FALSI D’AUTORE

INTRODUZIONE

Leonardo fin da bambino ha sempre avuto una grande predilezione per il disegno che a lungo andare si è rivelata come una continua frenesia di copiare disegni e dipinti esistenti. Egli ha frequentato anche la scuola d’arte dove ha imparato l’uso delle attrezzature da disegno, i fondamenti della prospettiva e della teoria delle ombre, le regole relative alla composizione dei colori partendo da quelli di base ma mai è riuscito a creare di sua iniziativa un paesaggio, un ritratto o qualunque tipo di dsegno che avesse uno spunto artistico.
Nonostante questo aspetto negativo Leonardo non ha mai smesso di disegnare perfezionandosi in quella che era diventata una vera passione incontenibile : rifare i dipinti capolavori dei grandi artisti in modo che fossero veramente identici agli originali. La sua attività pittorica per la ricopiatura di disegni esistenti e belli si è vieppiù specializzata quando ha scoperto che dei grandi capolavori esistevano delle riproduzioni fotografiche di altissima qualità nelle quali gli originali dovuti veramente alla mano dell’artista erano riprodotti così fedelmente da non poterli distinguere dall’originale se non per il supporto sul quale era impressa l’immagine, supporto lucido per le copie fotografiche comunque stampate meccanicamente .

Ne fanno fede i meravigliosi dipinti di Giotto presenti nella cappella degli Scrovegni di Padova dei quali si è fatta una copia fotografica che è stata esposta in tutta Italia dando la possibilità di ammirare delle opere così conformi all’originale da convincere i visitatori di avere davanti agli occhi l’opera integrale di Giotto.


Nel momento in cui Leonardo si è reso conto di questo fatto ha deciso di imitare i grandi autori di falsi del passato le cui opere erano apprezzate proprio per la fedeltà con l’originale anche nel supporto di base.

INIZIO DELL’ATTIVITA’

Leonardo iniziò con la riproduzione dei grandi capolavori eseguita con una meticolosità, una precisione tanto straordinari da rendere appetibile il loro acquisto anche da parte dei grandi antiquari d’arte pittorica che gradivano esporli nelle loro vetrine per l’ottimo effetto che facevano sul pubblico ed allo stesso tempo perché costituivano un articolo di vendita comunque molto apprezzato.
La cosa prosperò al punto tale da dare a Leonardo la possibilità di essere il titolare di un laboratorio dove egli produceva falsi sia su ordinazione di antiquari importanti e sia di comuni cittadini i quali, nell’impossibilità di acquistare dei capolavori autentici, si beavano di avere appesi alle pareti delle loro case questi falsi veramente perfetti.
Nel laboratorio di Leonardo giganteggiava la scritta : in questo negozio di vendono soltanto copie conformi e non dei capolavori autentici.
Lo scopo preciso era quello di avvertire gli acquirenti che quelli comprati erano soltanto copie di capolavori per i quali i diritti d’autore erano caduti in prescrizione e quindi si trattava di copie perfettamente in regola con le leggi vigenti. La copia era stata fatta a mano da un pittore artista e specialista nella perfetta congruenza tra originale e copia. Nel suo dipinto il pittore comprendeva anche la firma del vero autore ovviamente anch’ressa del tutto identica all’originale.
È comprensibile come la pittura della copia di un originale di grandi dimensioni richiedeva delle settimane di lavoro mentre quelli piccoli venivano completati in quattro o cinque giorni. Logicamente il prezzo di vendita prescindeva totalmente dalle caratteristiche del vero autore non essendo questo un riferimento valido. Il prezzo era invece rapportato alle difficoltà di copiatura che era funzione diretta dei particolari grafici e della dimensione.

ALTA QUALITA’ DEI FALSI D’AUTORE PRODOTTI

È naturale che nei primi tempi Leonardo ci tenesse in particolare a riprodurre grandi capolavori mondiali dei quali riusciva a procurarsi immagini fotografiche di grande formato e di grande dettaglio in modo da ottenerne una copia molto simile non solo nelle dimensioni quanto invece in tutti i particolari grafici anche di piccolissime dimensioni che egli aveva la cura e la pazienza di riprodurre senza nulla inventare essendo la sua bravura quella di disegnare il più esattamente possibile i particolari ed i colori dell’originale. nonché la firma del vero autore della pittura originale. Nell’esecuzione dei suoi lavori Leonardo oltre che far fede alla copia fotografica di partenza, si procurava altre figure a colori sia comprando dei poster divulgativi e sia dei libri – biografia dell’autore contenete anche delle utili fotografie a colori .

La sua meticolosità era spinta fino ad un punto, ad una perfezione da giudicare assolutamente inarrivabile. I particolari che risaltavano sulla tela sembravano un mito della fantasia ed Infatti Lorenzo si era accorto che le fotografie ad alta densità riportavano l’immagine anche di quel delicato strato di polvere giallastra che non era altro che il segno che davanti agli occhi faceva ammirare non una tela appena composta ma un vecchio dipinto con soprastante la prova visibile della sua tardissima età. Ebbene Leonardo con la sua infinita pazienza non eliminava quel lieve velo ma riusciva a disegnarlo facendo apparire anche il segno indelebile della vecchiezza del dipinto. In conclusione il risultato era così veritiero da far apparire non un quadro appena dipinto ma un’opera con i suoi bravi anni sulle spalle.

MODALITA’ DI VENDITA DEI FALSI D’AUTORE

Passato un lungo periodo nella riproduzione dei grandi capolavori, il pittore ebbe modo di constatare un calo delle vendite probabilmente a causa delle particolari caratteristiche di quella serie classica di quadri. Evidentemente i grandi capolavori erano ricercati proprio per la loro autenticità nel mentre scarseggiavano i cultori della volgare copia del capolavoro medesimo. Leonardo decise allora di cambiare genere di opere. Non più solo grandi nomi con immagini classiche quanto invece una ripresa continuativa della paesaggistica, delle nature morte o di scene di vita normale, di giochi e addirittura qualche dipinto di tipo astratto. Questa nuova serie di quadri, pur facendo sempre parte dei capolavori, erano, contrariamente a tutti i precedenti, opere di artisti sempre famosi ma poco noti. Ebbene man mano che questa nuova tipologia veniva adottata, Leonardo notava che calavano ancora di più gli acquirenti dei bellissimi quadri di tipo classico nel mentre quelli dell’ultima serie trovavano più compratori.
Egli se ne chiedeva la ragione e la spiegazione la ebbe da un antiquario che gli disse di stare attento perché probabilmente qualche malvivente approfittava della eccezionale accuratezza usata da Leonardo nel fare il suo lavoro per far passare i suoi quadri-copia per quadri originali commettendo un reato bello e buono nel quale avrebbe potuto trovarsi responsabile Leonardo stesso.
Questa messa a punto fece venir in mente al pittore lo strano atteggiamento di alcuni clienti i quali fingevano di non capire le precisazioni di Leonardo quando faceva leggere il cartello appeso alla parete nel quale veniva indicato chiaramente che tutte le opere erano solo delle copie di quadri originali in quanto non era presente in negozio alcuna delle opere originali. Una ulteriore garanzia di prova che l’oggetto venduto non era un originale, risiedeva nella ricevuta rilasciata ad ogni compratore dalla quale risultava di aver incassato l’importo reale di vendita di un quadro da egli stesso Leonardo composto e disegnato a colori.
In ogni caso Leonardo andò nelle sedi opportune per conoscere quali rischi correva nel caso le sue opere risultassero erroneamente considerate originali e cioè un lavoro autentico dell’artista di cui alla firma presente sul quadro stesso. Il risultato dell’indagine confermò in maniera definitiva che il comportamento di Leonardo era regolarissimo e che, non avendo commesso alcuna illegalità, nessuna colpa poteva venirgli attribuita .
Da quel giorno Leonardo si mise il cuore in pace cercò di dimenticare l’imbroglio che forse sussisteva intorno alle sue opere.

IL DUBBIO DELL’IMBROGLIO

Accadeva che ogni tanto gli ribollisse il sangue nel ritenere ingiusto quell’imbroglio delle sue opere rivendute come quadri originali. Ripensando alla questione gli sopravveniva anche il dubbio che non fosse vero quello scambio tra originali e copie visto che egli non aveva nessuna prova in mano e le cose avrebbero potuto essere completamente diverse nella realtà. Il dubbio lo rodeva così insistentemente che un bel giorno decise di venire a galla della verità.
Informatosi di uno dei più abituali suoi clienti decise di andare in incognito a verificare cosa accadeva nel negozio di antiquariato di quel suo cliente. Portatosi nella città in cui si trovava l’attività in argomento, egli si fermò a lungo davanti alla sua ampia vetrina e rimase di stucco . Figuravano in vendita proprio alcune sue opere a prezzi esorbitanti in quanto pari ad una ventina di volte di più rispetto alla cifra che l’antiquario gli aveva pagato. Nella sua mente egli pensava che rivendere le sue opere ad un prezzo doppio di quello pagato costituisse il massimo proponibile.
Da quel momento le cose risultavano completamente chiare . Lorenzo si sentiva sicuro della truffa : i suoi lavori erano venduti facendoli passare per originali. Egli non riusciva a sopportare questo inganno e si propose di intervenire mettendo l’antiquario alle strette con la minaccia di intervenire personalmente a denunciarlo agli acquirenti spiegando la verità : il quadro acquistato per originale era in realtà una copia redatta da egli stesso che, in caso di bisogno, avrebbe fornito la propria testimonianza davanti a qualsiasi giudice.

LA DIFFIDA E LA CONCLUSIONE

Un bel giorno, non riuscendo più a sopportare questa specie di trama truffaldina che gli girava in continuo nella mente, si presentò all’antiquario allo scopo di comunicargli un’ossessione che lo tormentava da tempo e che egli aveva bisogno di dirimere . Gli disse che, visti gli elevati prezzi di rivendita delle opere di propria produzione, gli era apparsa la convinzione che esse fossero vendute non già come copie ma come quadri originali di pittori poco conosciuti e quindi facendo cadere nel tranello gli ignari compratori. Il fatto che questa supposta truffa avesse per soggetto le sue opere non lo lasciava in pace tanto da ripromettersi di intervenire personalmente prima di tutto per sapere la verità ed in secondo luogo pronto a far qualunque cosa per stroncare l’eventuale inganno.
L’antiquario gli rispose con molta calma e dignità che egli era una persona corretta che mai nella sua vita aveva commesso truffe.

In primo luogo dichiarò che il prezzo di vendita delle sue opere lo decideva egli stesso tenendo conto della difficoltà che incontrava nell’avere acquirenti di copie di quadri perché di questo si trattava in quanto le opere di Leonardo erano copie di valore ma sempre copie e che mai egli si sarebbe prestato a trasformare in originali.

Al contrario di quanto riteneva Leonardo, Il problema era tutto di Leonardo stesso per il semplice ma superlativo motivo che egli dimostrava di non aver idea della differenza fra il valore di un’opera originale e la sua copia. Il rapporto tra i due importi non è affatto di una ventina di volte di cui egli si era tanto stupito ma nella realtà il rapporto ammontava a migliaia e più migliaia di volte in quanto gli originali viaggiano da un proprietario all’altro con valori di vendita e rivendita elevatissimi che nulla avevano a che vedere con quelli in argomento. Il fenomeno era eclatante e tale da togliere ogni dubbio.
Leonardo a questo punto si convinse veramente della veridicità dell’assunto e quindi lasciò l’antiquario dopo avergli chiesto scusa poiché il dissapore era stato proprio creato dalla sua mancata conoscenza dei valori delle opere d’arte.

Ma la cosa ancora più eclatante restò una smisurata meraviglia di Leonardo verso sè stesso per non aver avuto in mente, proprio lui che da tutta la vita opera su capolavori celebri, il loro grandissimo valore e soprattutto di aver osato confrontare la validità delle sue modeste opere con quei capolavori di supremazia artistica nota in tutto il mondo.

Finì ringraziando l’antiquario della lezione ricevuta che gli avrebbe aperto un mondo come quello dell’economia riguardante le opere d’arte. e soprattutto di aver paragonato quella cifra mostruosamente elevata con il valore delle sue modeste opere

A sua volta l’antiquario si complimentò per la qualità delle copie fatte da Leonardo dichiarando di aver trattato moltissime copie ma mai così belle e ben fatte.

L’elemento veramente eclatante che risalta come conclusione notevole ed interessante della vicenda descritta è l’eccezionalissimo valore (non solo economico ma totale, assoluto) di un capolavoro d’arte il quale non può essere paragonato a quello di nessun’altra opera pittorica.