
INTRODUZIONE
Alberto abita in una città medio grande del centro Italia. La sua famiglia fa parte della antica nobiltà del luogo. I suoi antenati nei tempi andati erano proprietari di gran parte della campagna che circondava il centro abitato e quindi tradizionalmente benestanti. Con il passare degli anni le cose sono molto cambiate, tanto cambiate che la mentalità corrente pensa che il termine “aristocrazia” non significhi più nulla . Ma le cose non stanno così. Il famoso sangue blu ha instillato un senso, impossibile da cancellare, di far parte di un complesso di diritti, di possedere straordinaria capacità, cultura tradizionale, in poche parole esiste tuttora una nobiltà che sopravvive a tutti i cambiamenti, adeguandovisi ma senza cambiare nei diritti-doveri fondamentali. Si sta constatando come nella realtà odierna quella nobiltà, che tempo addietro sembrava tramontare, abbia addirittura tendenza a crescere di importanza.
Questo senso è vivo ed indisturbato al passare dei secoli e nei famigliari di Alberto il quale se ne rende perfettamente conto anche perché il padre ha di anno in anno sempre ripetuto quello che suo padre, suo nonno e tutti gli antenati dei secoli precedenti, hanno avuto ed a loro volta trasmesso ai discendenti fino ad arrivare allo stesso Alberto . Questi non può evitare di percepirlo vivamente questo profondo senso di una nobiltà indistruttibile che, lungi dal venir intaccata da una modernità dilagante, invece continua a disporre della necessaria ricchezza e ad aumentare di importanza -. Allo scopo la nobiltà corrente si è aggiornata con l’abbandono del modello di proprietà terriera, per rifugiarsi in beni e risorse di altro genere ed in nuovi settori quali la finanza, l’azionariato, il potere politico e tutti quei moderni comportamenti che, oltre al beneficio economico, rafforzano anche la loro condizione di nobiltà.
In dettaglio nella famiglia di Alberto le proprietà agricole si sono molto ridotte e sono state sostituite da grossi pacchetti azionari ed industriali che continuano a consentire alla famiglia un rilevante benessere economico. Alberto trova molto agevole vivere in questa famiglia in quanto ha potuto studiare e imparare quello che desiderava di più e cioè tutto ciò che riguarda l’industria aeronautica ed, al tempo stesso, di poter disporre dei divertimenti normali di tutti i ragazzi. La sua educazione però è stata sempre improntata su un modo signorile di vivere che differiva da quello dei suoi amici.
L’aristocrazia aveva anche risolto il problema sessuale per giovani ed anziani che ne avessero bisogno. Esistevano delle case a loro riservate dove si comprava sesso con donne molto curate sia nell’aspetto, nella cultura ed anche dal punto di vista sanitario. Alberto però disprezzava questo tipo di sesso in quanto la sua coscienza molto retta non ammetteva come principio che si potesse comprare una donna per prestazioni come quelle. Considerava che qualunque essere umano ma soprattutto le donne, dovesse essere rispettato in tutti i sensi.
Essendo ben addentro nella conoscenza della sua famiglia, Alberto ha potuto anche aprirsi in altri campi ed allo scopo approfondire la vita di amici colleghi di studio, effettuando accurati paragoni con la propria da cui gli sono derivate delle idee confuse. Egli si riteneva convinto del fatto che, essendo nato in una famiglia che aveva innanzitutto la responsabilità che gli derivava proprio dal fatto di essere nato lì, egli avesse ricevuto grandi tesori ma anche le relative responsabilità alle quali non poteva sottrarsi da persona retta quale egli era. Suo padre glielo aveva fatto capire fin da bambino ed egli gli aveva assicurato che mai nella sua vita di adulto avrebbe mancato in questo. Di tutto ciò aveva discusso con i suoi amici e da quelli che gli erano più cari aveva avuto conferma che la sua era una regola non derogabile. Ma quando gli raccontavano dei sacrifici che aveva dovuto sostenere la loro famiglia, composta da nulla tenenti, per poter mantenerli a quelli studi che essi amavano tanto, quando gli parlavano della soddisfazione provata dai loro genitori nell’aver raggiunto un normale benessere, nell’aver potuto, come i nonni non avevano mai fatto, andare in ferie al mare, poter comprare dei libri da leggere, poter, come stavano facendo adesso, discutere con gli amici e con egli stesso di questi problemi, allora egli andava covando un’opinione diversa da quella abituale. Gli pareva che la loro fosse una gioia più vera della sua in quanto conquistata con un comportamento retto, con sacrificio cui corrispondevano soddisfazioni inimmaginabili. L’amicizia che provava per questi amici buoni, che stavano lungamente in silenzio ad ascoltarlo da appartenente ad un altro mondo quale era nella realtà, amici che, fortemente interessati, gli spiegavano le gioie che provavano ogni giorno per tutto quello di cui potevano godere, compresa la sua amicizia che essi gradivano veramente. Tutto questo metteva dei dubbi profondi in Alberto. In alcuni momenti si sentiva sicuro che tutto quello che gli era arrivato per il solo fatto di essere nato lì, in quella famiglia, tutto questo non reggeva al confronto con la gioia vera dei suoi amici.
Un amico col quale si confidava più volentieri, gli raccontò di quanto era contento della sua fidanzatina, come era bello stare con lei e, confidenza estrema, gli aveva detto : Alberto pensa che ci siamo ripromessi che il nostro primo rapporto intimo sarebbe stato il regalo che reciprocamente si sarebbero scambiati solo la prima notte da sposati e non prima. Alberto allora volle aprirsi completamente e dirgli che entro di sé aveva da tanto tempo avuto la stessa idea bellissima ma che ciò cozzava contro la sua realtà in quanto a lui era stata già destinata la ragazza che sarebbe diventata sua moglie perché questa era la regola della famiglia, regola che egli non riusciva ad accettare. Nella sua casa una delle basi di comportamento impediva di comporre nuove famiglie mescolando il proprio con sangue non nobile. A questo Alberto aggiunse che personalmente non condivideva assolutamente quella cruda realtà ma si chiedeva cosa sarebbe successo quel giorno che egli avesse amato veramente una ragazza come quella adorata dal suo amico e che anche egli stesso sognava nel suo intimo.
Questi pensieri occupavano tanto la mente di Alberto da portarlo alla decisione che un giorno avrebbe dovuto fare qualcosa per chiarirsi bene la mente.
Finiti gli studi ed arrivato alla laurea nel campo che più lo soddisfaceva, decise che era giunto il momento di dare attuazione alla sua prospettiva prendendosi una vacanza totale con lo scopo preciso di approfondire il tema che gli stava a cuore. Riflettendo a fondo decise che egli, per tutti i 30 giorni di vacanza, avrebbe dovuto cancellare dalla sua mente il termine aristocrazia e diventare in tutto e per tutto una persona comune come erano i suoi compagni di scuola. In questa trasformazione giocava un ruolo importante il rispetto e l’ammirazione per suo padre che era un aristocratico vero dalla pianta dei piedi all’ultimo capello della testa. Questa ammirazione produceva una difficoltà in Alberto così grande da fargli dubitare di riuscire nell’intento.
Per fortuna egli era dotato di un’intraprendenza ed un’intelligenza che gli fece subito capire il da farsi : avrebbe dovuto essere sottoposto alle più severe condizioni che un essere umano poteva subire. Al posto delle lodi che riceveva in continuo dai suoi e dagli aristocratici amici della sua famiglia, doveva provare ad essere deriso, disprezzato da tutti, ma come fare per diventare un Alberto di così bassa statura?
Ma ecco che il termine “bassa statura” citato in senso figurato, esaminato invece nel suo vero significato, fece balenare alla sua eccezionale inventiva un’idea veramente originale. Constatando che il livello sicuramente posto al minimo per un individuo qualunque anche attraverso la storia dei popoli, era sempre stato quello di un pagliaccio, nella sua mente egli doveva trasformarsi provvisoriamente in un pagliaccio ma, per attuare di fatto la citata bassa statura, tale pagliaccio doveva anche essere eccezionalmente piccolo in modo da poter farsi notare da tutti e soprattutto da quelle nuove ragazze che sperava conoscere.
IL PAGLIACCIO
Per l’occasione la sua innata astuzia gli aveva suggerito e fatto costruire uno strano abbigliamento comico che avrebbe destato senz’altro la curiosità dei passanti su una strada qualunque di un paesino di secondo ordine rispetto a quelli a lui ben noti.
In pratica, nel suo sistema di mascheratura messo effettivamente in atto, egli entrava con le gambe dentro uno scatolone di legno che gli arrivava fino alle ginocchia dove erano appoggiate due grandi e vecchie scarpe opportunamente adattate alle sue gambe. In questo modo il pagliaccio che sovrastava lo scatolone sembrava un uomo piccolino con le gambe cortissime e un busto normale. In altri termini il nuovo Alberto era veramente un poveraccio e per giunta di statura veramente bassa come prescriveva il suo programma.
Per rendere più realistica la finzione aveva messo a terra un piattino dove i passanti potevano mettere una monetina per aiutarlo a vivere.
In quei momenti egli si trovava nella fortunata occasione di essere solo un pagliaccio finto e quindi di poter assaporare gli eventi con uno spirito immune dalle difficoltà di chi, da pagliaccio come effettivamente era, lo doveva fare per necessità. Pertanto fece tesoro dei commenti più diversificati che gli venivano rivolti e che partivano dalla pietà che qualcuno provava per la indigenza del personaggio, alla derisione di chi disprezzava il fatto di elemosinare qualche spicciolo con un susseguirsi dei ragionamenti più strani ma anche, nella loro perfidia, validi .
Insomma si può affermare che la “pagliacciata”di Alberto gli rese una interessante immagine di un modo di ragionare, protrattosi ben per una trentina di giorni in un bellissimo paese turistico del lago di Garda, di una moltitudine di persone che, essendo totalmente contrastanti tra di loro, gli disegnavano un quadro imprevedibile per il personaggio aristocratico che era ma alla fin fine era un quadro realistico ed istruttivo. Quello che gli è piaciuto in particolare è stato il comportamento di alcune delle ragazze da lui interpellate e che rappresentavano un bello ed utile campionario quale appariva fin dalle poche parole espresse .
Questo il modo architettato per ottenere lo scopo principale che era quello di poter conoscere nuove ragazze. Quando era in posa vestito da pagliaccio e con tutte le membra coperte da uno strato di stucco bianco, egli rimaneva per qualche tempo completamente immobile e molti curiosi si fermavano ad osservare questa bianca statua deforme per delle gambe molto corte poiché la parte da ginocchio a terra era nascosta nello scatolone che, accuratamente dipinto in grigio, sembrava proprio il piedistallo di marmo che sosteneva la statua. Alberto però ammetteva delle eccezioni riguardo la sua immobilità poiché, quando vedeva di fronte a sé, ferma ed incantata, una ragazza che gli sembrava interessante, faceva uno scatto improvviso che la spaventava sembrando il risveglio repentino della scultura in marmo o in gesso. A quel punto Alberto la interpellava e, dopo averle chiesto scusa per lo spavento procurato, le dava un suo biglietto da visita che aveva predisposto con la sua figura in fotografia atta a far capire che in realtà egli era una persona di altezza e di fattezze normali ed anche con la seguente scritta: “vorrei conoscerti, ti prego di chiamarmi tra un mese quando avrò finito di fare il pagliaccio” . Ovviamente seguiva il numero di telefono da chiamare.
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