avesse dovuto dedicare tutto il suo impegno al suo corso di laurea, convincendosi che il suo futuro non avrebbe potuto in nessun caso dipendere da quello sport ben sapendo che coloro che sfondano e riescono ad avere oltre che grandi successi anche sostanziosi benefici economici, sono solo personaggi del tutto eccezionali ed egli non percepiva proprio di possedere quelle doti straordinarie. Rivedendo in dettaglio i due anni di prove di corsa automobilistica, si convinse che le lodi ricevute non erano affatto dovute ad un suo talento particolare ma erano solo dettate dalle necessità di fondi di cui l’agenzia aveva bisogno. Se non fosse stato così, la durata delle prove non avrebbe richiesto ben due anni di tempo: non c’era dubbio : sussistevano dei secondi fini e, quel che è peggio si trattava solo di scopi economici che prescindevano del tutto dalla bravura del pilota. Queste le domande che Amedeo si poneva spesso. “Ma come mai mi dicevano che ero tanto bravo senza mai farmi partecipare a gare per ben due anni?”

Gli veniva in mente che più volte gli era stato chiesto di raccontare le caratteristiche della sua famiglia ed in quel senso Amedeo aveva precisato come il padre avesse un buona azienda che consentiva alla famiglia un tenore di vita abbastanza elevato ivi compreso il suo ed anche quello di sua sorella ognuno sistemato, per lo studio in città diverse cui conseguiva anche una maggiore spesa per il loro alloggio dovuto alla loro volontà di poter scegliere le facoltà preferite.

Per la prima volta in vita sua gli accadeva di sentire un forte timore che si andava sostituendo alla sua solita sicumera altezzosa, Egli capiva che i fondamenti della sua vera vita vera erano diversi da quelli soliti e, soprattutto era incalzato da un vivo il bisogno di consigliarsi con qualcuno di fidato. Ovviamente il pensiero correva a sua sorella colla quale però non andava per nulla d’accordo.

Il problema psicologico che lo stava assillando diventava sempre più pesante da affrontare ed egli non riusciva a concludere più nulla né all’Università né con l’agenzia delle corse alla quale non sapeva cosa rispondere.

Ad un certo punto gli accadde di non poter più andare avanti così e di aver bisogno di qualcosa di molto forte. Ed allora pensò in maniera completamente diversa del solito a sua sorella ed incomincio a rivedere tutta la loro vita passata ed a riesaminare gli episodi salienti di loro due fratelli. Per quanto facesse per riuscire a giustificare il contrasto non ci riusciva proprio. La sua attuale situazione, che gli appariva tragica, se confrontata con il comportamenti di tanti anni con sua sorella, lo portava a concludere che il loro dissidio non aveva nessuna ragione per esistere ed arrivò alla definitiva e opportuna decisione che esso doveva cessare immediatamente in quanto si sentiva di avere un grande bisogno di lei nel mentre le ragioni per non chiederglielo erano veramente futili.

Una sera al colmo della disperazione pensò che aveva veramente una unica soluzione: sua sorella Mariuccia.

La chiamò al telefono e dopo avergli chiesto scusa per il disturbo che le arrecava le spiegò che aveva un favore immenso da chiedergli.

La riposta della sorella lo lasciò esterrefatto per due motivi. In primo luogo sua sorella, al contrario di tutto ciò che egli pensava, si dimostrò dispostissima ad aiutarlo ma in secondo luogo gli comunicò che non poteva farlo in quella sera perché proprio alla sera lei faceva la pizzaiola. Lo stupore di Amedeo salì al parossismo : ma come fai la pizzaiola? Mariuccia gli disse : ti spiegherò tutto con calma ma tu non sei al corrente della situazione di papà. Troviamoci e ti spiegherò tutto. Allora egli le chiese se poteva andare da lei subito, l’indomani perché ora alla sua situazione personale di per sè tragica si aggiungeva un qualcosa di ancora più serio di cui non sapeva nulla.

All’indomani Amedeo andò da Mariuccia e per prima cosa i due fratelli si abbracciarono stretti stretti proprio come si usa tra fratelli ma che loro due non avevano mai fatto.

Le prima parole dette da Amedeo furono quelle di affermare che aveva riflettuto a lungo e non era riuscito a capire la vera ragione del dissidio che esisteva tra di loro. Mariuccia rispose con un altro abbraccio e poi cominciò a raccontare che l’azienda di papà andava malissimo, che aveva licenziato quasi tutti i dipendenti per mancanza di commesse. Il papà circa un anno prima aveva parlato con lei dicendole che non aveva il coraggio di farlo con lo stesso Amedeo ma che la situazione economica era tale per cui i due fratelli avrebbero doluti rientrare a casa in quanto egli non era più in grado di sostenerne le spese di soggiorno ed istruzione fuori città. Mariuccia allora disse al papà che tutto questo lo aveva supposto da tempo e che lei si era prevenuta trovandosi un lavoro di pizzaiola che faceva tutte le sere fino a mezzanotte. Aggiunse che le fatture da pagare per il soggiorno di ambedue i fratelli le passasse tutte a lei che vi avrebbe provveduto direttamente.

A questo punto Amedeo sentì il cuore spezzarsi dalla commozione e non riusciva più a parlare con Mariuccia la guardava con una devozione indescrivibile.

Continuarono a spiegarsi per ore e soprattutto a dirsi che per scoprire quel bene che provavano ora l’uno con l’altra ci sono volute proprio quelle disavventure gravi che, alla fin fine, devono considerarsi, nonostante tutto, provvidenziali.

Ad un certo punto Amedeo, dopo averle raccontato la sua situazione nei riguardi dell’agenzia delle corse autommobilistiche, provò a chiederle cosa avrebbero potuto fare in due per aiutare la famiglia.

Mariuccia gli disse che aveva addirittura la soluzione pronta.

Amedeo forse tu non ti rendi conto quanto sei stato bravo a chiamarmi in questo momento. Devi sapere che la proprietaria della pizzeria dove lavoro vorrebbe smettere di lavorate per la sua tarda età e mi avrebbe detto che la darebbe volentieri in affitto a mé che che, a suo dire, ero la persona adatta sotto tutti i punti di vista, mentre le richieste da lei ricevute erano state presentate da cinesi che non clonosceva per nulla e dei quali, pertanto, si sentiva costretta a diffidare. A questo punto tu devi soltanto cambiare Università e, ferma restando la facoltà che tu hai già scelto e frequentato, devi trasferiti qui nella mia stessa università dove quella facoltà esiste . Noi facciamo un mutuo in banca per pagare l’anticipo della pizzeria ed il resto lo paghiamo a mensilità di affitto. Domani vieni a vedere la pizzeria e ti presento alla proprietaria e sono sicura ch si dimostrerà ancora più contenta dopo averti conosciuto. La pizzeria lavora bene ed ha una discreta clientela. Nel frattempo cerchiamo di continuare i nostri studi usufruendo del tempo che ci resta libero , non importa se impiegheremo qualche anno in più. Il tempo passa in fretta e speriamo che la crisi economica che ha colpito il mondo intero abbia a terminare e che il papà riesca a raddrizzare la sua azienda.

Impossibile descrivere la commozione che ha preso tutto l’essere di Amedeo che non finiva più di dire : ma come ho fatto a passare tutti quegli anni senza capire che fior di sorella avevo io! Ora capisco tutto e ti voglio tanto tanto bene.

Il seguito vide la piena realizzazione del programma che Mariuccia aveva già pronto. Lei continuò a fare la pizzaiola mentre Amedeo provvedeva a tutto il resto. Qualche tempo più avanti dovettero ricorrere all’aiuto di una signora, regolarmente assunta e necessaria per l’aumentato lavoro.

Occorre rilevare che le vicissitudine capitate e la buona risoluzione che insieme i due fratelli riuscirono a superare li fece avvicinare sempre di più. In tutto questo era Amedeo a esplicare continuamente la sua riconoscenza per la grande maturità e competenza dimostrata dalla sorella. Gli anni passarono in fretta ed ambedue riuscirono a completare gli studi mentre anche la famiglia andava molto meglio avendo superato la crisi anche grazie all’aiuto economico che era derivato dalla attività dei figli.

Il finale della storia qui raccontata vede nei protagonisti due famiglie residenti nella loro città natale con abitazioni prossime a quella dei vecchi genitori ed ambedue sistemati con una attività consona alle lauree ottenute.

La pizzeria era stata resa alla proprietaria la quale li ha ringraziati per l’ottimo lavoro svolto in quegli anni.

Ottenuta la loro laurea cominciò per ambedue fratelli lo svolgimento una vita normale: Amedeo nella cura con ottimi risultati del suo ambulatorio di dietologo specializzato in scienze della nutrizione umana, mentre Mariuccia lavora come giornalista alla redazione di un giornale locale.

I vecchi genitori, cessata l’attività industriale, passavano il loro tempo a fare i nonni dei quattro nipotini che Amedeo e Mariuccia avevano due per ciascuno.